Gaza: disoccupazione record, “inabitabile” entro il 2020

Mancanza di servizi di base, problemi sanitari, tasso di disoccupazione al 27 per cento, il piu’ alto del mondo: con queste premesse, secondo l’Onu, la Striscia di Gaza si appresta a diventare “inabitabile” entro il 2020. L’allarme e’ stato rilanciato questa settimana dalla Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo e il commercio (Unctad), che in […]

Mancanza di servizi di base, problemi sanitari, tasso di disoccupazione al 27 per cento, il piu’ alto del mondo: con queste premesse, secondo l’Onu, la Striscia di Gaza si appresta a diventare “inabitabile” entro il 2020. L’allarme e’ stato rilanciato questa settimana dalla Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo e il commercio (Unctad), che in un rapporto riferisce la situazione economica dei Territori occupati “la piu’ deprimente di sempre”. Nel 2012, le Nazioni Unite avevano gia’ lanciato l’allarme secondo cui, se le tendenze in atto non fossero state invertite, la Striscia sarebbe diventata “inadatta alla vita degli esseri umani” entro il 2020. Da allora, fa sapere l’Unctad, tutti gli indicatori socio-economici si sono aggravati ed eventuali misure di “austerita’” rischiano di peggiorare la situazione. Con il blocco imposto da Israele ormai undici anni fa, la Striscia “e’ stata ridotta a un caso umanitario di profonda sofferenza e dipendenza dagli aiuti” denuncia l’Unctad, secondo la quale le donazioni internazionali oggi sono un terzo rispetto al 2008.

Le restrizioni israeliane sul commercio palestinese, ricorda l’Unctad, includono tutti i materiali “dual-use” ovvero beni che potrebbero avere scopi sia civili che militari: “macchinari civili, pezzi di ricambio, fertilizzanti, prodotti chimici, attrezzature mediche, elettrodomestici, apparecchiature per le telecomunicazioni, tubi di acciaio e metallo, fresatrici, apparecchiature ottiche e per la navigazione”. Basterebbe ridurre queste limitazioni al commercio e agli investimenti palestinesi per consentire all’economia locale di crescere del 10 per cento, fa sapere l’agenzia Onu. Ma tra il 2017 e il 2018 la costruzione di insediamenti israeliani ha subito un’accelerazione, mentre la crisi energetica si e’ aggravata e nei primi mesi del 2018 le case di Gaza hanno ricevuto in media una fornitura elettrica di due ore al giorno. Tutto questo influisce pesantemente sulle condizioni psicologiche degli abitanti: nel 2017 225mila bambini (oltre il 10% della popolazione totale) ha avuto bisogno di sostegno psicologico.

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