Sociale. Da Forum del Terzo Settore manifesto in 5 punti per nuovo Welfare

Prossimità, universalismo, inclusività. Questi, secondo il Forum del Terzo Settore, i tre i valori fondamentali su cui fondare il nuovo sistema di welfare. Valori che il Forum ha messo alla base del manifesto realizzato dalla Consulta Welfare del Forum e presentato questa mattina, a Roma, nella Sala Capitolare del Senato alla presenza, tra gli altri, […]

Prossimità, universalismo, inclusività. Questi, secondo il Forum del Terzo Settore, i tre i valori fondamentali su cui fondare il nuovo sistema di welfare. Valori che il Forum ha messo alla base del manifesto realizzato dalla Consulta Welfare del Forum e presentato questa mattina, a Roma, nella Sala Capitolare del Senato alla presenza, tra gli altri, di Vincenzo Falabella, presidente nazionale Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap), e Nazaro Pagano, presidente Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili). “L’attuale sistema di welfare- si legge nel manifesto- risulta essere frammentato e non in grado di garantire la presa in carico tempestiva, globale e continuativa di chi si trova in condizioni di fragilità, marginalità o è a rischio esclusione sociale. È un sistema che non riesce a promuovere quella coesione sociale imprescindibile per superare le diseguaglianze e contrastare le crescenti forme di povertà, oltre che per affrontare le emergenze sanitarie, economiche e sociali. E che deve, quindi, essere progressivamente sostituito da un modello inclusivo basato sul riconoscimento dei diritti”. E il modello a cui tendere è quello “che previene e contrasta gli elementi di esclusione e promuove il benessere e lo sviluppo delle persone- sottolinea il Forum- non solo attraverso interventi di riduzione del disagio e delle povertà, ma anche attraverso il coinvolgimento, attivo e diretto, dei destinatari nei loro percorsi di inclusione culturale, sociale ed economica. Un modello che tiene conto di tutti i momenti e degli episodi della vita, dalla prima infanzia agli anni dell’istruzione, dagli anni del lavoro al progressivo invecchiamento e alle fasi nelle quali è possibile trovarsi a convivere con condizioni di malattia, disabilità e/o non autosufficienza. Il nuovo sistema di welfare, pertanto- si legge ancora nel documento- non può e non deve limitarsi a dare risposte ai vari bisogni che tali condizioni portano con sé, emergendo volta per volta, ma deve farsi anche carico di tutta la grande area legata alla prevenzione. Si entra in questo modo nella prospettiva della definizione di un welfare generativo, in cui si risolvono piccole e grandi problematiche individuali ma, al tempo stesso, si genera benessere e miglioramento sociale per tutta la popolazione, in stretta correlazione con il sistema educativo, culturale e sportivo”. Cinque, secondo il manifesto, le azioni da intraprendere per arrivare a un nuovo sistema di welfare. Innanzitutto sviluppare un sistema socio-sanitario integrato, esteso ed omogeneo in tutto il Paese, legato in modo esplicito ai Livelli essenziali sanitari e sociali, così come alla dimensione culturale, sportiva ed educativa. In secondo luogo rivedere il sistema di governance in modo da coinvolgere sia il livello statale che quello regionale e locale, oltre che il Terzo settore in regime sussidiario e di amministrazione condivisa. Terza azione è quella di basare la programmazione su un approccio volto a valorizzare, in chiave di empowerment, le potenzialità delle persone che vengono prese in carico, anche per rafforzare la partecipazione delle reti di cittadinanza, coniugando welfare e sviluppo della democrazia. Quarto punto: sviluppare il sistema di presa in carico delle persone a partire dai Piani settoriali espressamente previsti dal Piano nazionale degli interventi e servizi sociali 2021-2023. Tali Piani, secondo il Forum, dovrebbero individuare le priorità di finanziamento, l’articolazione delle risorse dei fondi tra le diverse linee di intervento; definire gli indicatori finalizzati a valutare l’impatto delle politiche finanziate; determinare eventuali target qualitativi e quantitativi di riferimento, nell’ottica di una graduale progressione volta al raggiungimento di livelli essenziali di interventi e prestazioni sociali. Quinta azione è quella di sostenere lo sviluppo di ulteriori forme di welfare, a partire dal welfare aziendale ed integrativo, definendo adeguati livelli standard che garantiscano omogeneità, qualità e solidarietà. “Il Terzo settore- sottolinea il manifesto- assume particolare rilevanza anche grazie all’amministrazione condivisa, all’accreditamento e al convenzionamento, previsti dal Codice del Terzo Settore. Strumenti, questi, che appaiono i più appropriati in quanto favoriscono la consultazione e la partecipazione attiva dei cittadini, attraverso le proprie organizzazioni più rappresentative, contribuendo direttamente ai processi concernenti la rilevazione dei bisogni, nonché alla definizione delle politiche di sviluppo sul territorio e alla corretta allocazione delle risorse. Strettamente legata a questo aspetto è la non più procrastinabile necessità di provvedere anche a sancire, definitivamente in norma, che l’affidamento dei servizi alla persona non possa essere effettuato attraverso gare al massimo ribasso, contrastando prassi non rispettose delle vigenti normative in materia. Ad essere prioritariamente garantita deve essere la qualità delle prestazioni rese e il rispetto delle condizioni di lavoro. Il lavoro nel Terzo settore non può più essere visto come la mera fornitura di ‘mano d’opera a più basso costo rispetto al mercato’ o sottopagato o non adeguatamente riconosciuto, ma deve essere valorizzato e adeguatamente remunerato”. “Vanno inoltre garantite adeguate forme di trasparenza rispetto ai contratti applicati alle lavoratrici e lavoratori, nel rispetto di quanto sancito dalla riforma del Terzo settore. E’ anche necessario prevedere l’adeguamento automatico delle tariffe dei servizi esternalizzati a fronte del rinnovo dei contratti di lavoro sottoscritti con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”, si legge ancora nel manifesto.

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