La Chiesa cattolica esprime una netta contrarietà verso la pratica della maternità surrogata, descrivendola come un processo che riduce il bambino, un essere di inestimabile valore, a semplice merce. In un recente documento intitolato “Dignitas infinita”, l’ex Sant’Uffizio riprende le parole di Papa Francesco, sottolineando che ogni vita umana, inclusa quella non ancora nata, non può essere né eliminata né sottoposta a transazioni commerciali.
Il Pontefice si appella alla Comunità internazionale affinché si adoperi per bandire globalmente questa pratica, che viene definita “deprecabile”. Il documento tocca vari argomenti etici critici, quali aborto, eutanasia e omosessualità, nel tentativo di delineare chiaramente la posizione della Chiesa cattolica su queste questioni delicate.
La Santa Sede, facendo eco alle parole del Papa, denuncia la maternità surrogata come un’azione che infligge un danno profondo sia alla dignità della donna che a quella del bambino, basandosi sull’abuso delle condizioni di bisogno materiale della madre. “Un bambino è sempre un dono, mai l’oggetto di un accordo”, ribadisce il documento, invitando ancora una volta alla creazione di una normativa internazionale che metta al bando tale pratica. Questa posizione arriva dopo che la Camera ha approvato a luglio una legge che punta a rendere universale il reato di maternità surrogata, segnando un passo importante verso l’obiettivo auspicato dalla Chiesa.
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