Clima, al via i negoziati dopo le promesse dei leader

Dopo lo sprone politico dato dai leader mondiali (oltre 150 quelli che erano presenti alla giornata inaugurale del vertice di Parigi), la Cop21 entra oggi nel vivo dei negoziati e della presentazione dei vari progetti ambientalisti. La storica giornata inaugurale e’ stata segnata dalla sintonia tra Usa e Cina (resa plasticamente dall’incontro bilaterale tra il presidente […]

Dopo lo sprone politico dato dai leader mondiali (oltre 150 quelli che erano presenti alla giornata inaugurale del vertice di Parigi), la Cop21 entra oggi nel vivo dei negoziati e della presentazione dei vari progetti ambientalisti. La storica giornata inaugurale e’ stata segnata dalla sintonia tra Usa e Cina (resa plasticamente dall’incontro bilaterale tra il presidente Usa, Barack Obama, e quello cinese Xi Jinping), dall’iniezione di capitale privato in progetti di innovazione (alla testa dei quali si e’ collocato il miliardario Bill Gates) e e dalle reticenze dell’India.

Oggi sara’ il turno dei negoziatori delle delegazioni nazionali, che dovranno spianare la strada la prossima settimana all’arrivo dei ministri ambientali, che dovranno siglare l’accordo finale: devono snellire una bozza di accordo di ben 54 pagine, che e’ un labirinto di posizione contrapposte. Il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, ha detto loro che hanno tempo fino a sabato per limare il piu’ possibile le differenze, prima che il testo venga preso in consegna dai ministri per risolvere le questioni piu’ spinose.

I punti di maggiore frizione sono l’accordo su una revisione sistematica degli impegni sulle emissioni contaminanti, l’aumento dei finanziamenti per i Paesi piu’ poveri (l’obiettivo e’ di arrivare a 100 miliardi di euro all’anno entro il 2020, e lo status giuridico dell’accordo stesso. I Paesi piu’ poveri spingono anche perche’ le nazioni ricche trasferiscano loro tecnologia pulita. L’obiettivo e’ giungere a impegni chiari e verificabili, e in cui tutti accettino metodi di controllo reciproco. Rimane inoltre ancora da definire quali parti di questo accordo, che deve essere accettato unanimemente da 195 Paesi, saranno giuridicamente vincolanti, un ‘dettaglio’ che rischia di far naufragare in toto il tentativo di limitare il surriscaldamento globale a un massimo di 2 gradi rispetto ai livelli dell’era preindustriale.

Oggi sono anche previsti gli annunci di nuove iniziative come quella per frenare la desertificazione in Africa, presentata insieme dal presidente francese, Francois Hollande, e quello egiziano, Abdelfattah al Sisi, e vari leader del continente. Inoltre, una decina di Paesi annunceranno una serie di misure per il rimboschimento come strumento nella lotta al cambiamento climatico.

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