Dal cuore degli aquilani si diffonde all’unisono il battito per la rinascita.

Un anno fa ci preparavamo alla Pasqua del Signore e nulla ci avrebbe mai fatto ipotizzare alla fine di una stagione bellissima della storia e sentire comune della nostra amata L’Aquila. In pochi secondi il cuore di una città che vantava di un patrimonio storico-artistico senza paragoni e di una comunità “schietta e gentile” è […]

Un anno fa ci preparavamo alla Pasqua del Signore e nulla ci avrebbe mai fatto ipotizzare alla fine di una stagione bellissima della storia e sentire comune della nostra amata L’Aquila. In pochi secondi il cuore di una città che vantava di un patrimonio storico-artistico senza paragoni e di una comunità “schietta e gentile” è stato trafitto.La federazione dei villaggi fondatori o Universitas, che secondo la tradizione erano 99, apportò una correzione alla denominazione d’ascendenza acquatica del Locus Acquili, così scegliendo L’Aquila come nome della nuova città, sicuramente per rendere omaggio all’alata signora sovrana delle vette circostanti, ma anche perché il richiamo maestoso dell’uccello che faceva da insegna alla casa imperiale, echeggiasse l’avveduta ispirazione alla captatio benevolentiae dell’autorità che s’interessò a favorire lo sviluppo di un insediamento volto a divenire la frontiera dell’area nord-occidentale del Regno. La scelta della denominazione fu profetica: più volte L’Aquila ha piegato le sue ali ma con tanta forza è tornata a volare con e per i suoi abitanti.

La data del 6 Aprile 2010 segna l’inizio di un futuro difficile e i “frammenti di memoria” risparmiati dalla forza oscura della terra che ha risucchiato nelle sue voragini l’aquilano, rappresentano la fonte da cui attingere la linfa vitale per ricominciare a ricostruire l’identità collettiva.

Il terremoto, tuttavia, non ha portato soltanto distruzione: bensì ha dato l’imput ad avere nuove idee e rinnovare la sfera culturale del nuovo assetto urbano.

Così l’Associazione Culturale “Teatro Zeta”, progetto teatrale messo in essere da un gruppo di giovani artisti, ha realizzato in occasione del primo anniversario della tragedia aquilana una maratona no-stop dalle 15:32 del 5 alle 3 :52 circa del 6 aprile.

L’ispirazione arriva da un episodio significativo: andava in scena il 2 aprile 2009, presso il Teatro Sant’Agostino, lo spettacolo “Il caso di Dorian Grey”, la replica della stessa serata fu dedicata a coloro che alloggiavano presso gli studentati dell’Aquila, in particolare agli studenti dell’ADSU.

Dopo il forte sisma, il direttore della compagnia ha in seguito ritrovato, fra i vari documenti, l’elenco di quella sera in cui comparivano i nomi di quei giovani e alla voce indirizzo compariva “via xx Settembre”.

Tra le firme di quei ragazzi, i nomi di quelli miracolati dal crollo della Casa dello Studente e quelli di coloro che sono volati in Cielo per entrare nella “Schiera degli Eletti”. L’entusiasmo e la voglia di vivere che traspare dal ricordo di quei ragazzi ha spinto a un Memorial Day.

Esponenti della sfera culturale, editori, registi, musicisti, cantanti e attori hanno dato il loro contributo gratuito facendo assaporare al pubblico il gusto sublime offerto a ciascuno dalla propria arte.

Fra gli artisti che si sono esibiti secondo una scaletta predefinita, meritano menzione l’Editore Paolo Leone, la coreografa e dolce studentessa di Lettere e Filosofia presso il nostro Ateneo Giorgia Asprini, l’attrice e cantante Gemma La Cecilia rispettivamente per la presentazione del libro “Alice per la città” e l’intervento allievi TP del corso bambini.

Come già in precedenza elargito ai lettori, “Alice per la città. Per L’Aquila” trae vita da un blog di scrittori (www.etempodiscrivere.it) così trovando la sua prima realizzazione in questo progetto di “scrittura solidale” dove, a cominciare da L’Aquila, centro geografico e soprattutto emotivo d’Italia, anime diverse si raccontano, svelando il rapporto più intimo col tessuto urbano in cui vivono, nella speranza di aiutare gli aquilani a trovare la forza per andare avanti.

Per l’intervento di Paolo Leone, editore della Casa Editrice Arkhé Sas con sede a L’Aquila, sono state scelte alcune letture più toccanti del volume.

Il 6 a mattina la comunità parrocchiale di San Sisto si è ritrovata presso la Chiesa provvisoria nel Capannone del Beato Vincenzo per ringraziare il Gruppo di Volontariato “Le Misericordie” e ricordare le vittime del quartiere, fra le quali la solare Maria Civita Mutignano di soli 24 anni.

La funzione, presieduta da Padre Candido Bafile, è stata aperta dall’Assessore alla Cultura del Comune di L’Aquila che ha ricordato l’importanza della misericordia scaturita dalla Fede.

 Durante l’Omelia Padre Candido ha soffermato la propria attenzione su due termini: ricerca e perseveranza. Ricerca in quanto siamo pellegrini in viaggio verso la “meta celeste” e perseverare nonostante il dolore sulla via per la salvezza.

Alla conclusione della Messa il Gruppo di volontari ha offerto ai parrocchiani con i quali hanno convissuto 7 mesi un video sulla quotidianità sotto le tende di San Sisto e Verdeacqua.

“Le Misericordie” è un’istituzione che nasce nel 1300, circa e il motto dei volontari non è quello di essere ringraziati per il bene elargito ma di confortare lo scoraggiato facendogli comprendere che Dio non abbandona mai i suoi figli.

Questo gruppo così come i membri della Protezione Civile, della Croce Rossa Italiana, dell’Esercito Italiano, dei Vigili del Fuoco sono stati designati dal Presidente del Consiglio a”Angeli Custodi” degli aquilani.

Il Gruppo “Le Misericordie” in accolito al Corpo Forestale dell’Aquila hanno donato alla comunità di San Sisto un albero.

L’alberò è di per sé simbolo della rinascita che tende i rami verso il sole: così come l’uomo tende il proprio sguardo verso Dio.

Gli aquilani a poco a poco sapranno ricreare la vita perché nessuna notte è talmente lunga da impedire al sole di sorgere.

Francesca Ranieri

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