Bruno Pizzul è scomparso all’età di quasi 87 anni presso l’ospedale di Gorizia. Nato l’8 marzo 1938 a Cormons, Udine, Pizzul è entrato nel cuore degli italiani come voce narrante delle gesta della Nazionale di calcio, ricoprendo il ruolo di telecronista per cinque Mondiali e quattro Europei, fino al suo ritiro nel 2002, dopo Italia-Slovenia.
Dopo aver completato gli studi classici e laureatosi in giurisprudenza, Pizzul iniziò la sua carriera in Rai nel 1969, grazie a un concorso nazionale per radio-telecronisti. Il suo debutto avvenne con lo spareggio di Coppa Italia Juventus-Bologna nel 1970. Per quasi quaranta anni, la sua voce ha accompagnato le domeniche pomeriggio degli italiani, raccontando partite di Serie A e competizioni internazionali, a partire dalla storica vittoria del Milan in Coppa delle Coppe contro il Leeds Utd a Salonicco nel 1973.
Il suo legame con la Nazionale italiana iniziò con i Mondiali del Messico nel 1970. Con l’uscita di scena di Nando Martellini, dal 1986 divenne la voce ufficiale degli Azzurri, un ruolo che mantenne fino ai Mondiali di Corea 2002. Ha anche condotto programmi di spicco come “Domenica Sprint” e “La Domenica Sportiva”.
Prima di entrare in Rai, Pizzul aveva anche tentato la carriera nel calcio, giocando come centromediano per squadre come Catania, Ischia, Udinese e Sassari Torres. Nonostante non fosse particolarmente talentuoso, la sua statura lo rendeva un giocatore di rilievo nei match.
Lascia un’eredità indimenticabile nel giornalismo sportivo italiano, avendo vissuto momenti di grande sport con professionalità e passione, nonostante il rimpianto di non aver mai narrato un trionfo azzurro e la dolorosa esperienza della tragedia dell’Heysel, che avrebbe volentieri cancellato dalla sua memoria.
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