COVID. Centaurus, Pregliasco: “Non tutti a rischio infezione”

“È chiaro che ognuno risponde all’infezione in modo diverso e non è detto che tutti si infetteranno con Centaurus. Come per altre malattie infettive, e questo è avvenuto anche con la prima ondata del Covid, accade che venga colpita una famiglia intera, con qualcuno che muore e qualcuno che rimane sano. C’è una variabilità di […]

“È chiaro che ognuno risponde all’infezione in modo diverso e non è detto che tutti si infetteranno con Centaurus. Come per altre malattie infettive, e questo è avvenuto anche con la prima ondata del Covid, accade che venga colpita una famiglia intera, con qualcuno che muore e qualcuno che rimane sano. C’è una variabilità di risposta individuale. Se però una persona è stata vaccinata o si è infettata da poco tempo, allora ha certamente minore probabilità di contagiarsi”. Lo afferma alla Dire il virologo dell’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco. Secondo l’esperto l’iimunità al virus può dipendere, quindi, “dalla capacità di risposta individuale e dalla carriera immunitaria, ovvero la malattia recente o la vaccinazione. Ci sono caratteristiche di risposta dell’immunità cellulo-mediata diverse. E questo avviene anche per altre patologie: abbiamo partner sessuali Hiv discordanti, nonostante siano partner da dieci anni, e lo stesso può accadere per l’epatite C. Ci sono situazione di risposta diversa ma poi conta anche la carriera di infezione o vaccinazione precedente”. La BA.2.75 preoccupa perchè ha caratteristiche di maggiore contagiosità rispetto ad Omicron e schiva ancora meglio la protezione da precedenti infezioni. Secondo Pregliasco “è quindi una possibile candidata a quella che potrà essere una successiva onda, poichè dobbiamo immaginarci una convivenza con il virus con andamenti ondulanti, non una presenza continua. Onde determinate dalle nuove varianti o dalle condizioni atmosferiche”. “La speranza- sottolinea infine- è che arrivi in una fase dove una quota parte di persone si è appena infettata o vaccinata nuovamente. Le onde che ci aspettiamo sono come quelle di un sasso in uno stagno, in un lento digradare su una scala pluriennale”, conclude.

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