Musica. Renato Zero è ripartito da Zerosettanta, oggi il Volume Due

Trasgressivo, eccentrico, rivoluzionario, ambiguo per scelta, originale e camaleontico. Negli Anni 60 ha animato il Piper Club, tra i locali storici della Capitale, ballando nei ‘Collettoni’ di Rita Pavone e ha recitato nel ‘Satyricon’ di Federico Fellini. Negli Anni 70 e’ arrivato il salto nella musica. Da ‘No! Mamma, no!’ a ‘Il Cielo’, da ‘Spalle […]

Trasgressivo, eccentrico, rivoluzionario, ambiguo per scelta, originale e camaleontico. Negli Anni 60 ha animato il Piper Club, tra i locali storici della Capitale, ballando nei ‘Collettoni’ di Rita Pavone e ha recitato nel ‘Satyricon’ di Federico Fellini. Negli Anni 70 e’ arrivato il salto nella musica. Da ‘No! Mamma, no!’ a ‘Il Cielo’, da ‘Spalle al muro’ a ‘Cercami’ fino a ‘Il triangolo’, ‘Mi vendo’, ‘Il carrozzone’, ‘Come mi vorresti’, ‘I migliori anni’ e ‘Ancora qui’. Queste sono solo alcune delle anime di Renato Zero, al secolo Renato Fiacchini, che fin dagli inizi della sua carriera ha lottato, tra fatica e pregiudizi, per la liberta’ di espressione e per ottenere un posto nell’Olimpo dei grandi artisti italiani. E ci e’ riuscito.
Lo scorso 30 settembre il re dei ‘sorcini’ ha compiuto 70 anni. E Renato ha riavvolto il rullino della sua carriera per fare un bilancio di tutto quello che ha vissuto. Il risultato e’ ‘Zerosettanta’: il nuovo progetto discografico dell’artista composto da tre volumi. Il primo e’ uscito nel giorno del suo settantesimo compleanno, il secondo esce oggi, 30 ottobre, e il terzo uscira’ il 30 novembre.
‘Sono felice di aver messo in atto questo progetto. Questa parentesi del Covid ha accelerato la realizzazione di ‘Zerosettanta’ e mi ha dato degli spunti e delle spinte per tirare fuori maggiormente tutto quello che c’era da tirare fuori.
Sono tre album che mi rappresentano, sicuramente nelle varie sfaccettature della mia presenza musicale’, ha raccontato l’artista in occasione della conferenza stampa sulla piattaforma Zoom. ‘In questo disco ci sono le ballad, una strizzata d’occhio al rock, c’e’ questa voglia di rispolverare la canzone di protesta perche’ ritengo che noi artisti abbiamo assolutamente il dovere di esprimerci e di esporre le ragioni della nostra inquietudine e felicita’ quando e’ il caso per rappresentare il pubblico piu’ sommesso che non ha l’opportunita’ di manifestare le proprie ragioni e i propri umori. Questo- ha continuato- e’ un impegno che io mi sono assunto da quel lontano 1973 quando iniziai definitivamente il mio presidio nella musica e ho fatto in modo di rappresentare le mie evoluzioni e anche certi bisogni di sperimentazione. Ho navigato con grandi produttori e musicisti, ho stretto alleanze anche oltreoceano e aldila’ della Manica. Per questo progetto mi sono avvalso della collaborazione di Phil Palmer Alan Clark, che mi riportano agli anni in cui andavo allo ‘Speakeasy’ di Londra a sentire queste band caciarone e piene di entusiasmo e all’Inghilterra che mi ha sollecitato ad essere piu’ incisivo nell’ottenere risultati molto alti”.
Questo secondo capitolo e’ composto da quattordici nuove canzoni – che raccontano l’amore, la fede, la pandemia, gli ultimi, la natura, il rapporto con il pubblico- e vede il consolidamento delle importanti collaborazioni inaugurate con il primo disco: dalla produzione e gli arrangiamenti di Palmer e Clark, all’apporto del maestro Adriano Pennino. ‘Volume due’ si apre con ‘Il grande incantesimo’, un potente canto di ringraziamento alla vita, e si chiude con ‘Se sono qui’, dedicata a chi ha ancora il coraggio di lottare per il proprio amato, accettando qualsiasi sfida pur di vederlo di nuovo al proprio fianco, in una ritrovata complicita’. Nella tracklist, tra le tante, anche ‘Come non amarti’ per coloro che sono disposti ad amare fino all’ultimo respiro, ‘La logica del tempo’, un invito al ‘carpe diem’, ‘Non e’ amore’ sulle relazioni sentimentali artefatte, ‘Grandi momenti’, il pezzo piu’ nostalgico del disco, ‘In manette l’astinenza’, un’esortazione a non mettere da parte la propria sessualita’ per compiacere i bigotti, ‘Vergognatevi voi’, un canto impegnato attraverso cui Zero si fa portavoce delle classi meno tutelate dallo Stato, e ‘Troppi cantanti pochi contanti’, un dialogo tra Renato Zero e gli artisti della nuova generazione ironicamente messi in guardia: ‘Ora mi aspetto rispetto, chi prende il mio posto si impegni di piu”, recita il brano. Tre album per quaranta canzoni che raccontano tutta la verita’ sulle sue continue trasformazioni e sul senso del suo continuo cercarsi. Uno Zero tutt’altro che reticente, che in questo secondo disco, imprevedibile, intimo, spiazzante e trasparente (come quello che l’ha preceduto e che ha dato il via al progetto), racconta se stesso attraverso svariati generi musicali, tipologie ritmiche ed armoniche. La cifra ironica ma anche l’estrema sensibilita’ che da sempre lo contraddistinguono, fanno da fil rouge in un disco che riprende il proponimento iniziato col primo: dire, anziche’ tacere. Dare, invece di accumulare. ‘La prerogativa dei tre album e’ sicuramente la varieta’ degli spunti, delle esecuzioni e della tipologia dei brani perche’ abbiamo messo in campo tutto quello che io ho utilizzato dall’inizio della carriera ad oggi proprio per misurarsi anche con una certa elasticita’ e mobilita’ abbastanza singolare’, ha raccontato Zero.
‘Io ritengo che l’artista, pur avendo il suo carattere e la sua identita’, ha il dovere di mettere in campo una differenziazione di genere e di atmosfere. Questo lo suggerisce la diversa collaborazione. Per esempio, quando si ha a che fare con un musicista come Fabrizio Bosso, ci si avvale di questa bella amicizia per ospitarlo in un palinsesto musicale. Io ho chiamato Fabrizio per fargli fare un paio di assoli in brani che erano congeniali a lui. È importante che la musica sia variegata- ha continuato- perche’ consente a noi artisti di calarci in diverse situazioni, che possono essere un banco di prova per le nostre capacita’, e poi fa bene anche ai fruitori di musica. La coerenza non vuol dire necessariamente l’appiattimento di una musicalita’”.
Ed e’ proprio questo suo non dimenticarsi mai della sua essenza che lo ha portato ai 50 milioni di album venduti all’attivo, a una grande folla di fan che lo amano, ad avere una personalita’ unica ed inimitabile, al suo inseguire costantemente la sperimentazione e al non avere mai paura di confrontarsi con nuove sfide. “Io ho visto artisti nel corso degli anni soprattutto all’estero dove il coraggio di esporsi e’ maggiore, forse il mercato li’ offre opportunita’ di convivenza e approcci diversi. Per esempio, vedere duettare Tony Bennett con Lady Gaga e’ stato un evento singolare e coraggioso che da’ dei frutti.
Grazie a questa occasione mi sono ricreduto su Lady Gaga, ho visto un’artista coraggiosa fare piu’ cose e misurarsi con piu’ dimensioni e questo e’ fondamentale”, ha detto Renato Zero.
“Non si nasce artisti, casomai si diventa professionisti.
Questa curiosita’ non deve essere disattesa. Dobbiamo andare a misurarci con altro, cercare affinita’ e anche avere questo coraggio di cantare con alle spalle un’orchestra e un coro sinfonici, come io ho fatto. Questa mutabilita’ dell’artista- ha continuato- credo che sia una prerogativa essenziale. Vediamo Paesi in cui ci sono artisti che cantano, ballano e recitano e lo fanno magistralmente. Io nel corso della mia carriera ho ballato, ho recitato, ho doppiato Jack Skeletron nella versione italiana di ‘Nightmare Before Christmas’ di Tim Burton e mi sono avvalso di tutto questo per riuscire ad avere una padronanza della comunicazione artistica che mi ha consentito di portare a casa delle grandi esperienze”.
Ad accompagnare Renato Zero in ogni suo brano, in ogni suo gesto e scelta e’ l’amore viscerale per la musica perche’ ‘e’ solo in questo modo, con l’amore, che si puo’ sfidare il Mondo’, si legge nelle note della presentazione del progetto. “L’amore era gia’ implicito nella scelta che ho fatto di intraprendere questo mestiere”, ha detto il cantante. “Ci vuole amore a trattare, ad esprimere, a promuovere la musica. L’amore e’ una molla che e’ indispensabile nella professione di ciascuno perche’ senza l’amore si lavora per inerzia e senza la passione. È necessario per sentirsi vivi. L’amore- ha concluso- non e’ necessariamente abbracciarsi e giurarsi fedelta’, l’amore e’ anche difendersi, difendere le nostre radici e il nostro futuro.
L’amore deve essere in tutto quello che facciamo”.
‘Zerosettanta – Volume due’, prodotto dallo stesso Zero per Tattica, e’ disponibile da oggi in download e in streaming su tutte le piattaforme digitali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *