Cultura: donne futuriste, domani conferenza a L’Aquila

Il Futurismo visto dalle donne. O meglio il Futurismo fatto anche dalle donne che furono vicine agli ideatori e fondatori del movimento italiano dei primi del Novecento. Si parlera’ di questo nella conferenza che ospita l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila dal titolo “LE FUTURISTE – Valentine de Saint Point e Benedetta Cappa Marinetti: due pensieri, […]

Il Futurismo visto dalle donne. O meglio il Futurismo fatto anche dalle donne che furono vicine agli ideatori e fondatori del movimento italiano dei primi del Novecento. Si parlera’ di questo nella conferenza che ospita l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila dal titolo “LE FUTURISTE – Valentine de Saint Point e Benedetta Cappa Marinetti: due pensieri, due poetiche, due immagini” di Paola Cialfi con la partecipazione di Mardin Nazad, Micaela Mercuri, Rosa Fanale e Giulio Votta, organizzata dall’Associazione Teatrando e in collaborazione con la Scuola di Scenografia dell’Accademia aquilana.

L’appuntamento e’ per domani alle ore 11.00 presso l’Accademia di Belle Arti a L’Aquila (via Leonardo da Vinci) con interventi di: Domenico Cialfi, filosofo, studioso del Futurismo; Antonio Gasbarrini, critico d’arte, studioso del Futurismo; Marcello Gallucci, storico del teatro. L’incontro – spiega una nota -vuole essere un’interrogazione sull’attualita’ e la storia del Futurismo a partire dai rapporti tra le esponenti del movimento e la danza, basato su materiali originali elaborati a cura di Paola Cialfi che mette a confronto le due artiste, Valentine De Saint Point e Benedetta Cappa Marinetti, che in epoche diverse cercarono di affermare le loro personalita’, differenti tra di loro ma con comune denominatore quello di cercare di affermarsi come artiste senza l’obbligo di avere con loro la figura di un uomo. Prende spunto da questa considerazione la performance che la regista Paola Cialfi sta elaborando con i sui collaboratori e che si svolgera’ nei prossimi giorni. “Attraverso recitazione musica, e danza, quindi un uso piu’ totale del teatro come appunto auspicavano i futuristi e senza divisioni di arti – spiega Cialfi – in questo excursus si parte dal Futurismo per poi arrivare con i Neo futuristi che inneggiano alla liberta’, al ’68 con i moti rivoluzionari degli studenti. Un salto temporale enorme perche’ penso che i futuristi per l’Italia furono un inno alla liberta’ ed alla rivoluzione artistica ed il ’68 e’ stato forse l’ultimo sussulto che ha inneggiato anch’esso alla liberta’ sia artistica che sociale”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *