Cina: piani per la riforma dell’energia elettrica

La Cina svela i primi piani per la riforma del settore dell’energia elettrica, che prevedono un nuovo meccanismo di fissaggio dei prezzi a livello nazionale e l’apertura, in futuro, anche di un nuovo mercato dei futures. In base ad alcuni documenti pubblicati oggi dalla Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l’agenzia di pianificazione economica […]

La Cina svela i primi piani per la riforma del settore dell’energia elettrica, che prevedono un nuovo meccanismo di fissaggio dei prezzi a livello nazionale e l’apertura, in futuro, anche di un nuovo mercato dei futures. In base ad alcuni documenti pubblicati oggi dalla Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l’agenzia di pianificazione economica del governo, e dalla National Energy Administration, l’ente di regolamentazione del settore energetico, nei prossimi mesi verra’ esteso a un numero maggiori di province lo schema pilota di fissaggio dei prezzi entrato in vigore all’inizio di quest’anno nella regione autonoma della Mongolia Interna e nella citta’ di Shenzhen. In base al nuovo schema sono previsti benefici per gli utenti attraverso una progressiva liberalizzazione del sistema e un sistema che permettera’ risparmi sui costi di gestione da parte delle utilities. Le linee di riforma diffuse oggi puntano a un mercato piu’ aperto e maturo, nelle intenzioni dei legislatori, con un meccanismo di fissaggio dei prezzi regolato dal mercato.

In futuro, e’ possibile anche l’apertura di un mercato unificato a livello nazionale dei futures e dei derivati dell’energia. Per gli utenti che “soddisferanno i requisiti per l’accesso al mercato”, come specificano le prime bozze di riforma, sara’ possibile acquistare l’elettricita’ direttamente dalle utilities. Il settore dell’energia e’ tra i primi a sperimentare le riforme: i grandi gruppi statali, in particolare, quelli del gas e del greggio, sono sotto osservazione da parte del governo per una trasformazione che prevede uno snellimento degli stessi giganti statali con la cessione di asset e un miglioramento della gestione per essere piu’ utili nel servizio ai cittadini.

Il caso piu’ recente risale a settimana scorsa, quando PetroChina, il gigante del greggio, aveva annunciato la cessione del 50% della propria condotta che attraversa l’Asia centrale per portare il gas dal Turkmenistan alla Cina, in un’operazione del valore di 2,4 miliardi di dollari.
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