Abruzzo, grande industria in crisi: l’allarme della Uil

Non solo le microimprese, l’artigianato, il commercio e il terzo settore, ma anche la grande industria abruzzese sta soffrendo per l’emergenza post covid: bisogna vigilare con grande attenzione per evitare il tracollo e perdere posti di lavoro. È il messaggio che arriva da Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, che commenta così la preoccupante analisi […]

Non solo le microimprese, l’artigianato, il commercio e il terzo settore, ma anche la grande industria abruzzese sta soffrendo per l’emergenza post covid: bisogna vigilare con grande attenzione per evitare il tracollo e perdere posti di lavoro. È il messaggio che arriva da Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, che commenta così la preoccupante analisi del dottor Aldo Ronci, da cui risulta che nel primo trimestre 2020 l’export abruzzese ha segnato una flessione del 5,6 per cento, dato triplo rispetto a quello nazionale che è diminuito dell’1,9 per cento.

“Oltre ad evidenziare questo tracollo dell’export – dice Lombardo – la ricerca sottolinea un aspetto che noi come Uil abbiamo più volte abbiamo evidenziato soprattutto in questa fase di ripartenza: non assistiamo solamente ad una crisi di settori specifici come il turismo o la micro impresa, sia essa artigiana, commerciale o del terzo settore, ma anche ad una difficoltà crescente della grande industria, che lega il suo fatturato per massima parte ai mercati esteri o comunque extraregionali. Questo significa che a soffrire è il settore con il maggior numero di occupati in Abruzzo: la meccanica, l’automotive e tutto l’indotto che danno lavoro a decine di migliaia di persone e che rappresentano il cuore pulsante del nostro sistema economico”.

Il segretario generale Uil Abruzzo ricorda che “in maniera sempre più pressante abbiamo sottolineato alla Regione Abruzzo, nei tavoli con l’assessorato alle Attività produttive, la necessità di lavorare insieme per creare le condizioni a sostegno della tenuta dell’intero sistema economico abruzzese, ivi compresa la grande industria. Per questo, a partire dallo studio di Ronci, riteniamo sia necessario intraprendere senza indugi una riflessione più complessiva sul futuro del nostro territorio, senza dare per scontato che il nostro sistema industriale possa farcela da solo. Del resto – conclude Lombardo – il ricorso massiccio della grande industria agli ammortizzatori sociali sta lì a testimoniare che la crisi è ancora più ampia di quanto non si creda, e per questo occorre vigilare con grande attenzione. Ne va del nostro futuro”.

 

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