Ue: lista nera di 17 paradisi fiscali, senza Stati

Anche l’Unione Europea si dota di una lista nera dei paradisi fiscali “Sono 17 i Paesi che non fanno abbastanza per sconfiggere l’evasione fiscale”, ha spiegato Bruno Le Maire, ministro francese delle Finanze, a conclusione della riunione dell’Ecofin oggi a Bruxelles nel quale si e’ discusso anche di questo tema. Le Maire non ha rivelato […]

Anche l’Unione Europea si dota di una lista nera dei paradisi fiscali “Sono 17 i Paesi che non fanno abbastanza per sconfiggere l’evasione fiscale”, ha spiegato Bruno Le Maire, ministro francese delle Finanze, a conclusione della riunione dell’Ecofin oggi a Bruxelles nel quale si e’ discusso anche di questo tema. Le Maire non ha rivelato di quali Paesi si tratta, tuttavia una fonte citata da varie testate straniere sostiene che – dei 92 Paesi passati al setaccio – sotto la lente d’ingrandimento dell’Ue finirebbero Bahrein, Barbados, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Grenada, Guam, Isole Marshall, Macao, Mongolia, Namibia, Isole Palau, Panama, Samoa, Samoa americane, Saint Lucia, Trinidad e Tobago e Tunisia. Nessuno stato europeo dunque, ne’ continentale ne’ appartenente all’Unione. La stessa fonte ha spiegato che su tale lista sarebbero dovuti finire anche Marocco e Capo Verde, ma dopo le discussioni di stamani sono stati spostati in un altro elenco, “grigio”. Quest’ultimo, come ha spiegato Le Maire in conferenza stampa, “e’ composto da 47 Paesi i quali si sono impegnati a prendere provvedimenti, che andranno monitorati nel tempo”. I Paesi industrializzati hanno tempo a fine 2018 per riordinare i propri conti, mentre a quelli in via di sviluppo e’ stato concesso fino a fine 2019.

Il dibattito tra i 28 Stati membri e’ stato vivace nelle ultime settimane, soprattutto dopo che alcuni Paesi comunitari hanno dichiarato pubblicamente che non avrebbero dovuto essere inclusi. In ultima istanza, l’approvazione al testo deve essere data all’unanimita’ dai 28 Stati membri. Per questa ragione varie organizzazioni internazionali tra cui Oxfam hanno incoraggiato le istituzioni europee a produrre un testo “credibile” e “libero da eventuali pressioni politiche”. Pierre Moscovici, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, prima del Consiglio dei ministri ha incoraggiato a sua volta i Paesi Ue “a non fare prova di ingenuita’ di fronte agli impegni assunti, ad assicurarsi che siano rispettati e a mettere in atto sanzioni dissuasive per fare pressione sui Paesi terzi”. Gli ha fatto poi eco in conferenza stampa Le Maire: “Il principio delle sanzioni ormai e’ assodato. Ho anche chiesto stamani alla Commissione europea che definisca in tempi rapidi quali sono le sanzioni che colpiranno i 17 Paesi: per l’Unione europea e’ una questione di credibilita’”. Sul tema, gli Stati membri si sono divisi. Da un lato, Francia, Belgio, Austria, Germania, Romania, Italia, Spagna, Portogallo e Slovenia si sarebbero adeguati alla linea dura proposta dalla Commissione europea. Dall’altro, Regno Unito, Malta, Lussemburgo, Svezia, Irlanda, Paesi Bassi, Lituania, Finlandia e Grecia sarebbero piu’ inclini a limitare l’azione Ue a una sorveglianza stretta dei Paesi maglia nera per evasione.

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