Nucleare: ‘Lezioni da Fukushima’, milioni di persone in pericolo

Il rapporto di Greenpeace a quasi un anno dal terremoto/tsunami che ha colpito il Giappone è deprimente. Una nuova Fukushima potrà accadere in futuro, da qualche parte del mondo. Il rapporto, dal nome “Lezioni da Fukushima”, giunge a tre conclusioni principali: 1.  le autorità giapponesi e gli operatori dell’impianto di Fukushima hanno agito sulla base […]

Il rapporto di Greenpeace a quasi un anno dal terremoto/tsunami che ha colpito il Giappone è deprimente. Una nuova Fukushima potrà accadere in futuro, da qualche parte del mondo. Il rapporto, dal nome “Lezioni da Fukushima”, giunge a tre conclusioni principali:

1.  le autorità giapponesi e gli operatori dell’impianto di Fukushima hanno agito sulla base di assunzioni assolutamente errate sulle probabilità di un incidente grave: i rischi erano noti ma minimizzati e ignorati;
2. sebbene il Giappone sia considerato uno dei Paesi meglio preparati al mondo per fronteggiare disastri di grande entità, nella realtà dei fatti questo disastro si è dimostrato peggiore, nelle sue conseguenze, di ogni ipotesi pianificata: i piani di emergenza nucleare e di evacuazione non sono riusciti a proteggere adeguatamente le persone;
3. centinaia di migliaia di persone hanno sofferto le conseguenze dell’evacuazione forzata per evitare l’esposizione alle radiazioni. Queste persone non possono rifarsi una vita perché non hanno ancora ottenuto indennizzi. Il Giappone è uno dei tre soli Paesi al mondo che, per legge, considera un operatore di impianto nucleare (TEPCO, in questo caso) interamente responsabile dei danni causati da un disastro nucleare ma, evidentemente, i meccanismi di riconoscimento della responsabilità del danno e della successiva erogazione degli indennizzi alle vittime non funzionano. A un anno dal disastro le persone colpite sono sostanzialmente abbandonate a sé stesse e, alla fine, saranno i contribuenti giapponesi, e non TEPCO, a pagare la maggior parte dei danni.

Secondo Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpace Italia, “l’energia nucleare deve essere progressivamente abbandonata e rimpiazzata da investimenti intelligenti in efficienza energetica e fonti rinnovabili. Non è possibile obbligare le persone a convivere col mito della sicurezza nucleare e in attesa di un prossimo disastro”.

La richiesta di Greenpeace al Giappone è chiara. In particolare, viene chiesto al Giappone di non riavviare i suoi impianti nucleari e di favorire lo sviluppo di efficienza energetica e energie rinnovabili per creare migliaia di posti di lavoro, migliorare l’indipendenza energetica del Paese riducendo le emissioni di gas serra, con la garanzia che nessuno dovrà soffrire di nuovo per il fallout di un prevedibile disastro nucleare.

Il rapporto evidenzia che nessuno dei 435 reattori nucleari che esistono al mondo è immune da errori umani, calamità naturali o qualsiasi dei tanti altri gravi casi che potrebbero causare un incidente.

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