Tsipras: accordo su avanzo vicino, ma niente misure recessive

La Grecia e i creditori internazionali sono vicini ad un accordo sugli obiettivi di avanzo primario per i prossimi anni, ma il governo ellenico di Alexis Tsipras non intende operare tagli alle pensioni più basse o imporre altre misure recessive e chiede proposte alternative all’Europa. “Siamo molto vicini ad un accordo sull’avanzo primario per i […]

La Grecia e i creditori internazionali sono vicini ad un accordo sugli obiettivi di avanzo primario per i prossimi anni, ma il governo ellenico di Alexis Tsipras non intende operare tagli alle pensioni più basse o imporre altre misure recessive e chiede proposte alternative all’Europa. “Siamo molto vicini ad un accordo sull’avanzo primario per i prossimi anni. Basta ci sia un atteggiamento positivo sulle proposte alternative al taglio delle pensioni e all’imposizione di misure recessive”, ha spiegato Tsipras in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera. “Occorrono delle misure improntate alla redistribuzione della ricchezza e alla giustizia sociale, che allo stesso tempo permettano all’economia greca di tornare ad essere competitiva”.

Domani il primo ministro greco incontrerà il cancelliere tedesco Angela Merkel, in un bilaterale in cui si parlerà dei risultati finora raggiunti e si cercherà di stabilire chiaramente i tempi dell’accordo. “Noi abbiamo presentato un testo completo, che include il terreno comune delle trattative tecniche al Bruxelles Group”, continua Tsipras. “Lavoreremo per annullare le distanze sulle finanze statali, portando delle proposte alternative lì dove vi sono delle richieste illogiche e non accettabili. Tutto ciò, tuttavia, avrà senso se anche da parte delle istituzioni vi sarà la volontà di trovare soluzioni serie sulla sostenibilità del debito. Vogliamo porre termine a questa discussione sul Grexit, che è un freno alla stabilità in Europa”.

“L’austerità ha fallito e le Istituzioni devono fare i conti con questa innegabile verità”, conclude il premier ellenico, che poi chiede apertamente l’appoggio dei Paesi del Sudeuropa, a suo avviso troppo spesso lontani dalla questione greca. “  Alcuni Paesi del Sud Europa, fingono che la questione greca non li riguardi per tranquillizzare i mercati. Se l’Europa non riesce a gestire noi che siamo così piccoli, quale sarà la reazione dei mercati per Paesi che affrontano problemi molto più grandi come la Spagna o l’Italia che ha un debito pubblico di 2 mila miliardi? Se la Grecia fallisce i mercati andranno subito a cercare il prossimo. Il fallimento della Grecia, sarebbe “l’inizio della fine dell’eurozona”.

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