Happy Holyween: La Grande Festa di Ognissanti

“Chiediamo l’aiuto dell’Arcangelo San Michele per difenderci dalle insidie e dalle trappole del diavolo” (Papa Francesco). “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli”(Vangelo di Gesù secondo Matteo 5,8-10). […]

“Chiediamo l’aiuto dell’Arcangelo San Michele per difenderci dalle insidie e dalle trappole del diavolo” (Papa Francesco). “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli”(Vangelo di Gesù secondo Matteo 5,8-10). Happy Holyween. Happy Hallowmas. Beati tra i Santi. Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis. Felice Festa di Holyween. È la notte del 31 Ottobre, vigilia della solennità di Tutti i Santi, il 1° Novembre.

All Hallows Eve Day! Una notte con Gesù Eucarestia. È il modo giusto di festeggiare la vigilia di Ognissanti. La vita cristiana è un “combattimento contro il demonio, il mondo e le passioni della carne” – osserva Papa Francesco. Il Pontefice ribadisce che “il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui con l’armatura della verità. Forza e coraggio”. Papa Francesco riflettendo sulle parole di San Paolo che agli Efesini “sviluppa in un linguaggio militare la vita cristiana”, sottolinea come “la vita in Dio si deve difendere, si deve lottare per portarla avanti. Ci vogliono forza e coraggio per resistere e per annunziare. Per andare avanti nella vita spirituale si deve combattere. Non è un semplice scontro, no, è un combattimento continuo”. Francesco rammenta che sono tre “i nemici della vita cristiana: il demonio, il mondo e la carne”, ovvero le nostre passioni “che sono le ferite del peccato originale. Certo, la salvezza che ci dà Gesù è gratuita, ma siamo chiamati a difenderla: da che devo difendermi? Cosa devo fare? Indossare l’armatura di Dio, ci dice Paolo, cioè quello che è di Dio ci difende, per resistere alle insidie del diavolo. È chiaro? Chiaro. Non si può pensare ad una vita spirituale, ad una vita cristiana, diciamo ad una vita cristiana, senza resistere alle tentazioni, senza lottare contro il diavolo, senza indossare quest’armatura di Dio, che ci dà forza e ci difende. San Paolo sottolinea che la nostra battaglia non è contro cose piccole, ma contro i principati e le potenze, cioè contro il diavolo e i suoi. Ma a questa generazione, a tante altre, hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea, l’idea del male. Ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui. Lo dice Paolo, non lo dico io! La Parola di Dio lo dice. Ma noi – rileva Papa Bergoglio – non siamo tanto convinti. E poi Paolo dice com’è quest’armatura di Dio, quali sono le diverse armature, che fanno questa grande armatura di Dio. E lui dice: ‘State saldi, dunque, state saldi, attorno ai fianchi la verità’. Questa è un’armatura di Dio: la verità. Il diavolo – avverte il Santo Padre – è il bugiardo, è il padre dei bugiardi, il padre della menzogna. E con San Paolo bisogna avere ai fianchi la verità, indosso la corazza della giustizia. Non si può essere cristiani, senza lavorare continuamente per essere giusti. Non si può. Una cosa che ci aiuterebbe tanto, sarebbe domandarci se credo o non credo. Se credo un po’ sì e un po’ no. Sono un po’ mondano e un po’ credente? Senza fede non si può andare avanti, non si può difendere la salvezza di Gesù. Abbiamo bisogno di questo scudo della fede perché il diavolo non ci butta addosso fiori ma frecce infuocate per ucciderci”. Papa Francesco esorta dunque a prendere “l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito che è la Parola di Dio”, e invita a pregare costantemente, a vegliare con preghiere e suppliche. “La vita è una milizia. La vita cristiana è una lotta – afferma Papa Bergoglio – una lotta bellissima, perché quando il Signore vince in ogni passo della nostra vita, ci dà una gioia, una felicità grande: quella gioia che il Signore ha vinto in noi, con la sua gratuità di salvezza. Ma sì, tutti siamo un po’ pigri, no, nella lotta, e ci lasciamo portare avanti dalle passioni, da alcune tentazioni. È perché siamo peccatori, tutti! Ma non scoraggiatevi. Coraggio e forza, perché c’è il Signore con noi”. Chi sono i Santi? San Giovanni Paolo II, il 1° Novembre 2000, ne delinea la figura, in occasione del 50mo Anniversario della definizione dogmatica dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. “Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli” (Ap 7, 12). In atteggiamento di profonda adorazione della Santissima Trinità – afferma Papa Giovanni Paolo II – ci uniamo a tutti i Santi che celebrano perennemente la liturgia celeste per ripetere con loro il ringraziamento al nostro Dio per le meraviglie da lui operate nella storia della salvezza. Lode e azione di grazie a Dio per aver suscitato nella Chiesa una moltitudine immensa di Santi, che nessuno può contare (cfr Ap 7,9). Una moltitudine immensa: non solo i Santi e i Beati che festeggiamo durante l’anno liturgico, ma anche i Santi anonimi, conosciuti solo da Lui. Madri e padri di famiglia, che nella quotidiana dedizione ai figli hanno contribuito efficacemente alla crescita della Chiesa e all’edificazione della società; sacerdoti, suore e laici che, come candele accese dinanzi all’altare del Signore, si sono consumati nel servizio al prossimo bisognoso di aiuto materiale e spirituale; missionari e missionarie, che hanno lasciato tutto per portare l’annuncio evangelico in ogni parte del mondo. E l’elenco potrebbe continuare. Lode e azione di grazie a Dio, in modo particolare, per la più santa tra le creature, Maria, amata dal Padre, benedetta a motivo di Gesù, frutto del suo grembo, santificata e resa nuova creatura dallo Spirito Santo. Modello di santità per aver messo la propria vita a disposizione dell’Altissimo, Ella “brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione” (Lumen gentium, 68). Proprio oggi ricorre il cinquantesimo anniversario dell’atto solenne con cui il mio venerato predecessore Papa Pio XII, in questa stessa Piazza, definì il dogma dell’Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo. Lodiamo il Signore per aver glorificato la Madre sua, associandola alla Sua vittoria sul peccato e sulla morte. Alla nostra lode hanno voluto unirsi oggi, in modo speciale, i fedeli di Pompei, che sono venuti numerosi in pellegrinaggio, guidati dall’Arcivescovo Prelato del Santuario, Mons. Francesco Saverio Toppi, e accompagnati dal Sindaco della città. La loro presenza ricorda che fu proprio il Beato Bartolo Longo, fondatore della nuova Pompei, ad avviare, nel 1900, il movimento promotore della definizione del dogma dell’Assunzione. L’odierna liturgia parla tutta di santità. Per sapere però quale sia la strada della santità, dobbiamo salire con gli Apostoli sul monte delle Beatitudini, avvicinarci a Gesù e metterci in ascolto delle parole di vita che escono dalle sue labbra. Anche oggi Egli ripete per noi: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli! Il divin Maestro proclama “beati” e, potremmo dire, “canonizza” innanzitutto i poveri in spirito, cioè coloro che hanno il cuore sgombro da pregiudizi e condizionamenti, e sono perciò totalmente disponibili al volere divino. L’adesione totale e fiduciosa a Dio suppone lo spogliamento ed il coerente distacco da se stessi. Beati gli afflitti! È la beatitudine non solo di coloro che soffrono per le tante miserie insite nella condizione umana mortale, ma anche di quanti accettano con coraggio le sofferenze derivanti dalla professione sincera della morale evangelica. Beati i puri di cuore! Sono proclamati beati coloro che non si contentano di purezza esteriore o rituale, ma cercano quell’assoluta rettitudine interiore che esclude ogni menzogna e doppiezza. Beati gli affamati e assetati di giustizia! La giustizia umana è già una meta altissima, che nobilita l’animo di chi la persegue, ma il pensiero di Gesù va a quella giustizia più grande che sta nella ricerca della volontà salvifica di Dio: beato è soprattutto chi ha fame e sete di questa giustizia. Dice infatti Gesù: “Entrerà nel regno dei cieli chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). Beati i misericordiosi! Felici sono quanti vincono la durezza di cuore e l’indifferenza, per riconoscere in concreto il primato dell’amore compassionevole, sull’esempio del buon Samaritano e, in ultima analisi, del Padre “ricco di misericordia” (Ef 2,4). Beati gli operatori di pace! La pace, sintesi dei beni messianici, è un compito esigente. In un mondo, che presenta tremendi antagonismi e preclusioni, occorre promuovere una convivenza fraterna ispirata all’amore e alla condivisione, superando inimicizie e contrasti. Beati coloro che si impegnano in questa nobilissima impresa! I Santi – insegna San Giovanni Paolo II – hanno preso sul serio queste parole di Gesù. Hanno creduto che la “felicità” sarebbe venuta loro dal tradurle nel concreto della loro esistenza. E ne hanno sperimentato la verità nel confronto quotidiano con l’esperienza: nonostante le prove, le oscurità, gli insuccessi, hanno gustato già quaggiù la gioia profonda della comunione con Cristo. In Lui hanno scoperto, presente nel tempo, il germe iniziale della futura gloria del Regno di Dio. Questo scoprì, in particolare, Maria Santissima che col Verbo incarnato visse una comunione unica, affidandosi senza riserve al suo disegno salvifico. Per questo le fu dato di ascoltare, in anticipo rispetto al “discorso della montagna”, la beatitudine che riassume tutte le altre: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1, 45). Quanto profonda sia stata la fede della Vergine nella parola di Dio traspare con nitidezza dal cantico del Magnificat: “L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,46-48). Con questo canto Maria mostra ciò che ha costituito il fondamento della sua santità: la profonda umiltà. Ci si può domandare in che cosa consistesse questa sua umiltà. Molto dice al riguardo il “turbamento” suscitato in Lei dal saluto dell’Angelo: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,28). Di fronte al mistero della grazia, all’esperienza di una particolare presenza di Dio che ha posato su di Lei il Suo sguardo, Maria prova un naturale impulso di umiltà (letteralmente di “abbassamento”). È la reazione della persona che ha la piena consapevolezza della propria piccolezza di fronte alla grandezza di Dio. Maria contempla nella verità se stessa, gli altri, il mondo.

Non fu forse segno di umiltà la domanda: “Come avverrà questo? Non conosco uomo!” (Lc 1,34). Aveva appena udito di dover concepire e dare alla luce un Bimbo, che avrebbe regnato sul trono di Davide come Figlio dell’Altissimo. Certamente non comprese pienamente il mistero di quella divina disposizione, ma capì che essa significava un totale cambiamento nella realtà della sua vita. Tuttavia non domandò: sarà davvero così? deve accadere questo? Disse semplicemente: Come avverrà? Senza dubbi e senza riserve accettò l’intervento divino che cambiava la sua esistenza. La sua domanda esprimeva l’umiltà della fede, la disponibilità a porre la propria vita al servizio del mistero divino, pur nella incapacità di comprendere il come del suo avverarsi. Questa umiltà dello spirito, questa piena sottomissione nella fede si espresse in modo particolare nel suo “fiat”: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Grazie all’umiltà di Maria poté compiersi quello che Ella avrebbe in seguito cantato nel Magnificat: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Lc 1,48-49). Alla profondità dell’umiltà corrisponde la grandezza del dono. L’Onnipotente operò per Lei “grandi cose” (cfr Lc 1,49) ed Ella seppe accettarle con gratitudine e trasmetterle a tutte le generazioni dei credenti. Ecco il cammino verso il cielo che ha seguito Maria, Madre del Salvatore, precedendo su questa via tutti i Santi e i Beati della Chiesa. Beata sei tu, Maria, assunta in cielo in anima e corpo! Pio XII definì questa verità “a gloria di Dio onnipotente…, a onore del suo Figlio, re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della Madre sua, a gioia ed esultanza di tutta la Chiesa” (Cost. Ap. Munificentissimus Deus, AAS 42 [1950], 770). E noi esultiamo, o Maria Assunta, nella contemplazione della tua persona glorificata e resa, in Cristo risorto, collaboratrice con lo Spirito per la comunicazione della vita divina agli uomini. In Te vediamo il traguardo della santità cui Dio chiama tutti i membri della Chiesa. Nella tua vita di fede scorgiamo la chiara indicazione della strada verso la maturità spirituale e la santità cristiana. Con Te e con tutti i Santi glorifichiamo Dio Trinità, che sostiene il nostro pellegrinaggio terreno e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen”. Il 31 Ottobre 1512 il Papa Giulio II inaugura la volta della Cappella Sistina completata da Michelangelo Buonarroti dopo quattro anni di duro lavoro celebrati nel famoso sonetto “I’ho già fatto un gozzo in questo stento” e nel film “Il tormento e l’estasi” di Carol Reed basato sul romanzo di Irving Stone. A Roma, ogni giorno, 10-20mila persone nei periodi di massima affluenza turistica, visitano la Cappella Sistina nella Città del Vaticano. Persone di ogni provenienza, lingua e cultura, di ogni religione o di nessuna religione, contemplano gli affreschi della Cappella Sistina, lo specchio del Cielo, l’attrazione fatale, l’oggetto del desiderio, l’obiettivo irrinunciabile per tutti. Quel 31 Ottobre del 1512, quando Papa Giulio II inaugura con la liturgia dei Vespri, la volta da Michelangelo conclusa dopo un’immane fatica durata dal 1508 al 1512, il Romano Pontefice non può immaginare che da quei più di mille metri di scene bibliche dell’Antico e Nuovo Testamento affrescate, sarebbe precipitato su Roma e sulla storia dell’arte mondiale un violento torrente montano portatore di felicità ed estesi ma anche di tormento e devastazione, come scriverà Heinrich Wölfflin nel 1899 con una bella metafora. Di fatto, dopo la volta della Sistina, la storia dell’arte in Italia e in Europa cambia radicalmente. Niente sarà più come prima. Con la volta di Michelangelo ha inizio quella stagione delle arti che i manuali definiscono del manierismo. “La volta – scrive Giorgio Vasari – diventerà la lucerna destinata a illuminare la storia degli stili per molte prossime generazioni di artisti”. Oggi cinque milioni di visitatori all’anno all’interno della Cappella Sistina producono un ben arduo tormento, spaventoso quanto l’orribile festa demoniaca di Halloween, inventata ed esportata dagli Stati Uniti d’America in tutto il mondo per legittimare nei piccoli e nei grandi l’adorazione di Satana, il quale può così vantarne il possesso. Altro che festa in maschera! La pressione antropica con le polveri indotte, l’umidità che i corpi portano con sé, l’anidride carbonica della traspirazione, comportano disagio per i visitatori della Sistina e, nel lungo periodo, possibili danni per le pitture. In Vaticano potrebbero contingentare l’accesso, introdurre il numero chiuso. Lo faranno se la pressione turistica dovesse aumentare oltre i limiti di una ragionevole tollerabilità e se non riusciranno a contrastare con adeguata efficacia il problema. Gli esperti ritengono, però, contrariamente a quanto apparso sui media, che nel breve medio periodo l’adozione del numero chiuso non sia necessaria. Era urgente mettere in opera tutte le più avanzate provvidenze tecnologiche in grado di garantire l’abbattimento di polveri e inquinanti, il veloce ed efficace ricambio dell’aria, il controllo della temperatura e dell’umidità. Come ricorda Giovanni Urbani, alla nostra epoca non è dato avere un nuovo Michelangelo. A noi è dato però il dominio della bellezza, della scienza e della tecnica le quali consentono, pare ragionevole pensare, se correttamente applicate, di conservare il Michelangelo che la storia ci ha trasmesso nelle condizioni migliori, per il tempo più lungo possibile. D’altra parte, visitare la Cappella Sistina è salutare per l’anima e per il corpo. Nella Grande Festa di Ognissanti (Holyween, Hallowmas) la Chiesa Cattolica Apostolica Romana concede l’indulgenza plenaria (condono della pena per tutti i peccati commessi) ai cristiani (ma anche ai cari defunti in Purgatorio) che si confessano, visitano i cimiteri, recitano il Credo e vanno a Messa. Mentre i neopagani e i settari di tutte le gradazioni festeggiano l’eretica Halloween, erigendo statue al diavolo come accade negli Usa, il plauso va a quei buoni cattolici che, non soggiogati da stupide e peccaminose mode e cerimonie commerciali, festeggiano Ognissanti il Primo Novembre dedicato a tutti i Santi, quelli del Paradiso e del Purgatorio e tutti quei cristiani anonimi che, in grazia di Dio, possono dirsi Santi, e il Due Novembre i propri cari Defunti. E che per tutto il resto del mese continuano a ricordarli con vero e profondo spirito cristiano di carità. Il Primo Novembre, festa di Ognissanti, la Religione Cattolica trionfa sul paganesimo e sulle forze del male: Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis. Il Due Novembre, commemorazione dei fedeli defunti, si ricordano le Indulgenze della Chiesa per i nostri antenati. Le condizioni per l’Indulgenza Plenaria sono: adempiere l’opera prescritta con l’intenzione (almeno abituale e generale) di guadagnare l’indulgenza; confessione e comunione anche nella settimana che precede o segue l’opera prescritta; visita, se richiesta, di una Chiesa o Oratorio pubblico (si può fare dal mezzogiorno del giorno precedente); pregare in qualunque modo, secondo le intenzioni dei Sommi Pontefici, cioè: Esaltazione della Fede; Estirpazione delle eresie; Conversione dei peccatori; Pace tra i prìncipi e governanti cristiani; essere in stato di grazia. Durante l’Ottava della Commemorazione dei defunti (dal 2 al 9 Novembre) l’Indulgenza Plenaria si ottiene per la visita a un cimitero con un’orazione qualunque, anche mentale, per i defunti. Una volta al giorno alle consuete condizioni. Il 2 Novembre e la Domenica successiva (nell’Ottava) l’Indulgenza Plenaria si lucra con la visita di una chiesa o oratorio pubblico recitando sei Pater-Ave-Gloria. Ogni volta. Per i fedeli che hanno fatto l’Atto eroico di carità per le anime del Purgatorio, l’Indulgenza Plenaria si ottiene alle consuete condizioni: tutto l’anno ad ogni comunione fatta in una chiesa o oratorio pubblico; ogni Lunedì e, se non si può, la Domenica successiva, nell’assistere ad una Messa per le anime del Purgatorio; per i sacerdoti che hanno fatto l’Atto eroico di carità, altare privilegiato. “Beati noi perché facciamo parte di una compagnia spirituale”, ricorda il Papa emerito Benedetto XVI, “una compagnia che vive il Vangelo nella famiglia, nella comunità e nella Eucarestia”. Una compagnia che prima di tutto, sempre e ovunque, pone al centro della vita il rispetto della dignità della persona, a qualunque costo in nome del Vangelo. Quindi non possiamo che dirci cristiani beati in quanto “fratelli collaboratori di Dio nel Vangelo di Cristo” (San Paolo, 1Ts 3,2) perché il mondo creda non in noi ma nel Redentore Gesù Cristo (mirabili sono gli affreschi medievali nel monastero di Visoki Decani in Kosovo: www.kosovo.net/dec_frescoes.html) Figlio di Dio che duemila anni fa sulla Terra si è fatto pienamente Uomo nell’umiltà di una capanna a Betlemme, in Israele, grazie al SI della Santissima Vergine Madre Maria. Un SI pronunciato umilmente all’Arcangelo Gabriele. Un Uomo, Gesù, vissuto in mezzo a noi, ai nostri antenati, condannato ingiustamente, giustiziato sulla croce, morto e, dopo tre giorni, risuscitato dai morti secondo le Scritture. Questa è nostra Fede che la Chiesa attraverso gli Apostoli, i Santi, i nostri stessi nonni e i genitori, ci ha trasmesso nel Battesimo e nella Confermazione (la Cresima). Miliardi di persone nel passato vi hanno creduto e miliardi di miliardi in futuro vi crederanno sulla Terra e sugli altri mondi grazie alla nostra Fede. Ecco perché non possiamo non dirci cristiani beati, cioè seguaci di Gesù di Nazareth sulla via della Verità, della Giustizia, della Carità, della Pace, della Fede e della Speranza. Chi nel laicato, chi nella vita consacrata sacerdotale e religiosa, chi nel Matrimonio di un uomo e di una donna, tutti i giorni, in famiglia, nella società, nella cultura, nel lavoro, tutti siamo cristiani. Anche chi dice o pensa di non esserlo, magari per stolto umano imbarazzo. Cristiani, ossia portatori sani di quei valori essenziali della vita e della dignità della persona che, purtroppo, oggi sono tutt’altro che affermati nella nostra società in crisi permanente, nella civiltà occidentale decadente perché pagana. Non possiamo tacere questa nostra appartenenza, pena il tradimento della nostra più intima essenza. Il Male e le sue molteplici espressioni moderne (laicismo, moralismo anticlericale, indifferenza, razzismo, negatività, vizio, esaltazione della omosessualità, razzismo eterosessuale, cristianofobia, pedofilia, pornografia) che serpeggiano e dilagano nel mondo e su Internet come tsunami, benché assurti a metro di giudizio multimediale di singole persone e intere comunità, non possono vincere su Cristo e non prevarranno sulla Fede, sulla Chiesa Cattolica e sui Servi che Dio ha segnato (Apocalisse, 7,2-4.9-14) con il Suo sigillo. Ce lo assicura Gesù: “Le porte degli inferi non prevarranno” (Mt 16,18) e ce lo confermano i Santi, noti e ignoti che onoriamo. I Santi non sono supereroi stile Superman o alla stregua dei grandi personaggi della Marvel, ossia non sono eroi sovraumani nel senso di superiori alla razza umana. Il Santo non supera l’umanità ma l’assume come ha fatto Gesù e si sforza di avvicinarsi il più possibile al modello di Uomo completo e perfetto, il Cristo Re dell’Universo. Le Beatitudini sono la Carta costituzionale del Santo, cioè le Leggi superiori alla logica umana. Per questo commemoriamo cristianamente le spoglie mortali dei nostri cari Defunti che ci hanno trasmesso la Fede. La lettera «Voi siete tutti fratelli» del Maestro dell’Ordine, inviata a tutta la Famiglia Domenicana, ha dato molto impulso alla preparazione dei Padri Predicatori all’ottavo centenario dalla fondazione ad opera di San Domenico, il Grande Giubileo che comincia nel 2016. “Stiamo vivendo un tempo fecondo di speranza – scrive il Maestro successore di San Domenico – mentre andiamo verso la celebrazione degli 800 anni della conferma dell’Ordine da parte di Onorio III (22 Dicembre 1216)”. Subito dopo il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco. Grande importanza ha assunto per il cammino spirituale e per la missione dei Padri Domenicani nel mondo, la celebrazione dell’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI che ha indicato Maria Santissima, Custode della Santa Russia in Europa, quale “modello perfetto del sacerdote” ed ha suggerito anche il senso che si deve dare a questo anno giubilare particolare. La grande e filiale devozione domenicana alla Vergine Maria, scudo alle insidie del Maligno, e l’impegno apostolico della Predicazione, possono “ravvivare l’amore e la venerazione per Lei e lo spirito di fratellanza tra tutti gli esseri umani”. La Chiesa di Dio, una e visibile, è veramente universale, cioè cattolica, in quanto mandata a tutto il mondo, perché la Terra si converta (ogni persona cambi vita) al Vangelo, alla Buona Novella. Il Magistero della Chiesa afferma sempre che i cristiani, come insegna il Signore Gesù, “si caratterizzano dalla dilezione scambievole” (Gv 13,35). La coesione familiare è la natura propria dei cristiani, l’unità è il loro unico modo di presentarsi al mondo per l’annuncio. Il Cristianesimo è uno solo. Questa è l’essenza stessa dell’ecumenismo, la Verità insindacabile. Un Cristianesimo unito si diffonde ovunque, un giorno forse oltre i confini della Terra quando scopriremo che il Mondo è anche là fuori nell’Universo, poiché è nell’unità della Chiesa che trova espressione viva e feconda l’evangelizzazione di tutti i popoli del Regno di Dio. La Chiesa intera si estenderà fino ai confini della Terra nella misura in cui la sua unità è affermata e realizzata. Così prega Gesù rivolgendosi al Padre: “Che essi siano uno affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato” (Gv 17,21). Il missionario, il predicatore, è operatore di pace, colui che insegna a credere in Cristo; egli porta all’eroismo la propria vocazione di cristiano. Così si diventa Santi. Oggi la cultura del mondo predica la divisione, non l’unità, la guerra come mezzo di sostentamento economico dei Warlords. I cristiani sanno che solo attraverso questa unità il mondo crederà in Cristo Signore. Se da un lato questa unità esiste già nella Chiesa di Cristo, nonostante i suoi “vasi creta”, dall’altro non è un’unità già attuata completamente e visibile. Dunque va cercata, va voluta, incrementata, difesa, promossa. Essa sarà in continua crescita fino alla pienezza, fino alla completa fraternità fra tutti i popoli, raggiunta la quale saremo tutti di Cristo alla Sua seconda venuta gloriosa sulla Terra. Dunque, l’affare urgente, la formula vincente per la vita santa, non è vincere la lotteria, la carriera, il superenalotto o possedere l’ultima (ma già vecchia!) diavoleria tecnologica portatile bucherellata secondo i dettami dell’ideologia Gender, ma è la fraternità. Le divisioni e le contro-testimonianze non solo contraddicono apertamente la volontà di Gesù Cristo, ma sono anche di scandalo ai più piccoli e danneggiano la predicazione del Vangelo ad ogni creatura. Vincere la fraternità e l’amicizia tra i popoli, significa soprattutto abbreviare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo sulla Terra, come promesso. Altro che “trick ‘r treat”, altro che “dolcetto o scherzetto”! L’Armageddon è soltanto finzione? Come e quando verrà distrutto il Male? Come e quando finirà il mondo, con l’esplosione di un supervulcano, di un mega flare solare o l’impatto cosmico di livello estintivo? Chi vivrà nei secoli venturi vedrà. Halloween, la festa delle zucche vuote, la notte del 31 Ottobre, paradossalmente vissuta come un’innocente ricorrenza commerciale e finanche scolastica da bambini, insegnanti, adulti e genitori più o meno cristiani, consegna riflessioni amare sullo stato del Male nel mondo, un Rapporto mai adeguatamente stilato e conosciuto. Neppure al livello delle Nazioni Unite. La zucca arancione di Halloween simboleggia una testa di morto e rappresenta l’irlandese errante Jack O’Lantern che secondo la leggenda fece un patto col diavolo non trovando pace né all’inferno né in Paradiso. Jack, un fabbro malvagio, perverso e tirchio, una notte d’Ognissanti, dopo l’ennesima bevuta viene colto da un attacco mortale di cirrosi epatica. Il diavolo nel reclamare la sua anima viene raggirato da Jack e si trova costretto ad esaudire alcuni suoi desideri, tra i quali quello di lasciarlo in vita, giungendo ad un patto con cui rinunciava all’anima del reprobo. Jack, ignaro dell’effetto della malattia, muore un anno dopo. Rifiutato in Paradiso, Jack non trova posto nemmeno all’inferno a causa del patto con diavolo. A modo di rito, il poveraccio intaglia una grossa rapa mettendovi all’interno della brace fiammante, a luogo della dannazione eterna. Con questa lanterna, Jack, fantasma, torna nel mondo dei vivi. In teoria, andrebbe anche bene giocare e finanche esorcizzare questi mostri satanici, ma ormai la carnevalata di Halloween, apparentemente innocua, rappresenta una sorta di revival del neopaganesimo e soprattutto uno dei tanti mezzi usati da alcuni seguaci del Male, soprattutto a livello artistico e cinematografico, per cercare di imporre il pensiero magico-esoterico tra i piccoli, formando e riformando la nostra cultura ad accogliere il Male come fosse una declinazione accettabile del bene! Secondo l’eresia ricorrente, “Halloween è la festa in cui i morti ricevono il permesso di circolare per una notte nel mondo dei vivi”. Come se non bastassero i politicanti, gli attori, i musicisti e i tagliagole stipendiati dai Warlords a spaventare la gente con le loro reprobe oscenità fatte passare sui Tg e su Internet per normale amministrazione dei fatti mondani. Così, celebrando la “tradizione” fondata sulla menzogna di Halloween, molte persone si travestono da mostruosi personaggi del “regno dei morti” per sfilare nelle strade delle città anglosassoni, europee e italiane. In fondo Halloween appare soltanto come l’ennesima occasione per festeggiare, lucrare e divertirsi, magari per superare il tempo senza fine della crisi economica italiana a base di “renzusconismo”. Come se i cinquemila suicidi di imprenditori e disoccupati in un Belpaese allo sbando totale dal 2008, possano essere esorcizzati da un culto pagano satanico! In verità, dietro la parvenza di festa innocente e spassosa, Halloween si impone come moda e tendenza commerciale nelle giovani generazioni per rendere normali e divertenti aspetti e figure orride e ripugnanti peraltro già presenti nei disgustosi film horror che infestano il cinema, la televisione e Internet. Halloween, allora, diventa il fenomeno commerciale americano da festeggiare come un rito civile. Anche se in realtà la festa nasce da un culto celebrato nelle isole britanniche dai Celti, il