“Lo sviluppo neuronale non è determinato esclusivamente dalla genetica, bensì è profondamente plasmato dall’esperienza del cervello in via di sviluppo, che porta ad adattamenti cruciali per le funzioni cognitive, psico-emotive e comportamentali. Ciò avviene grazie alla plasticità neuronale, cioè la capacità del cervello di modificarsi e adattarsi agli stimoli ambientali”. A spiegarlo è Michela Gatta, direttrice dell’Uoc di Neuropsichiatria infantile di Padova, nel corso dell’evento dedicato alla dipendenza da smartphone, organizzato dall’Intergruppo parlamentare prevenzione e riduzione del rischio, questo pomeriggio a Roma. In particolare, Gatta ha spiegato che “durante l’età evolutiva, infanzia e adolescenza, il neurosviluppo è scandito da finestre temporali in cui la plasticità neuronale risulta massima e i circuiti neuronali sono maggiormente sensibili in risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, sia in termini di sviluppo, che di danno, che di recupero funzionale. I numeri ci dicono dell’aumento dell’uso di smartphone in età evolutiva, con riduzione sempre più significativa dell’età di avvicinamento alle tecnologie”.
Ma come si rimodella dal punto di vista strutturale e funzionale il sistema cerebrale in risposta “allo stimolo-smartphone”? “Una delle conseguenze in gioco- ha detto ancora Gatta- riguarda l’attivazione del sistema cerebrale della ricompensa e determina il rilascio di dopamina. La dopamina è il neurotrasmettitore che segnala la presenza di uno stimolo gratificante e la motivazione ad agire per ottenerlo. È un po’ quello che succede con l’abuso di sostanze e alcol. Alcuni segnali di dipendenza da smartphone sono quando il suo utilizzo diviene la principale attività della giornata associato a sintomi di astinenza, tipo ansia, irritabilità/discontrollo, tristezza in caso di impedimento ad usarlo; perdita di interesse verso hobby/attività precedenti di diverso tipo; mancato riconoscimento dell’entità di screen time, con necessità di mentire a riguardo”. “La pratica clinica purtroppo evidenzia come l’abuso di smartphone possa associarsi a peggioramento della salute mentale: disturbi del sonno; nomofobia (No mobile phobia); aumento di ansia, depressione, discontrollo emotivo-comportamentale; disattenzione e difficoltà di concentrazione; isolamento sociale per citarne alcuni”. Di qui, ha sottolineato Gatta, “l’importanza di definire strategie di riduzione del rischio e di impegnarsi per facilitare, fin dai primi anni di vita, corrette abitudini e stili di vita tra cui un equilibrato uso dello smartphone”.