Il capogruppo regionale del PD, Silvio Paolucci, ha annunciato la presentazione di una risoluzione per chiedere al Consiglio d’Abruzzo di pronunciarsi sul piano di riorganizzazione del servizio 118 proposto dalla Asl 2, definito “una barbarie istituzionale” che impone “tagli barbari” e “deficit strutturale”. Paolucci contesta in particolare la riduzione delle postazioni con medico a bordo nei distretti del Sangro Aventino e dell’Alto Vastese, ritenuta un arretramento di oltre dieci anni che mette a rischio il diritto alla salute in aree già fragili per conformazione orografica e carenza di personale.
Secondo il consigliere, la rete pianificata dall’amministrazione di centrosinistra nel 2014 aveva portato da 11 a 16 il numero di postazioni con medico a bordo, garantendo efficienza anche nei Punti di Pronto Soccorso. Oggi, denuncia Paolucci, “siamo di fronte allo smantellamento delle postazioni dei Punti di Primo Intervento e della rete dei 118 con medici a bordo” e “cominciamo a vedere l’effetto dei debiti prodotti sulla sanità dalla governance di destra”. La proposta Asl prevede infatti soltanto due ambulanze medicalizzate per l’intero territorio del Sangro Aventino e dell’Alto Vastese, con turni spartiti fra Castiglione Messer Marino, Gissi, Atessa e Casoli, costringendo le aree interne a rivolgersi a Lanciano nelle 12 ore notturne.
Il Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl 2 ha già bocciato il piano, evidenziando che resterebbero prive di copertura con medico aree come Casoli, Lama dei Peligni, Torricella Peligna e Villa Santa Maria, oltre a distretti turistici importanti quali Francavilla al Mare e Guardiagrele. “Mettere a rischio il diritto alla salute dei cittadini in situazioni tempo-dipendenti” non è accettabile, sottolinea Paolucci, soprattutto in territori a bassa densità dove l’accesso alle cure è già fortemente compromesso.
Nella risoluzione si chiede di chiarire “quali siano le reali dotazioni di personale e mezzi attualmente disponibili per l’area Chieti-Lanciano-Vasto”, “perché non sia stata ancora definita una pianificazione strutturale sulla base dei bisogni dei territori” e “come si intenda garantire l’equità di accesso alle cure nei territori montani e a bassa densità”. Si sollecita inoltre un riesame delle decisioni Asl in vista della riunione già fissata per il 10 luglio, “perché il diritto alla salute non può dipendere dalla geografia, una configurazione diversa è possibile come dimostra la rete nella consiliatura ante Marsilio, ma bisogna volerla”.