Ambiente. Da comuni Abruzzo no metanodotto: “Dannoso e a rischio sismico”

Un documento congiunto per fermare la creazione del metanodotto Snam Sulmona-Foligno. È stato sottoscritto questa mattina nella sede di viale Bovio della Regione Abruzzo, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa convocata dal segretario alla presidenza Mario Mazzocca. Un documento indirizzato alla presidenza del consiglio dei Ministri, al ministro all’Ambiente Sergio Costa e al […]

Un documento congiunto per fermare la creazione del metanodotto Snam Sulmona-Foligno. È stato sottoscritto questa mattina nella sede di viale Bovio della Regione Abruzzo, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa convocata dal segretario alla presidenza Mario Mazzocca. Un documento indirizzato alla presidenza del consiglio dei Ministri, al ministro all’Ambiente Sergio Costa e al ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio dalla Regione, il Comune di Sulmona e quello dell’Aquila a fare da capofila e altri 25 Comuni abruzzesi oltre quattro organizzazioni ambientaliste e cioe’ Wwf, Legambiente Abruzzo, Pro Natura Abruzzo e i comitati cittadini nati a Sulmona. “Quando abbiamo saputo della Tap- ha detto Mazzocca- ci siamo preoccupati. Anche perche’ il gas che dovrebbe essere trasportato e che dovrebbe passare in Abruzzo, Lazio e Umbria sara’ destinato alla vendita nei Paesi del nord Europa. Le ragioni per cui questo metanodotto cosi’ come la costruzione della centrale e’ sbagliata – ha aggiunto – sono molteplici e tutte documentate nel documento congiunto che sottoscriviamo oggi”. Rischi, sottolineano gli aderenti, che vanno dall’impatto ambientale, ai rischi sismici, passando per i rischi di danni alla salute, all’economia e le questioni legate alla vincolistica, cioe’ ai luoghi dove il metanodotto dovrebbe passare. “Fino ad ora – ha aggiunto Mazzocca – abbiamo tenuto 8 tavoli sulla questione. Ora vorremmo si riaprisse un dialogo con il nuovo Governo. Negli anni – ha sottolineato – abbiamo anche avanzato proposte alternative, ma non abbiamo mai ottenuto risposta. Piu’ che il metanodotto della Rete Adriatica, visto che dovrebbe smembrare zone di particolare interesse naturalistico, questa sta diventando la Rete appenninca”. Al Governo si chiede dunque di “voler ripesare la scelta operata da Snam, di voler sottoporre nuovamente il progetto Rete Adriatica della lunghezza complessiva di 687 km, a Valutazione Ambientale Strategica (Vas); a voler riconsiderare – si legge nel documento congiunto – la pesatura dei criteri tipicamente utilizzati per dichiarare la “pubblica utilita’” di opere di siffatta portata e di voler ristabilire con le regione e le automonie locali rapporti di leale collaborazione istituzionale”. E’ nel 2011, e’ stato spiegato, che la strada della Centrale di compressione e quella del metanodotto si dividono con la prima ormai a un passo dalla sua realizzazione.

“E’ stato il Governo Gentiloni – ha sottolineato Giovanna Margadonna dei Comitati cittadini della citta’ di Sulmona – a dare l’autorizzazione alla realizzazione dell’opera della Snam. In Italia, pero’ – ha aggiunto – abbiamo gas a sufficienza sia in termini di rete che di consumi. L’alta sismicita’ delle zone in cui dovrebbe passare definisce un tracciato assurdo. Se questo Governo e’ quello del cambiamento, allora chiediamo un cambiamento responsabile che tenga conto della volonta’ di chi sui territori vive. Chiediamo quindi di non autorizzare la costruzione del metanodotto – ha aggiunto – e anche di rivedere il Via con cui si e’ dato l’ok alla centrale di compressione per capire quali danno possa aver apportato il terremoto del 2016. Questo territorio – ha concluso – e’ uno scrigno di opportunita’ e questa non e’ tra quelle di cui abbiamo bisogno”.

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