Manovra: settimana calda, in piazza i Comuni

La prossima settimana potrebbe essere decisamente calda, se non rovente, nei rapporti tra Governo, Regioni e Enti locali. Smessi gli abiti istituzionali che hanno indossato l’ultima volta venerdì 12 luglio nell’incontro a Palazzo Chigi con l’esecutivo, Regioni, Comuni e Province riuniranno nei prossimi giorni i propri board per decidere se e come portare in piazza lo […]

La prossima settimana potrebbe essere decisamente calda, se non rovente, nei rapporti tra Governo, Regioni e Enti locali. Smessi gli abiti istituzionali che hanno indossato l’ultima volta venerdì 12 luglio nell’incontro a Palazzo Chigi con l’esecutivo, Regioni, Comuni e Province riuniranno nei prossimi giorni i propri board per decidere se e come portare in piazza lo scontento sui tagli imposti dalla manovra. A rompere gli indugi saranno le Province, che mercoledì vedranno riunire i vertici dell’Upi per stabilire “un piano di azione per contrastare gli interventi previsti dalla Manovra economica”. A seguire i Comuni, anch’essi piuttosto arrabbiati, che il giorno dopo, giovedì 25, riuniranno il Comitato direttivo straordinario (con un solo punto all’ordine del giorno: ‘valutazioni e decisioni sugli effetti positivi della Manovra finanziaria’), che sarà in qualche modo preparatorio alla manifestazione di lunedì 29 agosto a Milano, la cui partecipazione è stata caldeggiata da una lunga lettera firmata dal presidente facente funzione dell’Associazione Osvaldo Napoli e dal Coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni Mauro Guerra. Le Regioni invece decideranno il da farsi in una Conferenza straordinaria nella quale, ha spiegato pochi giorni fa il presidente Errani, “valuteremo le iniziative da assumere nei confronti dell’esecutivo e per sollecitare il Parlamento ai necessari cambiamenti”. Ma l’agenda delle mobilitazioni non può ignorare la protesta organizzata da Anci, Uncem (comunità montane), Anpci (piccoli comuni che faranno una “marcia su Roma” il 26 agosto) e Legautonomie del Piemonte per lunedì a Torino, alla quale parteciperanno sindaci e amministratori comunali – compresi i primi cittadini dei 598 municipi piemontesi che rischiano di essere soppressi – per manifestare a partire dalle ore 10 davanti alla Prefettura. E proprio questa protesta, ha spiegato più di un addetto ai lavori, avrebbe avuto il merito di fare da apripista a tutta una serie di manifestazioni su cui ormai da tempo sembrano essere arroccate le speranze della base del mondo delle autonomie locali. Sul fronte delle Province, pochi giorni fa il presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione (che guida anche, per il Pdl, la Provincia di Catania) ha annunciato che la riunione di mercoledì 24 insieme ai vicepresidenti e al presidente del Consiglio Direttivo dell’organizzazione delineerà se e come dissotterrare l’ascia di guerra. Del resto, ha spiegato, “non si può pensare di cambiare l’assetto istituzionale del Paese con un decreto legge”, invocando contestualmente il rispetto dell’art.133 della Costituzione. La manifestazione meneghina dell’Anci vuole invece essere una risposta agli accorpamenti dei comuni sotto i 1.000 abitanti. Di questo, hanno scritto Napoli e Guerra, “si parla con incredibile faciloneria, allo stesso modo dell’eliminazione di giunte e consigli e quindi in sostanza alla sparizione dei Comuni”. L’evento verrà poi ripetuto per le regioni del Centro il 23 settembre a Perugia, secondo quanto previsto dal consiglio nazionale dell’associazione il 14 luglio a Livorno. Infine, sul fronte delle Regioni, la Conferenza straordinaria che dovrebbe tenersi a fine mese, dovrà fare i conti con una premessa fatta pochi giorni fa da Errani, secondo il quale “gli enti locali e le Regioni hanno già dato con le manovre precedenti e hanno dato in modo sproporzionato rispetto al governo e alle amministrazioni centrali”.

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