E’ lecito tutto

Un sindaco che costruisce, col denaro di tutti, una scuola con colori e simboli Leghisti, un deputato del Pdl che definisce non censurabile la prostituzione per carrierismo politico, una motonave italiana, regalata alla Libia, con sei (fra ufficiali e sottoufficiali) membri della nostra Guardia di Finanza a bordo, che apre il fuoco contro un peschereccio […]

Un sindaco che costruisce, col denaro di tutti, una scuola con colori e simboli Leghisti, un deputato del Pdl che definisce non censurabile la prostituzione per carrierismo politico, una motonave italiana, regalata alla Libia, con sei (fra ufficiali e sottoufficiali) membri della nostra Guardia di Finanza a bordo, che apre il fuoco contro un peschereccio italiano e, dulcis in fundo, una scuola deprivata fino all’osso, con una nazione semianalfabeta e un ministro, Tremonti, che definisce la 626 “un lusso”. Tutto questo nelle ultime 48 ore, mentre il leader è alla ricerca di voti da comprare (alla svendita di fine estate pare ne abbia afferrati già 20-22) e la sinistra ridisegna improbabili ammucchiate uliviste, per attraversare sin d’ora progetti di possibile vittoria elettorale, ma certa ingovernabilità, con gli estremi di una coalizione composti da IDV ed Ecologia e Libertà, totalmente inconciliabili e divisi su tutto. Ma a chi importa vedere che per la classe dirigente tutto è lecito, possibile e giustificato, chi si è soffermato a riflettere sull’imbecillità disturbante di Stracquadanio, che parla di bando ai moralismi ed invece compone un discorso immorale, secondo il quale per far carriera, è corretto che ognuno assecondi le virtù che madre natura gli ha dato, avvenenza fisica compresa? E anche se si dichiarano indignati quelli di Generazione Italia (che chiamano il campo lo sketch di Corrado Guzzanti: “siamo nella Casa della Libertà e facciamo un po’ come c…o ci pare”), come alcune deputate del Pdl, fra cui la Saltamarin e la Lorenzini, che però hanno accettato, chissà perché, l’ospitalità romana del padre-padrone, l’intramontabile Cavaliere, non cambia la sensazione che in Italia ormai tutto è lecito, tutto possibile e regolare, pur di raggiungere visibilità e successo. “Parole degne di un pappone”, afferma il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi. “Che schifezza”, replica la Finocchiaro. Ma intanto nè l’uno né l’altro si soffermano a pensare che la frase di Stracquadiano è indice di una incultura di cui tutta la classe politica recente è in parte responsabile. “La bellezza salverà il mondo” diceva Dostoevskij, ma questo mondo dei “stracquadani” quanto è distante dalla salvezza? Ieri sera l’Italia intera ha assistito alla finale (con teatrino dei due simboli dei nostri giorni, il principe Emanuele Filiberto e Lapo Elkan, impegnati a dire, con congiuntivi arrangiati e grammatica calpestata, ciò che è “in o out”), di miss Italia, che ha incoronato una bella ragazza folignate di 19 anni, che al solito si è commossa e ha ringraziato tutti. Gli organizzatori fanno sapere che La Miss Italia 2010 è stata scelta fra le 12 finaliste dalla giuria (Rita Rusic e Guillermo Mariotto, presidente Flavio Insinna), ma soprattutto dal pubblico con il televoto: la giuria non ha avuto diritto di parola nell’ultima votazione tra lei e Giulia Nicole, giunta seconda. Entrambe hanno comunque avuto il massimo voto della giuria. Per conquistare il pubblico con il televoto hanno sfilato indossando enormi cappelli creati da un’artista. Terza è giunta l’abruzzese Giulia Di Quinzio (Miss Eleganza) e l’orgoglio di tutti noi è salito alle stelle. Ma nessuno, né Milly Carlucci, né un intellettuale, figuriamoci un politico, che abbia approfittato per dire che la bellezza non è una merce né un passaporto per giungere ovunque. Ogni popolo esprime nella classe dirigente e politica ciò che è e noi siamo il degno contorno di chi spara su un peschereccio, considera la sicurezza sul lavoro e la scuola dei lussi, sbava davanti a donnine nude e considera legittimo servirsi del corpo per fare carriera. “La bellezza conta e tanto. E non mi riferisco solo alle donne, ma anche agli uomini. Non è forse vero che noi tutti ci rasiamo e andiamo dal barbiere per essere più piacenti”, ha precisato Giorgio Stracquadanio dopo il ciclone che ha provocato. Ciò che lui e molti altri non hanno capito, è che essere piacenti non vuol dire, necessariamente, essere in vendita e soprattutto, il meretricio di sé non può, in alcun caso, essere un valore. Dicevano De Andrè e Pasolini che da rimpiangere erano quei tempi in cui per “fare la puttana ci voleva vocazione”. Ora ci vuole solo stomaco di ferro e cinismo a prova di Nazione. Ed allora che sia eterna ed anzi monarchica la dominazione Berlusconi, con tanto di scettro consegnato (pare alla festa dei giovani del Pdl di domenica) alla figlia Marina, poiché un’Italia così non può avere altra rappresentanza. Perché se è osceno ciò che traspare dall’azione del sindaco leghista di Adro (definita solo “folklorica” e difesa dalla ministra Gelmini) o dalla vicenda Stracquadanio, lo è di più l’operazione del leader che si incontra con una delegazione repubblicana, per creare una base di voti per garantire la tenuta del Governo ed il substrato per un’operazione ancora più sconcia: imbarcare parte dell’UDC e tutta la “sezione Cuffaro”, senza tener conto della storia dei singoli, ma basandosi solo sul numero dei voti. Davvero un bell’esempio di cambiamento rispetto ai vecchi schemi politici. Sofia Loren che incorona (al posto di Sheron Stone ammalata) la neo Miss, tra le musiche dei cantanti Biagio Antonacci e Cesare Cremonini, ieri sera, a conclusione di una delle edizioni più bislacche e meno esaltanti di Miss Italia, ci è sembrato il degno finale di un film felliniano (“Ginger e Fred”, “E la nave va”, “Prova d’orrchestra”), in cui la sottocultura di oggi trionfa con la sua mercanzia di carne, di compravendita palese e con il plauso e l’approvazione di tutti. Com’è noto esiste una ampia confusione ed un diffuso dibattito sui termini, usati erroneamente come sinonimi, di etica e morale. Negli ambienti intellettuali e scientifici, i due termini sono normalmente usati con accezioni diverse, intendendo per “morale” l’insieme delle consuetudini sociali legate ad una certa tradizione culturale o gruppo sociale o individuo particolare e per “etica” lo studio filosofico universale del bene e del male e quindi della morale. In tal modo, “etica” ha un livello di astrazione più alto rispetto a “morale”. Ma, per buona pace di tutti, non esistendo né l’una né l’altra oggi nel nostra Paese, tali sottili accezioni non debbono riguardarci.

Carlo Di Stanislao

2 risposte a “E’ lecito tutto”

  1. TerryMoto ha detto:

    Ben detto!!!
    E purtroppo ci hanno tolto anche l’unico strumento che avevamo per mandarli a casa!
    Sono pessimistra: finiremo come la Grecia (e prima di loro l’Islanda, la Spagna, l’Irlanda, la Polonia, l’Argentina,…)

  2. Cosa c’e’ di strano? Ci saranno sempre persone disposte a barattare un rapporto fisico con un favore, del denaro o una buona posizione lavorativa ed e’ un fatto che la moralita’ (o amoralita’ ) delle persone non si possa controllare.
    Quello che trovo deplorevole e’ che ci sia qualcuno disposto a giocarsi la propria credibilita’ o a favorire la collocazione di persone non qualificate in posizioni di responsabilita’ in cambio di una prestazione sessuale.

    Allora, se una ragazza e’ disposta a perdere la propria dignita’ perche’ per lei mercificare il proprio corpo non e’ un problema e nel fare questo incontra un allocco che in cambio le garantisce appoggi senza limiti di buon gusto, chi e’ dei due da biasimare?

    Non voglio sembrare cinica, ma ognuno puo’ decidere i confini della propria coscienza ed i limiti di quello che e’ disposto a proporre, mentre si dovrebbe essere molto piu’ rigidi rispetto all’etica del lavoro ed alle scelte che si fanno quando queste ricadono poi su altri.

    In altri termini, chi e’ piu’ colpevole tra la ragazza giovane e intraprendente che lancia un’esca e l’uomo sposato e con figli che abbocca?

    Domandare e’ lecito, rispondere e’ cortesia…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *