Un nuovo docufilm riporta alla luce un’intervista inedita di Ennio Flaiano risalente al 19 maggio 1972, condotta da Giuseppe Rosato. Nel film, intitolato La Conversazione ritrovata e diretto da Matteo Veleno, le registrazioni originali si alternano a ricostruzioni in avatar dei protagonisti, per svelare un lato più personale del celebre sceneggiatore.
La sceneggiatura è firmata da Matteo Veleno e Maria Rosato, che hanno lavorato sul soggetto insieme al compositore Davide Cavuti. Ed è proprio Cavuti a firmare le musiche originali, mentre alla creazione degli avatar ha contribuito Andrea Sisofo. Dal punto di vista organizzativo partecipano al progetto Giulio Capone, Pietro Nissi ed Emanuele D’Ancona per foto e archivio, Lucio Rosato per la grafica e Ilaria Muccetti per la comunicazione. La produzione è a cura di Stefano Francioni Produzioni, MuTeArt Film e Fondazione Pescarabruzzo, con il sostegno di Rai, Biblioteca Luigi Chiarini – Centro Sperimentale di Cinematografia, Abruzzo Film Commission e Centro Studi Nazionale Cicognini.
Giuseppe Rosato ripercorre la genesi dell’intervista e il suo rapporto d’amicizia con Flaiano:
“Non pensavo di diventare attore a questa età. Matteo mi ha preso alla sprovvista e ho improvvisato le parole per il mio carissimo amico Ennio, ricordandolo dopo aver ascoltato le bobine ritrovate di oltre cinquant’anni fa. Quella del 1972 è stata la mia ultima intervista a un uomo incredibile e indimenticabile. Questo docufilm, voluto caparbiamente da Veleno, riporta alla luce un documento importante su Flaiano, forse un po’ più intimo del solito perché con me parlava anche da amico straordinario quale è stato”
Matteo Veleno spiega le motivazioni alla base del progetto:
“Flaiano direbbe: non solo l’intervista, mi hanno fatto pure l’avatar! Non appena ho saputo del ritrovamento del nastro, ho pensato che sarebbe stato bello farne un docufilm, e ho realizzato la sceneggiatura con Maria Rosato. Successivamente ho chiesto a Giuseppe Rosato di raccontare il suo rapporto con Flaiano e ho pensato immediatamente a Davide Cavuti per le musiche. Ho coinvolto Andrea Sisofo per la creazione degli avatar sia di Flaiano che di Rosato. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato a questo progetto cinematografico e, in particolar modo, il giornalista Paolo Pacitti”
Per il maestro Davide Cavuti si tratta del secondo omaggio cinematografico a Flaiano dopo Un marziano di nome Ennio (2021). A proposito del nuovo lavoro, Cavuti afferma:
“Per me è un privilegio partecipare a questo nuovo lavoro di Matteo, che ringrazio per avermi coinvolto”
e aggiunge:
“Ennio Flaiano è stato un genio assoluto e un personaggio che tutti dovrebbero leggere e studiare. In questo docufilm esprime il suo punto di vista sul teatro, evidenziando il ruolo centrale dell’autore e l’importanza del testo che non dovrebbe essere mai dissacrato. Fa riferimento a Carlo Goldoni, definendolo il suo autore preferito poiché, nei suoi testi, riesce a portare avanti la scena in cui la conversazione procede senza che l’azione si muova di un palmo”
Il film ruota attorno alla prima rappresentazione de La conversazione continuamente interrotta, farsa teatrale di Flaiano andata in scena al Festival di Spoleto nel 1972 per la regia di Romolo Valli, con testo pubblicato da Einaudi e messa in scena da Vittorio Caprioli con Cochi e Renato e Paolo Bonacelli. Nel documentario appaiono anche brevi estratti dello spettacolo allestito al Teatro Argentina di Roma nel 1978 da Luciano Salce, con Giorgio Albertazzi, Gianni Bonagura, Mario Maranzana ed Elisabetta Pozzi.