Casamonica. Bruno Vespa respinge le accuse: “Lasciateci fare il nostro mestiere”

“Lasciateci fare il nostro mestiere”. Così Bruno Vespa respinge le polemiche, parlando con l’assessore capitolino alla Legalità, Alfonso Sabella, in apertura della puntata odierna di ‘Porta a Porta’, in corso di registrazione. Quest’ultimo aveva chiesto al conduttore perché non fossero presenti anche le vittime del clan Casamonica nel corso della trasmissione di ieri sera con […]

“Lasciateci fare il nostro mestiere”. Così Bruno Vespa respinge le polemiche, parlando con l’assessore capitolino alla Legalità, Alfonso Sabella, in apertura della puntata odierna di ‘Porta a Porta’, in corso di registrazione.

Quest’ultimo aveva chiesto al conduttore perché non fossero presenti anche le vittime del clan Casamonica nel corso della trasmissione di ieri sera con ospiti in studio Vera e Vittorino Casamonica, rispettivamente figlia il nipote del capofamiglia Vittorio, celebrato venti giorni fa con un funerale-show nella chiesa di Don Bosco a Roma tra carrozze, cavalli ed elicotteri sulle note de Il Padrino.

La famiglia Casamonica, ha detto Vespa, “è una famiglia molto complessa e con un alto tasso di criminalità, la persona di cui sono stati celebrati quei funerali volgari ed eccessivi non era un mafioso né uno spacciatore. Noi dovevamo contestare quello che Polizia e Carabinieri e l’opinione pubblica gli ha contestato”.

“Il funerale di Vittorio Casamonica è un fatto di cronaca, ‘Porta a Porta’ deve occuparsene e noi che siamo molto attenti, soprattutto in casi come questo, abbiamo detto: ‘Invitiamo due persone incensurate’. Quindi- ha ribadito il conduttore- abbiamo avuto un doppio vantaggio, quello di avere due persone molto vicine a Vittorio e che non avevano mai ricevuto un avviso di garanzia e poi il direttore de ‘Il Messaggero’ e il capo della cronaca giudiziaria del ‘Corriere della Sera’, quindi più obiezione di così”.

Il servizio pubblico, poi, “deve trattare tutto, dipende da come lo si tratta e io credo che ieri ‘Porta a Porta’ abbia trattato il fatto come va trattato sul servizio pubblico”. “Quando Biagi intervistava Sindona o Buscetta o quando Santoro intervistava Ciancimino, noto galantuomo, c’erano le vittime?”, ha aggiunto Vespa.

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