Scoperta la farina più antica del mondo, ha 32mila anni

Non di solo caccia viveva l’Homo sapiens che gia’ 32mila anni fa raccoglieva, macinava e cuoceva avena. E’ quanto risulta da una scoperta realizzata da Marta Mariotti, associato di Botanica sistematica dell’ateneo fiorentino, che ha esaminato i residui vegetali rimasti intrappolati dentro i solchi di una macina nella Grotta di Paglicci (Rignano Garganico, Foggia), facendo […]

Non di solo caccia viveva l’Homo sapiens che gia’ 32mila anni fa raccoglieva, macinava e cuoceva avena. E’ quanto risulta da una scoperta realizzata da Marta Mariotti, associato di Botanica sistematica dell’ateneo fiorentino, che ha esaminato i residui vegetali rimasti intrappolati dentro i solchi di una macina nella Grotta di Paglicci (Rignano Garganico, Foggia), facendo emergere che gia’ nel Paleolitico superiore si conoscessero le prime tecniche per la preparazione della farina da cereali. La ricerca e’ stata pubblicata sulla rivista Pnas.

“Sulla superficie della macina – ha spiegato Mariotti – abbiamo trovato granuli di amido di avena, molto probabilmente Avena barbata L., e questa e’ al momento la prima testimonianza dell’uso di questa pianta. Il particolare stato di conservazione dei granuli di amido ci ha indotto a credere che i chicchi (le cariossidi), siano stati sottoposti ad un trattamento a caldo prima di essere macinate. La nostra tesi e’ che la lavorazione delle cariossidi avvenisse a piu’ stadi dopo la raccolta: il trattamento termico e la macinazione, rilevati in questo lavoro, e poi, presumibilmente, la successiva aggiunta di acqua e la cottura. Va detto che questo tipo di procedimento e’ ancora in uso in Asia ai giorni nostri”.

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