L’Aquila, un immobilismo Istituzionale

A più di due anni da quel infame giorno siamo ancor più sconcertati dal silenzio assordante delle istituzioni, un lassismo che ci spegne piano piano, sempre più impotenti contro questa agonia. Non si può aspettare in eterno, non possiamo arrenderci a questo rimpallare beffardo che da ormai troppi giorni ci sbeffeggia, sempre le solite domande […]

A più di due anni da quel infame giorno siamo ancor più sconcertati dal silenzio assordante delle istituzioni, un lassismo che ci spegne piano piano, sempre più impotenti contro questa agonia.
Non si può aspettare in eterno, non possiamo arrenderci a questo rimpallare beffardo che da ormai troppi giorni ci sbeffeggia, sempre le solite domande e le solite risposte: “di chi è la competenza? Provi al Comune!”, Il comune “Provi alla S.G.E.!” la S.G.E. “Provi in Regione!” e cosi via dicendo…
Allora ci permane il dubbio: ma non capiamo noi la complessità della cosa? (molto probabile), o comunque non ci stanno capendo molto neanche chi di questa emergenza si dovrebbe occupare? (ancora più probabile).”
L’insolita cosa è che strutture nuove di zecca spuntano come funghi, non capendo bene da dove provengono e con che soldi finanziati, invece altri impianti che da anni forse anche da un secolo, come il caso del Tiro a Segno Nazionale dal 1888 in città,  vengono lasciati morire senza tentare un recupero immediato, senza capire l’importanza sociale, sportiva, istituzionale che per anni ha svolto nel nostro territorio. Per non parlare ad esempio del C.U.S. L’Aquila quasi lo stesso iter del Tiro a Segno. O della pista di atletica di Piazza d’Armi che almeno ha ottenuto le promesse di rito. Oppure altre miriadi di esempi per rimanere in tema, se pensiamo che anche il Cimitero e le connesse Municipalizzate con i suoi servizi cimiteriali sono al collasso, in un sordo silenzio tombale da parte del Comune, per usare un eufemismo.
Una vergogna  se pensiamo che tutte queste persone  a cui fanno capo lottano da mesi per rilanciare il proprio settore, indispensabile per la natura economica e sociale della città, e ancor più vergognoso è il fatto che essi chiedono solo un piccolo aiuto non tanto economico, perché a quello sono pronti in prima persona a metterci la faccia tramite finanziamenti privati, credito alle banche e quant’altro si renda necessario, ma più semplicemente una accelerazione dell’iter burocratico che sembra lievitare come un fantasma che guarda il proprio corpo fermo attonito nella propria odissea. A tutto si è pensato, proteste eclatanti, mass media, incontri istituzionali, non vi è più una risposta.
L’Aquila ha solo bisogno di ritrovare la propria coscienza popolare contro chi veramente non vuole il bene della Città.

Andrea Scordella

Club Forza del Sud– L’Aquila

Foto Manuel Romano

Una risposta a “L’Aquila, un immobilismo Istituzionale”

  1. Salvatore ha detto:

    E’ veramente una vergogna! E di Piazza D’Armi?
    Quanti progetti, ne facessero uno. Ci vorrebbe un super-commissario, super partner dei tanti interessi che girano in questa povera città martoriata gestita da una giunta fallimentare con un’opposizione inconcludente.

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