Ferragosto: la festa è di Maria, “l’influencer di Dio”

Ferragosto che vai, processione che trovi. Su di una barchetta affidata alle onde del mare, tra canti e processioni, incoronata regina da bande musicali e fuochi d’ artificio, che gli italiani lo ricordino o meno il 15 agosto la festa e’ di una donna realmente esistita: Maria di Nazareth che, per dogma di fede, “e’ […]

Ferragosto che vai, processione che trovi. Su di una barchetta affidata alle onde del mare, tra canti e processioni, incoronata regina da bande musicali e fuochi d’ artificio, che gli italiani lo ricordino o meno il 15 agosto la festa e’ di una donna realmente esistita: Maria di Nazareth che, per dogma di fede, “e’ l’Assunta”. Ma cosa vuol dire? Secondo la dottrina cattolica “e’ stata elevata in Paradiso, in corpo e anima, anticipando la condizione futura di tutti i cristiani, quando il corpo risorgera’ per riunirsi alla propria anima. L’evento dell’assunzione, unico e esclusivo, e’ contemporaneo alla morte, come un addormentarsi ed e’ diverso dalla risurrezione che avviene invece dopo la morte, per Gesu’ al terzo giorno e per tutti al tempo del giudizio universale”. A guidarci nella teologia, per ricordare il senso di questa ricorrenza che per molti e’ solo “ferragosto”, un docente di religione, studioso di teologia e di filosofia medievale. Non e’ stato facile avventurarsi alla scoperta della Madonna e del suo culto, tanto da aver incassato il no di una teologa a rispondere alle domande, forse perche’ i dogmi si credono e basta senza spiegazioni. Chissa’. “Il dogma dell’Assunta e’ stato proclamato nel 1950 da Pio XII. Nell’antichita’ gia’ si parlava di ‘dormitio Mariae’ ovvero di Maria che si ‘addormenta’ al termine della vita”. La mariologia e il culto di Maria unisce cattolici e ortodossi, mentre per i cristiani protestanti “la Madonna ha un ruolo molto diverso, sia nel culto che nella sua funzione di mediatrice”, un ruolo che nella storia della salvezza e’ di fatto “annullato”.

La Madonna, che papa Francesco ha definito, ricorrendo ad un’espressione del nostro tempo, “influencer di Dio”, e’ per i cattolici “la mediatrice del Mediatore”, ruolo avuto esclusivamente da Gesu’. In questo senso, dunque, “Maria e’ icona escatologica, immagine del futuro”. Il culto mariano “ha alcune caratteristiche precise: deve essere preferibilmente liturgico, non deve avere una vana credulita’, non deve mostrare uno sterile sentimentalismo, ne’ ricercare effetti miracolistici o coinvolgimento di interessi personali”. Eppure la devozione popolare, i viaggi del miracolo, i rosari come talismani ci hanno abituato a scenari diversi. Viene in mente Siracusa e il bacio al rosario come atto pubblico di devozione alla Vergine Maria dell’attuale ministro degli Interni Matteo Salvini che in “un’ottica strumentale o di contrapposizione per fini particolaristici e’ fuori- rammenta il professore- da ogni corretta prospettiva teologica, anche se – come ha detto in alcune occasioni il ministro: ‘La Madonna non deve proteggerlo dalle inchieste’ ed e’ ‘invocata per l’Italia non per se stesso’. Ma “solo a Dio va l’adorazione, la latri’a. A Maria va tributata una venerazione di onore, tuttavia superiore a qualunque altro essere umano, la cosiddetta iperduli’a”. I vescovi – ricordiamolo – non hanno mancato di ‘bacchettare’ il vicepremier.

Dogmi, storia e cultura si contendono un primato sulla figura della Madonna: devoti e detrattori ne delineano diverse e incompatibili identita’. Per i fedeli e’ “l’immacolata” – altro dogma giovane, dichiarato nel 1854 da Pio IX – che per moltissimi significa erroneamente che Maria non abbia mai peccato e che e’ invece la particolare condizione di Maria al momento del proprio concepimento ovvero di essere senza peccato originale”. E’ la Vergine: “Come e’ possibile- dice Maria all’angelo nell’annunciazione- se non conosco uomo?”. Ed e’ l’Assunta in cielo, unica tra tutti gli umani. “In termini antropologici occorre acquisire una mentalita’ odierna nell’analizzare alcuni aspetti mariologici. Se in passato di Maria si sottolineava soprattutto l’aspetto del nascondimento, dell’umilta’ e della poverta’, oggi si puo’ evidenziare piuttosto l’attivo consenso di Maria, la sua risposta attiva, la sua scelta di coraggio, evidenziata anche nel Magnificat, di avere un figlio che morira’ in croce e quindi la dimensione di una maternita’ universale”. E’ proprio la prospettiva del tempo a porre gli interrogativi piu’ suggestivi alla teologia, alla fede e ai tanti dogmi che nascono dai testi sacri, ma nel corso della storia. Il vero potere di Maria, nella visione cattolica “e’ la sua capacita’ di intercedere presso Cristo. Come accade alle nozze di Cana, quando Maria intercede con insistenza presso il proprio figlio per quello che sara’ il primo miracolo di Gesu'”. Un potere che ha attraversato la storia della nostra cultura, il culto popolare di secoli e che pero’, nei versi di Jacopone da Todi, puo’ diventare il pianto umanissimo di una madre qualunque che impotente, ai piedi di un figlio in agonia, grida: ‘Figlio, figlio voglio teco morire’.

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