Samain, una specie di festival della morte di mezzo Autunno realizzato per propiziare il favore di divinità pagane, che si traduce in “fine dell’estate”, in gaelico. È il capodanno celtico, sotto gli “auspici” (terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, impatti cosmici e alluvioni) della Luna del Cacciatore celebrata dai Nativi Americani come propiziatoria. La Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV nell’Anno Domini 834, decide di spostare la festa di Ognissanti dal 13 Maggio al Primo Novembre proprio per sradicare le superstizioni e gli appuntamenti occultistici derivati dall’antica festa druidica. Neanche a farlo apposta, per quanto prevedibilmente, anche in Italia Halloween si è diffusa alla grande in poco tempo. Nei primi Anni Novanta del Secolo Scorso, nessuno avrebbe festeggiato Halloween nel Belpaese! Nessuno avrebbe immaginato che il 31 Ottobre 2015 le nostre strade, vetrine, scuole e case di città e contrade, come nei paesi anglosassoni, potessero popolarsi di zucche a forma di teschio, candele magiche danzanti, scheletri, mostri, fantasmi, streghe e zombi e tante altre immagini macabre, impersonate da bambini innocenti e genitori entusiasti come gli insegnanti delle pubbliche scuole. Roba di pessimo gusto come i film horror dei Tg. Come se la realtà non fosse già spaventosa per i più piccoli che andrebbero difesi ad ogni costo dalla televisione, dai film, dal male e dalle sue spietate manifestazioni su Internet. Se il mostruoso diventa carino, il terrificante piacevole, il ripugnante esaltante, il demoniaco simpatico, il passaggio successivo è un altro scenario “accettabile” horror e la perdita di una precisa demarcazione tra ciò è che Bene e ciò che è Male. Non a caso il “fecondo” Papa Francesco, proprio all’inizio del suo Pontificato, indica nella “dittatura del relativismo” una delle più gravi e letali malattie del nostro tempo. Halloween, dietro la vetrina apparentemente simpatica e colorata, è anche e soprattutto una delle principali ricorrenze del mondo satanico. E, in effetti, viene considerato da molti il capodanno dei satanisti e non soltanto dei Celti. Il periodo favorevole per la celebrazione di “sabba”, cioè riti e messe nere in onore del demonio. Per gli occultisti la notte del 31 Ottobre è uno dei quattro appuntamenti più importanti dell’anno. Anche per la profanazione dei cimiteri, le messe nere, i sacrifici animali e umani (fatti passare per attentati terroristici e incidenti!) e ogni sorta di dissacrazione e sacrilegio sono praticati, esaltati e auspicati. Allora, ancora Happy Halloween? Questa strana festa per grandi e piccini è ormai diventata in Italia il momento per lasciare che la fantasia horror prenda il sopravvento sulla crisi economica che uccide con altrettanta spietata ferocia. E se questo significa vestirsi, insieme ai figli, come la creatura preferita del fantastico o raccontare storie di fantasmi in una stanza buia, molti (ex) cristiani si lasciano sedurre. La pazzia non risparmia neppure gli scienziati della Nasa che propongono le loro ridicole zuccose interpretazioni cosmiche della festa! Un chiaro inequivocabile indizio di una maligna aliena extraterrestre presenza sulla Terra (cf. film Extant) o l’avverarsi della spaventosa “profezia” del professor Stephen Hawking? Halloween può sembrare solo tutta una questione di costumi e caramelle, ma la festa, relativamente nuova anche per l’America accanto a tutti gli altri riti caraibici sui defunti dove il confine tra cristianesimo e paganesimo è sempre più evanescente, ha fatto breccia nella cultura popolare degli States solo agli inizi del Novecento. Le sue radici nelle credenze pagane risalgono a migliaia di anni fa. Alcune tradizioni di Halloween, come la scultura di Jack O’Lantern, sono basate sul folklore irlandese e sono state tramandate nel corso dei secoli. Mentre le leccornie, le caramelle al mais, le mele caramellate e di cioccolato, sono le più moderne squisite aggiunte di Halloween all’autentica tentazione per i più piccoli, ma anche al mezzo più astuto di cui il Male oggi si serve per fare breccia nei bambini: Internet. Che c’entrano allora i ragni, le streghe e il trick-or-treat, i simboli della sfortuna, i gatti neri – santi e ministri di grazia soccorreteci! – e le molte decorazioni di Halloween? La cattiva reputazione del gatto nero (famoso anche nella serie classica di Star Trek) risale al Medioevo, precisamente al Seicento a stelle e strisce, quando la caccia alle streghe era all’ordine del giorno. Anziani e donne soli erano spesso accusati di stregoneria e dei loro gatti neri da compagnia si diceva fossero i loro familiari, animali demoniaci che erano stati donati dal diavolo. Un altro mito medievale afferma che Satana si trasformò in un gatto per socializzare con le streghe. Ma al giorno d’oggi, con l’invasione di miliardi di ratti, i gatti neri non sono più sinonimo di sfortuna e malizia: in Irlanda, Scozia e Inghilterra, è considerata buona fortuna incontrare un gatto nero per strada. La vicenda di Jack in realtà affonda le sue radici in una sinistra tragica favola. Il folklore celtico racconta la storia di un contadino ubriacone di nome Jack che cercò di ingannare il diavolo. Non avendo scelta, Jack fece una lanterna con una rapa e un pezzo di carbone ardente che il diavolo aveva preso dall’Inferno. La lanterna usata per guidare l’anima perduta di Jack, avrebbe poi aiutato tutti gli altri spiriti perduti che si aggirano per le strade e le case nella notte di Halloween, dalle ore 23 del 31 Ottobre alle ore 3 antimeridiane (ora del diavolo) del 1° Novembre. Originariamente realizzata con una rapa svuotata e una piccola candela al suo interno, la lanterna è poi finita sulle facce spaventose scolpite nelle zucche vuote, per terrorizzare gli spiriti maligni! Quando la carestia delle patate in Irlanda nel 1846 costrinse le famiglie irlandesi a fuggire verso il Nord America, la tradizione varcò l’Oceano Atlantico imponendo alcune trasformazioni. Dal momento che le rape erano difficili da trovare negli States, furono usate le zucche come semplice e pratico sostituto. Agli Americani è sempre piaciuto il folklore medievale. Vanno pazzi per la storia russo-europea, come il loro fanta-medioevo cinematografico docet. I pipistrelli, i vampiri e le streghe hanno finito per arricchire la favola di Halloween, esorcizzandone le minacciose paure. Come quella del pipistrello visto volare sulla propria casa per tre volte: triste presagio che qualcuno prima o poi sarebbe presto morto. Come quella del pipistrello volato in casa il giorno di Halloween: chiaro segnale di una casa infestata dai fantasmi. Senza contare quella dei ragni striscianti che si uniscono alle fila di pipistrelli, gatti neri e cattive compagnie di streghe, stregoni e faccendieri mafiosi politicanti un po’ meno diffusi nel medioevo ma altrettanto demoniaci. Una superstizione vuole che se un ragno cade in una lampada a lume di candela e viene consumato dalla fiamma, le streghe si trovano nelle vicinanze. E che dire della leggenda dell’insetto schiacciato ad Halloween? Altra superstizione: lo spirito di un defunto amato veglia su di voi. L’immagine stereotipata della strega con il cappello a punta nera e il naso bitorzoluto nell’atto di mescolare una venefica pozione magica nel suo calderone, deriva in realtà da una dea pagana conosciuta come La Vecchia, celebrata durante il samhain. La Vecchia era anche conosciuta come la Madre Terra che simboleggia la saggezza, il cambiamento, la risoluzione della diversità, le “riforme” e il volgere delle stagioni. Oggi, l’onnisciente Vecchia megera si è trasformata in minacciosa strega che schiamazza non soltanto ad Halloween ma anche su Internet e in Parlamento, celebrando l’ideologia Gender nell’universo mondo. I Celti credevano che dopo la morte tutte le anime sarebbero finite nel calderone della megera che simboleggia il grembo della Madre Terra. Lì, le anime attendono la reincarnazione. Soltanto la dea, agitando il mestolo, avrebbe permesso alle nuove anime di entrare nel calderone ed alle vecchie di rinascere per la nuova vita. Quell’immagine del calderone della vita è stata poi sostituita dai minacciosi variopinti vapori delle streghe medievali. I cartoni animati americani hanno poi amplificato il fenomeno. Il manico di scopa della strega è l’altra superstizione ricorrente che ha le sue radici nei miti ancestrali. Gli anziani e le donne introverse, accusati di stregoneria, erano spesse volte i poveri che non potevano permettersi nulla, neppure un cavallo come mezzo di trasporto per attraversare i boschi a piedi con l’aiuto di semplici bastoni. Poi sostituiti da scope nella leggenda. Il folklore inglese racconta che durante le cerimonie notturne, le streghe si spalmassero una pozione “volante” sui loro corpi (profumi e spezie) per provare ad occhi chiusi l’ebbrezza del volo onirico. L’unguento allucinogeno che causava intorpidimento, battito cardiaco accelerato e confusione, avrebbe offerto loro l’illusione di essere stati ammessi nei cieli o negli inferi alla presenza della divinità. Durante il samhain, il velo tra il nostro mondo e quello degli spiriti diventa più sottile e i fantasmi dei defunti possono mescolarsi con i vivi. La superstizione, molto viva nei Caraibi e in Africa, è che i fantasmi in visita si possono mascherare in forma umana. Altro celebre film. Famosa è la leggenda di come un mendicante bussò alla porta di casa durante il samhain per chiedere soldi o cibo. Allontanarlo a mani vuote significava rischiare di subire l’ira dello spirito e di essere maledetti o perseguitati. Un altro mito celtico vuole che vestirsi come un fantasma potrebbe ingannare gli spiriti maligni a pensare che si sia uno di loro in modo da sfuggire alla loro ira ed alla loro razzia di anime. Negli Stati Uniti d’America il trick-or-treat è diventato il tradizione interrogativo “minaccioso” dei bambini ad Halloween, fin dalla fine del 1950, chiaramente importato dagli immigrati irlandesi. Festa esaltata dal regista Steven Spielberg nel suo kolossal “ET-L’Extraterrestre” dove la creatura aliena viene travestita con un lenzuolo in fantasma dai bambini. I colori tradizionali di Halloween (arancione, rosso e nero) in realtà derivano dalla celebrazione pagana dell’Autunno e del raccolto, con l’arancio e il rosso a simboleggiare i colori delle piante e foglie, e il nero come triste segnale della morte dell’Estate. Nel corso del tempo, il verde, il viola e il giallo sono stati introdotti in tutte le altre combinazioni decorative di Halloween. Finanche sui computer “retina display” ipersaturi. Gli scherzi di quartiere a volte tirano in ballo anche le uova per cristallizzare la malizia e la minaccia, i sentimenti più pubblicizzati dalla festa. È singolare perché gli antichi Celti nel samhain celebravano con falò, giochi e scherzi comici, proprio la vita. E non la morte. Negli Anni Venti e Trenta del XX Secolo, le celebrazioni divennero più chiassose negli States, con atti di vandalismo in aumento tra i giovani adolescenti inquieti probabilmente a causa della tensione provocata dalla Grande Depressione (Jack Santino, “Halloween e altri Festival di morte e la vita”, University of Tennessee Press, 1994). Per arginare i fenomeni di violenza, gli adulti cominciarono a distribuire le caramelle. Così fu reintrodotta la tradizione dimenticata del trick-or-treat in costume, con la richiesta esplicita di dolci alle porte di casa. Le furberie, le devastazioni e i saccheggi, però, non diminuirono. Molti presero a pretesto la data del 31 Ottobre per dare libero sfogo ai loro istinti. Le mele caramellate divennero subito popolari ad Halloween: il frutto zuccherino servito su un bastone, da allora è la principale delizia dei bambini. Oggi, le mele sono anche ricoperte di cioccolato con noci, senza contare la ricetta con il famoso sciroppo rosso americano a base di frutti di bosco che riscopriamo nel Giorno del Ringraziamento, il quarto Giovedì di Novembre. La fusione di tradizioni celtiche e romane ha poi fatto di Halloween il fenomeno commerciale che conosciamo. Samhain coincideva, infatti, con la festa romana in onore di Pamona, la dea degli alberi da frutto, spesso simboleggiata da una mela. Va da sé che il frutto è diventato sinonimo di samhain, la celebrazione del raccolto. Nei tempi antichi, la mela era considerata un frutto sacro in grado di predire il futuro. Il “bobbing” con le mele è così diventato uno dei giochi tradizionali della fortuna nella notte di Halloween. Ancora oggi si crede che la prima persona in grado di raccogliere una mela in un secchio pieno d’acqua, senza usare le mani, sia destinato a sposarsi per primo. Se ci riesce al primo tentativo, significa che sperimenterà l’amore vero, mentre chi afferra la mela dopo molti tentativi si dimostra più volubile nei suoi sentimenti e sforzi romantici. Un altro mito vuole che per sognare il suo futuro marito, una ragazza debba mettere il suo caschetto di mele sotto il cuscino la notte di Halloween. La caramella di mais, sinonimo di Halloween, è stata inventata alla fine del 1880 e cominciò ad essere prodotta in serie agli inizi del Novecento. Il processo originale per fare le caramelle di mais era ingombrante e richiedeva tempo: ogni sciroppo doveva essere riscaldato in grandi tini ed accuratamente versato a mano in stampi di forma speciale. Ma i miti e le leggende metropolitane superano la bontà dei dolcetti di Halloween, non la spietata realtà del mondo in guerra contro i Warlords. Che i malfattori usino Halloween come un pretesto e un’opportunità per avvelenare i bambini, pare incredibile. Sembra il delitto perfetto concepito da una mente diabolica come nei film horror. Attendere i bimbi innocenti per poi avvelenarli con dolci contaminati. Eppure, in un solo caso un bambino americano di otto anni morì avvelenato nel 1974 nel mangiare dolci di Halloween. L’assassino condannato, Ronald Clark O’Bryan, fu giustiziato nel 1984. Ci fu poi lo strano caso in Ontario del 2008 quando un gruppo di bambini in un quartiere trovò pillole medicinali in scatole sigillate di Smarties. I pericoli di Halloween sono ben altri per i bambini. Halloween è il giorno più letale dell’anno per gli incidenti stradali. Una media di 5,5 bambini muore dopo essere stati colpiti da un veicolo negli Usa, il 31 Ottobre di ogni anno, a fronte di una media di 2,6 morti negli altri giorni dell’anno. Un altro mito vuole che bande armate vadano a caccia di pit-bull per le strade delle città. Il messaggio, diffuso su Facebook e Twitter alcuni anni fa, costrinse i proprietari dei cani a sbarrare le porte di casa il 31 Ottobre, perché Halloween era stata ufficialmente dichiarata la Giornata Nazionale delle Uccisioni dei Pit-Bull. Mazze da baseball, coltelli, mattoni, veleni e “hot-dog” imbevuti di liquidi letali, venivano indicati come gli strumenti ideali per uccidere i cani. Chiaramente la bufala “Uccidi un Pit Bull ad Halloween” fu scoperta non prima che un’ordinanza comunale ne proibisse la soppressione. Lo scherzo funzionò. Come la massima che la festa di Halloween sia più costosa del Natale. In realtà Halloween non offre un grosso impulso all’economia degli Usa e del mondo. La spesa per i costumi di Halloween e caramelle, stimata in pochi milioni di dollari l’anno, è un’inezia rispetto alle vendite natalizie che possono superare i 600 miliardi dollari, crisi permettendo. Laddove la spesa per la Festa del Papà è sui 12,7 miliardi di dollari e la Festa della Mamma sui 14,1 miliardi di dollari. Altro mito? I reati sessuali sui minori. Come i racconti sulle caramelle e le mele avvelenate, l’idea che i bambini possano essere l’obiettivo di pervertiti, pedofili e delinquenti sessuali “trick-or-treaters” di tutti i generi, sembra essere l’altra leggenda metropolitana. Secondo uno studio pubblicato nel 2010, non sembra esistere una correlazione e un incremento di abusi e crimini sessuali perpetrati contro i bambini il giorno di Halloween. Dei 67.307 reati sessuali non familiari registrati negli Usa, nessuno pare sia stato commesso ad Halloween. Laddove l’85 percento dei bambini vittime di abusi sessuali sono violentati da conoscenti e il 47 percento delle vittime vengono abusate da familiari. C’è poi il mito dei vampiri. La saga cinematografica “Moon” docet. Sono reali come i lupi mannari delle serie televisive americane che esaltano la ideologia Gender? Molte persone ci credono seriamente, altre per divertimento. Eppure le ragioni matematiche per cui i vampiri non possono esistere, sono più che solide. Se i vampiri stile Dracula (sempre di nuovo al cinema) fossero veri nel senso classico di succhiatori di sangue umano delle loro povere vittime così trasformate in altri vampiri, l’intera popolazione mondiale sarebbe già stata trasformata in meno di 2,5 anni dalla pubblicazione dei primi famosi resoconti. Insomma, saremmo già tutti dei Dracula da almeno 400 anni, ossia dallo scoppio dell’ultima Supernova galattica osservata! Con una popolazione umana di poco più di 5 milioni nell’Anno Domini 1600, a fronte degli attuali 7,2 miliardi, ogni vampiro avrebbe avuto il tempo di contagiare come minimo una persona al mese. La Terra, dunque, sarebbe stata contaminata dai vampiri in meno di tre anni. E questo è desumibile tenendo conto della crescita della popolazione mondiale. Chiaramente la Festa di Holyween è un buon giorno per donare il proprio sangue. È un gran giorno anche per i medici dentisti. I bambini vanno incontro a tutta una serie di patologie dentarie, dalla rottura alle carie. Una vera manna per la sanità pubblica e privata italiana. Sono gli effetti collaterali delle caramelle di Halloween, degli spuntini a base di dolci, dei mostruosi batteri che si nutrono di zuccheri e di altri carboidrati nelle puerili fameliche fauci. Il consiglio è sempre quello di potenziare l’igiene orale dei bambini. È meglio mangiare cinque barrette di cioccolato in una sola volta che mangiarne una ogni poche ore senza lavarsi i denti? Nel primo scenario gli acidi si accumulano in bocca e la saliva naturalmente li neutralizza nel corso di un’ora o giù di lì, aiutata da un buon dentifricio. Nel secondo si espongono i denti all’attacco degli acidi tutto il giorno, troppi per la saliva e lo spazzolino. Rimpinzarsi è consigliabile? Non per tutti gli stomaci. Le patatine fritte e i salatini sono anche peggiori del cioccolato, perché questi carboidrati cotti o bruciati avvolgono i denti offrendo ai batteri della bocca qualcosa da assaporare più a lungo e generando così più acidi, senza contare i tragici effetti delle sostanze cancerogene figlie degli amidi. Anche se può sembrare strano, sostituire al cioccolato le caramelle di frutta, è in realtà una mostruosa decisione sicuramente peggiore per i denti. Le caramelle gommose che si appiccicano a un molare fino al Giorno del Ringraziamento, non sono altro che fonte di guai per i denti di piccoli e grandi. Fatte salve le calorie inglobate con i primi freddi, dal generoso 2 percento della dose giornaliera raccomandata di Ferro presente in una barretta, all’un percento di vitamina A di caramelle in gran parte prive di sostanze nutritive. Il KitKat, ad esempio, contiene più di 200 calorie per porzione, il doppio di quelle che si trovano in una grande mela. Dolci sconsigliabili ai bambini obesi Italiani, non solo Americani, che soffrono di forme di pre-diabete e diabete di tipo 2. Insomma, carie e malattie gengivali, le cui cure sono ignote in Italia a qualsivoglia Programma Legislativo Nazionale Sanitario di Salute Pubblica, sono i principali problemi che la Festa di Holyween può solo contribuire a denunciare apertamente. Patologie connesse a una cattiva digestione, con annessi attacchi cardiaci, ictus e tumori, infezioni derivanti da infiammazioni mai curate e derivati. Se pensate che le caramelle siano l’unico elemento malsano di Halloween, allora considerate queste conseguenze: i bar si moltiplicano a ritmi parossistici in Italia, invadendo il sacro suolo pubblico per riempire le esauste casse comunali; il “barismo” si impone nella scena politica territoriale come valvola di sfogo al fallimento dell’intera classe burocratica al potere; gli alcolisti aumentano tra gli stessi bambini e i pre-adolescenti. Anche se dieci birre lavano via le caramelle gommose più ostinate, sarebbe consigliabile allontanare i bambini dai bar piuttosto che servire loro (para)alcolici che la Legge vieta espressamente di vendere ai minori, anche se accompagnati da adulti. Il rituale annuale di Halloween, allora, da festa demoniaca a base di spaventosi costumi e maschere fatti in casa, può essere l’occasione per difendere l’innocenza dell’infanzia oggi perduta. Perché al di là dell’apparente innocuo divertimento, Halloween è anche un parco giochi che minaccia, a vario titolo, la sicurezza dei bambini. Nel buio di questa festa strana, ci sono cose che vanno attentamente analizzate, come il proliferare di film e serie televisive horror (Rai4, MTV, Italia2) che, lungi dal denunciare il traffico degli organi umani e le uccisioni di bambini e ragazzi vivi e sani per l’espianto, offrono uno spettacolo indecente all’umanità futura. Sempre che ne esisterà una! I genitori incoraggino i propri figli a studiare ed a lasciar perdere i fantasmi e i piccoli folletti portafortuna di quartiere. Il verde quadrifoglio più utile è la razionalità della Scienza. Il fatto è che i genitori, spesse volte, sono più piccoli e immaturi dei loro figli involontari partecipanti di un rituale impossibile da difendere. Perché l’ingrediente fondamentale nella ricetta della paura di Halloween è la morte. Curiosamente Halloween è una festa nella quale gli adulti assistono i bambini in comportamenti tabù e fuori limite massimo. Anzi, vi partecipano attivamente. È sorprendente, come rilevano molti antropologi, che la notte di Halloween, la morte e i temi relativi siano da intendersi come intrattenimento per i bambini stessi che gli adulti sono tenuti a proteggere (“Man of Steel”, docet). Eppure viviamo in un mondo che espone i piccoli a tragedie incredibili. L’ordalia horror è servita su un sottile piatto di vetro! Pensiamo ai figli degli omicidi, che rimangono soli, senza né padre né madre, costretti a crescere velocemente dopo quella mostruosa catastrofe psichica familiare. Per loro Halloween non potrà che sussistere tutta la vita! Per la maggior parte dei bambini, in un’età in cui generalmente non sperimentano funerali di famiglia o gravi malattie, forse il 31 Ottobre rappresenta un appuntamento introduttivo al tema della morte? Ma non in questi termini. Perché Halloween, se è vero che offre la possibilità per gli adulti di spiegare ai piccoli temi scomodi come la malattia e la morte mai adeguatamente pubblicizzati in Tv (con alcune lodevoli pacifiche eccezioni), in verità non offre un approccio razionale, sicuro e stabile dal punto di vista psicologico. I bambini sono anche adulti a modo loro. Bambini di appena cinque-sei anni, non fanno distinzione tra morte reale e figure scheletriche comprate al supermercato, appese tra gli alberi o nella cameretta, e le pietre tombali farlocche sul prato di casa. I bambini vedono le cose su un loro piano vero e proprio, in contrapposizione agli adulti che cercano di esorcizzare i temi reali della morte in spettacoli, luci, colori, film, divertimenti e cocktail nel segno di Halloween. Gli scienziati osservano i bambini rannicchiati dalla paura di fronte agli schermi televisivi e ai computer portatili (videogiochi e film) infestati di scene cimiteriali, decapitazioni e orgiastiche oscenità alla Halloween. I bambini interpretano le paure di Halloween in modo diverso a seconda delle loro situazioni personali, come la recente morte di un parente o di un animale domestico. Un’esperienza particolarmente straziante ad Halloween potrebbe avere effetti di lunga durata. Gli esperti ricordano i colloqui con soggetti adulti che descrivono il loro trick-or-treat vissuto all’età di otto anni. Uno scherzo spaventoso come una bara reale visualizzata nel soggiorno di casa, può segnare la vita! Naturalmente ad ogni Halloween nel mondo si vedono i bambini portati al Pronto Soccorso con problemi legati ai costumi: le macabre maschere interferiscono con la visione reale e gli abiti larghi ed estesi oltre le caviglie portano a inciampare e cadere, senza contare le sostanze tossiche utilizzate per confezionare assurdi vestiti e incomprensibili accessori. È semplicemente inconcepibile il fatto di vedere dei bambini a spasso per strada dopo il tramonto, come nel film ET. A volte, mettere del nastro riflettente sui costumi e sulle borse, consigliare loro di portare con sé una torcia elettrica, non può bastare. L’altro mito più in voga negli States è quello del calo delle nascite ad Halloween, anche se in Italia è già una tragica realtà politicamente preconfezionata: nel Sud i morti superano i neonati, senza contare i cinque milioni di aborti finora praticati nel Belpaese in nome del “progresso”! Sorprendentemente, le nascite spontanee non possono che aumentare quando i fattori positivi (Holyween, Ognissanti, Natale, Genetliaci) aumentano di pari passo con la volontà che può avere un impatto su diversi fattori ormonali. Parallelamente le paure, le paranoie e le fobie possono provocare effetti indesiderati. Alcuni studi suggeriscono che la volontà umana può trionfare su tutto il corpo, anche nei casi dei malati terminali che potrebbero beneficiare dell’atmosfera di festa. Ma non di Halloween perché i risultati sembrano affermare il contrario. Le vacanze in genere hanno forti connotazioni emotive: San Valentino è associato alla felicità e all’amore, mentre le associazioni stile Halloween sono molto più oscure e indecifrabili. I ricercatori hanno utilizzato i dati dei certificati di nascita per studiare il numero dei parti che si sono svolti una settimana prima e dopo il giorno di San Valentino e Halloween dal 1996 al 2006 negli States dove le cose sembrano procedere diversamente. Oltre 1,6 milioni di nascite per San Valentino e 1,8 milioni di nascite per Halloween! Altro mito? Gli scienziati hanno poi confrontato giorno per giorno le differenze di nascite naturali, indotte e da cesareo, correlate ai giorni di festa. Quello che hanno trovato è stato sorprendente: a San Valentino la probabilità di parto è aumentata del 5 percento rispetto alle settimane precedenti e successive. Le nascite da travaglio spontaneo sono state del 3,6 percento, mentre le nascite indotte sono salite del 3,4 percento. Le nascite da cesareo erano del 12,1 percento più probabili a San Valentino, il che potrebbe far pensare che le donne deliberatamente scelgano di avere bambini nel San Valentino Day. Halloween ha mostrato un effetto speculare. Tutti i tipi di nascite sono diminuiti il giorno di Halloween rispetto alle due settimane di contorno, come i ricercatori hanno riferito sulla rivista Science Social & Medicine. La possibilità di dare alla luce un bambino il giorno di Halloween è diminuita per un totale dell’11,3 percento, rispettivamente con un 16,9 percento in meno, un 18,7 percento delle nascite in meno indotte e un 5,3 percento in meno di nascite spontanee. Questione di mente? Non c’è modo di sapere se i cambiamenti nel parto spontaneo accadano perché le madri consapevolmente sperano di non partorire ad Halloween, preferendo il sogno del Valentine’s Day per le feste di compleanno, o se il processo possa essere inconscio. In entrambi i casi, i risultati suggeriscono che i fattori psicologici e culturali possono essere in gioco nel processo apparentemente spontaneo. Poiché lo studio era basato sui certificati di nascita, non c’era modo di analizzare cosa le mamme nello studio provassero per le nascite in quelle festività. Per scoprire perché le vacanze sembrano influenzare la tempistica delle nascite, i ricercatori debbono condurre uno studio molto più analitico sulle madri in attesa, per monitorare i loro livelli ormonali e i sentimenti che provano per certe giornate speciali come potenziali date di nascita (genetliaci) dei loro figli. Fatto sta che ogni anno i bambini e gli adulti che ad Halloween vestono in abiti ridicoli per le strade delle nostre