Maternità surrogata. Storia di Evelina: “Con gravidanza morirei, mio figlio nato con gpa in Ucraina”

“Io sono fertile, quindi in teoria potrei portare avanti una gravidanza, ma nella pratica sono affetta da una malattia rara che controindica in modo assoluto di portare avanti una gravidanza, perché mi porterebbe alla morte”. È la testimonianza di Evelina, che insieme al marito Michele, nel corso dell’audizione in Commissione Giustizia alla Camera sulle proposte […]

“Io sono fertile, quindi in teoria potrei portare avanti una gravidanza, ma nella pratica sono affetta da una malattia rara che controindica in modo assoluto di portare avanti una gravidanza, perché mi porterebbe alla morte”. È la testimonianza di Evelina, che insieme al marito Michele, nel corso dell’audizione in Commissione Giustizia alla Camera sulle proposte di modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano, ha raccontato l’esperienza di gestazione per altri portata avanti in Ucraina: “Nostro figlio Achille è nato in Ucraina grazie a una normativa sulla gpa e all’aiuto di una donna ucraina”. “La legge ucraina prevede che la coppia sia sposata e che vi sia un’accertata impossibilità a portare avanti una gravidanza”, ha sottolineato Evelina, rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni. In effetti, nonostante in Italia il dibattito sulla gpa sia incentrato quasi esclusivamente sulle famiglie omogenitoriali, nella maggior parte dei Paesi in cui la pratica è consentita, possono accedervi solo coppie eterosessuali. È un fenomeno, quindi, che interessa soprattutto “coppie ‘ordinarie’, eterosessuali. Questo va detto anzitutto per far pulizia dalla tematica dell’omofobia”, ha ribadito nel corso dell’audizione l’avvocata Aurora D’Agostino, di Giuristi Democratici. A far ricorso alla gpa sono quindi molte coppie come Michele ed Evelina, che, come hanno fatto notare nel corso dell’audizione, con l’approvazione di questo decreto, se decidessero di portare avanti un’altra gravidanza tramite gpa verrebbero “arrestati e allontanati dai nostri figli”, come ha detto nel corso dell’audizione.

All’audizione ha preso parte anche Tommaso Giartosio, che con il suo compagno ha avuto due figli tramite gestazione per altri in California, dove è prevista sia in forma solidale che commerciale. Proprio sull’aspetto economico della questione, Giartosio, esponente di Famiglie Arcobaleno, ha voluto sottolineare alcuni punti: “La condizione economica delle donne coinvolte viene verificata con un esame dell’intero asse delle proprietà per garantire che non si trovino in una condizione di bisogno”, ha spiegato. “È vero che di norma gli aspiranti genitori sono più ricchi delle gestanti, ma non è sempre così, anzi. Conosco molti genitori che hanno ipotecato la casa per poter avere figli. E in ogni caso, il compenso ricevuto, che varia a seconda degli Stati, non è tale da cambiare la vita delle gestanti”. Inoltre, secondo Tommaso Giartosio, “una scelta vocazionale può essere retribuita senza perdere nulla della sua nobiltà. Si parla di ‘donna forno’, ma tra essere madri ed essere forno c’è una terza possibilità che è la cura, ed è la cura che spiega la gpa”, ha concluso.

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