Arce. Legale Mollicone: “Pagina buia per lo Stato, no giustizia per Serena”

“Non ci rassegniamo”. Con la sua solita pacatezza, l’avvocato Dario De Santis commenta all’agenzia Dire il nuovo capitolo della vicenda di Serena Mollicone, la ragazza di 18 anni di Arce, provincia di Frosinone, scomparsa l’1 giugno del 2001 e ritrovata senza vita due giorni dopo in un boschetto a pochi chilometri da casa. Oggi il […]

“Non ci rassegniamo”. Con la sua solita pacatezza, l’avvocato Dario De Santis commenta all’agenzia Dire il nuovo capitolo della vicenda di Serena Mollicone, la ragazza di 18 anni di Arce, provincia di Frosinone, scomparsa l’1 giugno del 2001 e ritrovata senza vita due giorni dopo in un boschetto a pochi chilometri da casa. Oggi il Tribunale di Cassino ha assolto tutti gli imputati, per Serena non c’è ancora giustizia. “A 21 anni dal delitto ancora non c’è giustizia per Serena- ha detto lo storico avvocato di Guglielmo e che rappresenta anche il fratello di quest’ultimo, Antonio- Questo da un canto aggrava il patimento per i familiari della vittima e dall’altro costituisce una sconfitta e una pagina buia per lo Stato che ha nella giustizia una delle sue funzioni più importanti. La morte ha risparmiato a Guglielmo di dover affrontare questa nuova delusione”. Fosse stato ancora tra noi, Guglielmo “avrebbe reagito alla sentenza forse con toni più accesi dei miei, ma per una questione di carattere. Lui ha comunque vissuto il dramma di questa incapacità dello Stato di rendere giustizia davanti ad un delitto, all’uccisione di una giovane ragazza. Uno Stato che non riesce a dare una risposta di giustizia genera altra sofferenza, turbamento e sfiducia”. Per conoscere le motivazioni bisognerà aspettare altri novanta giorni. Altri capitoli da aggiungere alla vicenda non mancheranno, la richiesta di giustizia per Serena non si esaurirà mai: “Immagino che la Procura il lunghissimo lavoro che ha fatto non lo lascerà cadere, non lo abbandonerà e proporrà l’impugnazione. Analogo potere spetta alle parti civili. Per quanto riguarda me e le parti che rappresento, per un principio di correttezza giuridica e intellettuale, prima di decidere al riguardo attendo di conoscere le motivazioni della sentenza”.

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