Abruzzo, arrivano altri 2 nuovi progetti petroliferi nell’Adriatico

Una nuova richiesta di prospezione nell’Adriatico abruzzese è arrivata dalla società Spectrum Geo e il Ministero – a causa e in forza dei mancati rilasci delle intese da parte della Regione Abruzzo – l’ha accolta con decreto di compatibilità ambientale. Le attività di ispezione saranno effettuate con la tecnica dell’air-gun: praticamente ogni 5 – 10 […]

Una nuova richiesta di prospezione nell’Adriatico abruzzese è arrivata dalla società Spectrum Geo e il Ministero – a causa e in forza dei mancati rilasci delle intese da parte della Regione Abruzzo – l’ha accolta con decreto di compatibilità ambientale.
Le attività di ispezione saranno effettuate con la tecnica dell’air-gun: praticamente ogni 5 – 10 minuti vengono emessi spari fortissimi e continui di aria compressa sul fondale marino per estrarre dati sulla composizione del sottosuolo.
Questo non avrebbe dovuto mai accadere perché esiste la risoluzione votata dal Consiglio Regionale che risale a più di 50 giorni fa con la quale si impegna il Presidente D’Alfonso a chiedere al Governo l’abrogazione dell’art. 35 del Decreto Sviluppo, quello che ha ridato vita a progetti già cadaveri (cioè valutati, dibattuti e archiviati) come Ombrina mare ed Elsa 2. Ora, contro il decreto di compatibilità ambientale, si dovrà di nuovo ricorrere al Tar: la sostanza è che la Regione viola gli impegni assunti e quindi costringe Comuni e Province ad agire legalmente per far valere le proprie ragioni.

La situazione è quella di un “Colle dei Nidi” parte II: l’annullamento del titolo “Colle dei Nidi” da parte del TAR Lazio fu un precedente felice ma non può essere un metodo: Non e’ il territorio che deve opporre ricorsi su ricorsi ma e’ la regione che deve Agire sul governo in forza delle risoluzioni del consiglio e del mandato ricevuto dai Suoi elettrori.
Ora cittadini, associazioni, movimenti ed Istituzioni faranno di nuovo fronte comune contro la Strategia Energetica Nazionale e avremo ancora altri “23 maggio a Lanciano”, ma è evidente che tanto sforzo collettivo si tradurrà in altrettanta sfiducia nei confronti della rappresentanza dell’attuale Regione Abruzzo.
A ciò si aggiunga che i procedimenti legali costano: chi paga per la mancata attuazione delle risoluzioni consiliari della Regione Abruzzo? Province e Comuni chiedano la valutazione della Corte dei Conti a partire da Colle dei Nidi in poi.

Associazione Abruzzo Beni Comuni – aderente al Coordinamento Nazionale NO TRIV

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *