Campi Flegrei. Legambiente: “Agire diversamente rispetto al passato”

“L’attuale emergenza deve essere affrontata in maniera differente dalle precedenti (1970-1972, 1983-1984) che hanno comportato varie criticità”. È quanto sostenuto da Legambiente Campania, ascoltata in audizione nella commissione Ambiente alla Camera in merito al rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. Tra le criticità elencate, si evidenziano le “delocalizzazioni prima a Toiano […]

“L’attuale emergenza deve essere affrontata in maniera differente dalle precedenti (1970-1972, 1983-1984) che hanno comportato varie criticità”. È quanto sostenuto da Legambiente Campania, ascoltata in audizione nella commissione Ambiente alla Camera in merito al rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. Tra le criticità elencate, si evidenziano le “delocalizzazioni prima a Toiano e poi a Monteruscello” che “hanno avviato l’espansione senza soluzione di continuità di Napoli verso la zona flegrea: in questi 50 anni un quinto dell’incremento demografico della provincia di Napoli (circa 280mila abitanti) si è concentrato nell’area tra Pozzuoli e Quarto e aumenta se includiamo gli altri comuni della zona rossa e gialla, grazie soprattutto all’esponenziale crescita di Giugliano”. Ancora: “nei Campi Flegrei le scelte operate in questi 50 anni hanno di fatto favorito anche un altro grave fenomeno, l’abusivismo edilizio e delle lottizzazioni che, oltre alle evidenti implicazioni di carattere etico connesse all’illegalità, ha aumentato fortemente il carico insediativo dell’area e quindi aggravato il rischio. D’altra parte, l’edilizia abusiva risulta più vulnerabile (materiali di scarsa qualità, tecniche e modalità costruttive inidonee, ecc.), mentre le lottizzazioni abusive comportano seri problemi per le evacuazioni perché raramente rispettano parametri urbanistici atti a garantire l’adeguatezza delle reti infrastrutturali. Ciò è avvenuto in assenza di una pianificazione di area vasta (il Ptcp della provincia di Napoli, oggi Ptm) in mancanza di una pianificazione locale organica e coordinata, con grandi ed estesi episodi di abusivismo sia nell’edilizia che nelle lottizzazioni”. “Abbiamo evidenziato il nostro auspicio affinché si superi ad horas l’anomalo trattamento riservato ai tre complessi vulcanici presenti in Campania – così Anna Savarese del direttivo regionale di Legambiente – che, sebbene classificati pariteticamente come quiescenti, Vesuvio, Campi Flegrei e Isola d’Ischia, non hanno ricevuto le stesse attenzioni rispetto alla perimetrazione, al piano di emergenza e alla riduzione (legge) dell’incremento del carico insediativo. Come riteniamo fondante nella gestione del rischio vulcanico/sismico si approcci in chiave integrata e sinergica nell’individuazione di una combinazione di interventi/attività di carattere strutturale/materiale e non strutturale/immateriale”.

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