Orlando

Un decennio fa il film di Michael Moore «Bowling for Columbine» ha evidenziato la questione delle armi in USA nel migliore e più documentato dei modi. Utilizzando una macchina fotografica e un rapporto esaustivo, esaminando fattori come povertà e disoccupazione, documentando quanto facilmente oggi un bambino può avere accesso a proiettili e armi e avendo l’opportunità di […]

Un decennio fa il film di Michael Moore «Bowling for Columbine» ha evidenziato la questione delle armi in USA nel migliore e più documentato dei modi.

Utilizzando una macchina fotografica e un rapporto esaustivo, esaminando fattori come povertà e disoccupazione, documentando quanto facilmente oggi un bambino può avere accesso a proiettili e armi e avendo l’opportunità di filmare in occasione di un massacro nell’area deprivata di Columbine, ha centrato il punto e messo a nudo gli Stati Uniti, anche rispetto al vicino Canada,dal punto di vista della paura, della sicurezza e delle armi.

Il recente massacro di innocenti avvenuto a Orlando, negli Stati Uniti, ha fatto riemergere la patogenesi della società americana, come pure di parte della governance occidentale del pianeta.

Questo tragico evento sarà un punto di svolta per la comunità globale LGBT. E’ comunque il momento di tracciare alcune chiare linee di demarcazione?

L’ISIS è un’organizzazione criminale diffusa in tutto il mondo. L’ISIS non è uno stato, a prescindere da ciò che dichiara o data l’occupazione violenta di certi territori ad opera dei suoi assassini. L’ISIS non è nè l’Islam nè l’Islam fondamentalista, anche se si appella a questa religione.

Se l’occidente abbia o meno responsabilità nell’espansione dell’ISIS – certamente ce l’ha, dal momento che sono state dimostrate varie forme di finanziamento e approvvigionamento di armi sia da parte degli USA che da parte di alcuni stati europei – è una discussione molto seria, ma non dovrebbe essere oggi quella predominante. La responsabilità attuale non è collettiva e questa regola è applicabile sia al mondo occidentale che a quello islamico.

Le moderne religioni monoteiste condannano l’omosessualità in quanto disordine mentale o come comportamento criminale contro i  predominanti “principi” della società. Ricordiamo tutti i recenti discorsi, pieni di odio, di alcuni distinti gerarchi della Chiesa greca ortodossa in occasione delle unioni civili.

Il riferimento isolato e quindi selettivo ai rispettivi imam dell’Islam, nella congiuntura attuale, dovrebbero darci doppiamente da pensare circa la loro fattibilità.

D’altra parte, i dati statistici dell’FBI mostrano che le persone LGBT negli USA sono le più vulnerabili in termini di attacchi di odio, più vulnerabili persino di neri ed ebrei. Le persone LGBT sono vulnerabili principalmente in relazione a gruppi di destra (fautori della supremazia della razza) e questo è un problema predominante che la comunità globale LGBT dovrebbe evidenziare.

Inoltre, ricercatori dell’Università di Harvard hanno registrato che dal 2000 ad oggi circa mezzo milione di cittadini USA hanno perso la vita in attacchi massivi e uccisioni in diversi luoghi di aggregazione (campus universitari, club, ecc.) o semplicemente a causa di omicidi e suicidi con l’uso di un’arma o di armi.

Il presidente Obama, con ripetuti proclami, ha evidenziato come uno dei principali problemi la legge sul libero possesso di armi. Lo stesso ha fatto questa volta, mentre si batte costantemente per piegare le reazioni dei repubblicani al Congresso.

L’assassino di Orlando: in realtà il serial killer di Orlando era un cittadino americano di origini afgane, di religione mussulmana ed estremamente omofobico, come dichiarato dal suo stesso padre. Inoltre nelle utime ore l’FBI sta facendo trapelare informazioni sul suo coinvolgimento nell’ISIS. La questione qui è ovviamente il suo crimine e non le sue credenze o le sue fobie. Cinquanta persone sono state uccise e molte altre sono in pericolo di vita. Tali crimini sono possibili a causa del libero possesso di armi negli USA. E’ necessario che questo venga evidenziato dalla comunità globale LGBT.

Noi soffriamo di una profonda omofobia collettiva. Il grido di protesta globale odierno non è comparabile ai massacri della rivista Charlie Ebdo, del teatro Bataklan o dell’aeroporto di Brussels. Nè hashtag nè bandiere arcobaleno sono apparse sui profili dei social network in Europa e in America, almeno non con la stessa intensità. E’ molto probabile che a breve il massacro del club Pulse a Orlando venga dimenticato. La responsabilità di enfatizzare – senza alcun prerequisito – l’ipocrisia nascosta delle società occidentali ricade sulla comunità globale LGBT.

Per quanto mi riguarda, Orlando mi è vicino allo stesso modo, e insisto su ogni frase che, in altre occasioni, ho dichiarato pubblicamente.

Non dimentichiamo che non c’è una grande distanza tra la vendita di pistole e quella di hamburger. Se per anni sei il paese n. 1 nella vendita di equipaggiamento militare, se il tuo introito lordo dal mercato interno di armi si aggira intorno agli 11 miliardi di dollari all’anno, allora, per poter continuare con quella pace hai bisogno del veicolo della paura, dell’insicurezza, di una continua minaccia invisibile, del razzismo, dell’odio, dei terroristi. Se il nemico è invisibile allora è conveniente crearne uno, armarlo e poi “manipolarlo” in modo opportuno. Alcune perdite collaterali, dentro e fuori dai confini, dal punto di vista dei costi sono anch’esse accettabili.

Marianella Kloka – Pressenza

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