città e contrade, in una strana missione espiatoria tra campanelli, scherzi e sacchetti con caramelle, contribuiscono a cambiare molte cose della nostra vita sociale, culturale e psicologica. Che fare? Disapprovare e dissociarsi dalle “feste” horror di Halloween, non basta. Da cristiani, facendolo, non ci si arrende a subire quella che, purtroppo, non è soltanto una moda apparentemente inarrestabile, ma un chiaro attacco alle nostre radici culturali e religiose. Una guerra che ha già spedito al Creatore il futuro della libera Italia a natalità zero! Bisogna andare oltre Halloween. Combattere il Male, i mali, le malattie, le bugie dei politicanti che promettono cose impossibili e legalizzano l’horror. A questo proposito vale la pena di leggere il sonetto di Michelangelo sulle fatiche della volta Sistina, datato A.D. 1509 dal Guasti, 1510 dal Frey. Alla destra dei versi è il disegno di un uomo che dipinge in piedi una figura in alto, come in un soffitto, in evidente relazione col tema del sonetto stesso (Rime e Lettere di Michelangelo, a cura di Paola Mastrocola, Torino, UTET (Classici italiani), 1992, pp. 70-71). Il lavoro degli affreschi della Cappella Sistina è descritto nei termini di una disumana fatica fisica sino ad una sorta di vera e propria trasformazione deformante del corpo. Le lettere di questi stessi anni confermano lo stato di isolamento e di estrema prostrazione – un condurre la vita totalmente astratto dalle più comuni regole dell’umanità, in una dimensione irrealistica in cui esistono solo più le imperiose ragioni dell’arte – a cui lo obbligò l’impresa della Sistina: «Io mi sto qua malcontento e non troppo ben sano e con gran fatica, senza governo e ssenza danari» (Lettere, 34); «Io sto qua in grande afanno e con grandissima fatica di corpo, e non ho amici di nessuna sorte, e no’ ne voglio: e non ho tanto tempo che io possa mangiare el bisonio mio» (Lettere, 39). Lo stile del sonetto è realistico-grottesco, secondo un modello burchiellesco-bernesco che, sempre a proposito del suo corpo, Michelangelo riprenderà molti anni più tardi per il capitolo 267. Per entrambi questi componimenti valgano i riferimenti ai poeti realistico-giocosi del Quattrocento (Burchiello, Pistoia, Francesco Cei) e soprattutto al sonetto del Burchiello che inizia: «Son diventato in questa malattia, / come graticcio da seccar lasagne» (Sonetti del Burchiello, ecc., Londra, 1751, p. 100. cit. in Girardi, Studi, p. 74). Anche Condivi e Vasari riportano un quadro delle difficoltà e dei disagi fisici cui l’artista dovette far fronte, ma, come rileva la Barocchi, mentre i biografi ne danno una «tranquilla illustrazione» appellandosi oltretutto ad una categoria – quella di «fatica» – che, almeno dal Vasari, è generalmente considerata indispensabile a conseguire dei frutti in arte, Michelangelo qui presenta un’ironia venata di «sarcasmo e tormento» (cfr. Barocchi, Comm. II, pp. 12-15 e pp. 447-8). La bellezza degli affreschi della Cappella Sistina e del monastero di Visoki Decani in Kosovo, invitano all’umile riflessione razionale sulla nostra Fede, sulla nostra Speranza, sulla nostra Carità, sulla nostra vera Crescita economica, sulla nostra Vita in Cristo eternamente Beati e Liberi nella Verità. Sono la nostra migliore risposta alle ordaliche mostruosità di Halloween, di Hollywood e del politichese incostituzionale, eversivo, illegale. I genitori, i nonni, i parenti e le famiglie dovrebbero usare il buonsenso, i soldi e le energie, dedicando più tempo ai propri bambini. Papa Francesco invita a “perdere tempo” con i propri figli, una “delle cose più importanti” da fare ogni giorno. L’evento insensato di Halloween offende DIO e l’Uomo, non soltanto le tre religioni monoteistiche. Educare ai valori veri, come quelli della Comunione dei Santi e dei Defunti, è dovere indefettibile e indifferibile dei genitori e dei nonni. Halloween, tuttavia, è ormai entrata di diritto in alcune scuole pubbliche statali dove viene attesa e festeggiata come un grande giorno di festa! Eppure Halloween non è nient’altro che una subdola iniziazione all’occulto, teleguidata da insegnanti e presidi non cristiani, magari “sacerdoti” della cultura Gender pansessualista statunitense renzusconiana. Basti pensare a certe filastrocche e canzoni imparate dai bambini che costituiscono vere e proprie evocazioni di spiriti maligni. Molti oggetti, poi, venduti per la festa di Halloween sono amuleti, talismani, candele, lampade, manufatti usati nelle pratiche di stregoneria per siglare patti col diavolo affinché esaudisca i desideri degli umani. La finalità principale di Halloween è la diffusione di una mentalità magico-demoniaca con cui si vuole sostituire la nostra cultura cristiana cattolica e ortodossa. Una consuetudine pagana che nessun vero cristiano può assecondare in Italia e nei futuri Stati Uniti di Europa con la Santa Russia. Dare l’assenso a tutto questo mercimonio è peccato mortale unitamente alle carnevalate oscene, alle orge, alle veglie sataniche e massoniche mascherate (cf. film “Eyes Wide Shut”) purtroppo abbastanza diffuse anche negli ambienti sociali, politici ed economici più o meno autorevoli. Arancione, nero e rosso sono i colori del diavolo, associati ad Halloween. Discoteche, fortezze, ristoranti e pub organizzano feste ispirandosi al mondo dell’orrore e dei vampiri, con la scusa di fare affari. Vari locali si presentano per il grande evento allestiti con tavoli a forma di bare, soffitti da cui pendono lunghe ragnatele, scheletri ovunque posizionati, bicchieri a forma di teschi. I partecipanti completano l’atmosfera travestendosi rigorosamente da mostri o streghe, spesso con zucche sulla testa, evidentemente perché sprovvisti di materia grigia vera! È questa la Crescita economica sblocca Italia? La festa di Halloween si lega a un altro preoccupante fenomeno: la presenza di cartomanti e chiromanti nelle discoteche, dopo regolare approvazione (visura) delle Camere di commercio. Oltre a ballare, i ragazzi hanno così la possibilità di entrare in contatto con gli operatori dell’occulto e di farsi leggere i tarocchi. Halloween è diventato un colossale business economico: 120 milioni di euro vengono spesi ogni anno in Italia per organizzare eventi pubblici e privati legati ad Halloween, con un investimento di 150 milioni di euro per maschere e abbigliamento. Un business da 260 milioni di euro. Se una volta le feste pagane venivano sostituite da feste cristiane, oggi si assiste al fenomeno inverso e maligno: in coincidenza con le feste cristiane, si cerca di diffondere, nella cultura e nei costumi, un’obsoleta sub-cultura neopagana Gender, estranea al clima di preghiera e di fede della gioia cristiana nella Famiglia Naturale fondata sul Matrimonio di un uomo e di una donna. Esistono ancora docenti e dirigenti scolastici con l’onestà intellettuale di far capire ai loro alunni che la “festa” di Halloween non ha niente a che vedere con le nostre tradizioni cattoliche italiane europee? Per noi cristiani in questa magica notte di Holyween c’è un solo pensiero ed una sola gioia: i nostri Santi in Cristo. Dunque, non più “dolcetto o scherzetto”. Ma “Beati tra i Santi”, è il motto di Ognissanti. È la notte del 31 Ottobre, vigilia della solennità di Tutti i Santi. Una notte con Gesù Eucarestia. Nelle cattolicissime Filippine, da anni opera un’Associazione cristiana che promuove soprattutto un apostolato di preghiera legato alla salvezza delle anime del Purgatorio, la Prayer Warriors of the Holy Souls (Pwhs) con sede a Quezon City. Come alternativa agli orrori statunitensi di Halloween, l’Associazione filippina promuove la cosiddetta March of Saints, ovvero la Marcia per onorare la memoria e le opere dei vari Santi. L’iniziativa intende coinvolgere tutte le parrocchie della Nazione asiatica e prevede in particolare la sfilata per le strade e le piazze delle città di bambini delle scuole vestiti da santi e lo svolgimento di altre attività volte sempre a ricordare ai fedeli i valori fondamentali della tradizione cristiana. Nell’introduzione al sussidio offerto per la singolare iniziativa si ricorda che “vi è una crescente preoccupazione tra i cristiani” sul fatto che l’odierna celebrazione di Halloween contribuisca “a banalizzare e spettacolarizzare il male, l’occulto, la superstizione, le pratiche pagane” e a diffondere “credenze che sono incompatibili con la fede cristiana”. Per recuperare la sacralità della festa di Tutti i Santi “occorre con urgenza creare una controcultura, basata su Cristo”. Per il quarto anno consecutivo i giovani di Arequipa in Perù si preparano a vivere la Quarta Festa dei Giovani per la Fede e la Vita, un pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Chapi che si svolge il 31 Ottobre e il 1° Novembre. “Come ogni anno, i giovani arriveranno al Santuario il 31 Ottobre a partire dalle ore 18 e la festa dura fino a Mezzogiorno del Primo Novembre – rivela l’Arcivescovo di Arequipa – che è il giorno in cui la Chiesa celebra la festa di Tutti i Santi. Abbiamo momenti di preghiera e di divertimento. C’è un concerto di musica e uno spettacolo di danza”. L’iniziativa è nata durante la celebrazione dell’Anno della Fede, afferma il Presule, e da allora è diventata un evento annuale che attira migliaia di giovani nel Santuario mariano situato a 60 Km dalla città. “Ci sono sacerdoti per ascoltare le confessioni dei giovani: è un grande omaggio alla Vergine. Dopo il riposo della notte, nelle tende e nei sacchi a pelo, la festa continua e si conclude con una Messa solenne”. Si sono già prenotati oltre 4.000 giovani appartenenti a parrocchie, comunità, movimenti laicali e alle diverse organizzazioni che partecipano alle attività per l’Anno della Gioventù indetto nell’Arcidiocesi di Arequipa. “Così, in modo festoso, si prega per i nostri giovani, per chiedere la materna protezione della Madonna di Chapi, nella certezza che Lei meglio di chiunque altro può portarci a Gesù Cristo”, osserva l’Arcivescovo. Un modo molto cristiano di dire NO alla Halloween pagana, per vivere una festa secondo la tradizione cristiana. Gli esorcisti “nel  particolare  ministero esercitato, in comunione  con  i  propri  vescovi”, manifestino “l’amore e l’accoglienza della Chiesa verso quanti soffrono a causa dell’opera del maligno”, scrive Papa Francesco in un messaggio inviato al Presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti (Aie) dopo il riconoscimento giuridico da parte della Congregazione per il Clero, nel Giugno 2014. L’evento, che ha visto la partecipazione di 300 esorcisti giunti da tutto il mondo, ha trattato in particolare diffusione e conseguenze di occultismo, satanismo ed esoterismo. “Penso che la società italiana stia perdendo il senno, il senso della vita, l’uso della ragione e sia sempre più malata – rivela padre Gabriele Amorth – festeggiare la festa di Halloween è rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. Mi dispiace moltissimo che l’Italia, come il resto d’Europa, si stia allontanando da Gesù, il Signore e, addirittura, si metta a omaggiare Satana, la festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L’astuzia del demonio sta proprio qui. Se ci fate caso tutto viene presentato sotto forma ludica, innocente. Anche il peccato non è più peccato al mondo d’oggi. Ma tutto viene camuffato sotto forma di esigenza, libertà o piacere personale. L’uomo è diventato il dio di se stesso, esattamente ciò che vuole il demonio”. Riti come quelli di Halloween e pratiche simili, secondo i teologi, aprono la strada all’attività demoniaca straordinaria. Certamente, il numero delle persone che si rivolgono a queste pratiche con gravi danni sociali, psicologici, spirituali e morali, è in costante aumento e questo preoccupa perché, di rimando, si registra anche un aumento dell’attività demoniaca straordinaria, in modo particolare vessazioni, ossessioni e soprattutto possessioni diaboliche. A volte sono sottovalutati i rischi che vengono da queste pratiche. La stessa attività demoniaca ordinaria, la tentazione, non viene presa molto in considerazione da chi ha una fede tiepida. Infatti, i teologi esortano ad una maggiore vigilanza. Del resto, viviamo in un momento storico particolarmente critico, dove la fretta, la superficialità, l’individualismo esasperato, la secolarizzazione, sembrano quasi dominare la nostra società. La lotta contro il Male e il Maligno sta diventando sempre di più un’emergenza che è anche di natura psichiatrica. Mancano sul territorio Università Cattoliche di Medicina e Psichiatria degne di un Paese civile come l’Italia. Questo chiaramente è dovuto, oltre che all’azione diretta del nemico di Dio, all’affievolirsi della fede e della scienza, all’anomia, cioè alla mancanza di valori, e al relativismo culturale ormai dilagante. Per altri versi, assistiamo al continuo proliferare di messaggi mediatici, libri, programmi televisivi, programmi cinematografici, che in qualche modo sulla scia del sensazionalismo, del pansessualismo Gender e dello spettacolare incentivano, soprattutto le nuove generazioni, ad occuparsi dell’occultismo, del satanismo, e talvolta a praticarlo. L’astuzia di Satana è quella di farci credere che lui non esista e, sicuramente, un certo laicismo diffuso nella nostra società non aiuta. I punti sono sempre gli stessi, l’affievolirsi della fede, ma colpisce molto l’incidenza che hanno questi fenomeni dell’attività demoniaca straordinaria soprattutto sulle giovani generazioni e anche sulle famiglie. Sappiamo che colui che divide, il diavolo, non soltanto ci separa da Dio, ma separa le persone, le famiglie; separa inoltre anche dalla realtà, perché a volte abbiamo delle situazioni di alienazione, anche mentale, che sono secondarie all’attività demoniaca straordinaria (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 391-392-393-394-395-397-398-407-409-413-414-421-447-517-538-539-540-550-566-635-636-1086-1237-1506-1673-1707-1708-2113-2116-2117-2119-2583-2850-2851-2852-2853-2854). Il Santo Rosario quotidiano e l’Invocazione a San Michele Arcangelo sono sempre consigliabili: “Gloriosissimo Principe delle milizie celesti, Arcangelo S. Michele, difendici nella battaglia contro le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia. Vieni in nostro aiuto, che fummo creati da Dio e redenti con il Sangue di Cristo Gesù, suo Figlio, dalla tirannia del demonio. Tu sei venerato dalla Chiesa quale suo custode e patrono, a Te il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti. Prega, il Dio della Pace, che tenga schiacciato satana sotto i nostri piedi, affinché esso non possa fare schiavi di se gli uomini ne arrecare danni alla Chiesa. Presenta all’Altissimo con le tue, le nostre preghiere, perché discendano presto su di noi la Sua divina Misericordia. Incatena satana e ricaccialo negli abissi affinché non possa più sedurre le nostre anime. Amen”. Così dopo tre anni di studi la Cappella Sistina è finalmente pronta a mostrarsi nel pieno splendore con i due nuovi impianti, uno di climatizzazione, trattamento e ricambio dell’aria e uno di illuminazione con la tecnologia fotonica Led, sì quella che ha vinto il Nobel della Fisica 2014, sempre debitrice a Einstein. Sono gli affreschi di Michelangelo e degli altri grandi pittori a ringraziarci. “Non esiste una luce oggettiva, la luce è sempre un’interpretazione. Ci avevano proposto di illuminare il Giudizio universale, facendo illuminazioni differenziate, ma per lo storico dell’arte la Cappella Sistina non è il Giudizio, nel senso che non è solo quello. E allora siamo pervenuti, grazie ad un grande lavoro sinergico con light designer e restauratori, a scenari che restituissero una luce non troppo intensa o spettacolare. Abbiamo deciso per una luce né troppo fredda né troppo calda” – rivela Vittoria Cimino, responsabile dell’Ufficio del Conservatore per lo studio dell’ambiente di esposizione e di conservazione dei Musei Vaticani, nell’illustrare il percorso di studi durato quasi quattro anni che ha portato alla realizzazione del nuovo impianto di illuminazione a Led e di climatizzazione nella Cappella Sistina. “È una luce totale e precisa allo stesso tempo, non eloquente. Non una luce che esalta certi particolari, da discoteca – osserva Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani – questa luce permette insomma di capire la Cappella nella sua interezza e ogni affresco in ogni più piccolo dettaglio. L’affresco di Botticelli, per esempio, tre murali in condizioni praticamente perfette, grande cinque volte La Primavera che sta agli Uffizi, è ora illuminato in maniera eccellente, ma la gente, che pure fa la fila a Firenze, quando entra qui ha occhi solo per Michelangelo e neanche si accorge che esiste un capolavoro del genere. Ecco, noi con questa operazione vogliamo anche educare in un certo senso, correggere la fruizione dell’arte da parte della gente, del turista medio”. Si è partiti dalla constatazione dei danni per progettare il sistema di condizionamento. “Nell’Estate 2010 è stata effettuata una ricognizione accurata degli affreschi – spiega la dott.ssa Cimino – nel corso della quale abbiamo notato un imbianchimento in alcune zone, soprattutto concentrate sulle fasce dei quattrocentisti. Ci siamo rimessi così a studiare la Cappella. Siamo giunti alla costruzione di un algoritmo con cui riusciamo a sapere il dato esatto, sempre in tempo reale, relativo alla compresenza delle persone in sala. È sulla base di questo indice che l’impianto si autoregola mantenendo costante la temperatura e i parametri di CO2, evitando ristagni d’aria e prevenendo i danneggiamenti causati dai flussi vicino alle pareti che provocano correnti ascensionali rischiose per gli affreschi stessi. Non si arriverà mai ad un numero chiuso per le visite ai Musei Vaticani. No – assicura la Cimino – si sta pensando di migliorare anche l’impianto di amplificazione che deve essere sicuramente migliorato. La cosa era stata avviata ma poi ci siamo concentrati sugli aspetti della luce e del clima. Ci torneremo su, anche se è molto complesso intervenire, non essendoci spazi adeguati”. Tutti possiamo essere “esorcisti” con la Preghiera, in quanto battezzati cristiani. Ma occorre sempre, nei casi più gravi, l’intervento del Vescovo. Italia, ricorda, hai le tue radici!

© Nicola Facciolini

4 risposte a “Happy Holyween: La Grande Festa di Ognissanti”

  1. […] Happy Holyween: La Grande Festa di Ognissanti sembra essere il primo su L’Impronta […]

  2. … [Trackback]

    […] Read More here: improntalaquila.org/2015/happy-holyween-la-grande-festa-di-ognissanti-87282.html […]

  3. Besuchern ha detto:

    … [Trackback]

    […] Informations on that Topic: improntalaquila.org/2015/happy-holyween-la-grande-festa-di-ognissanti-87282.html […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *