L’Aquila: analisi, denunce e proposte di “Progetto città”

Si è tenuta giovedì 27 ottobre, presso la Sala Polifunzionale della Casa del Volontariato e dell’Associazionismo, la presentazione del secondo numero della rivista “Progetto Città. Quaderni del dopo terremoto”. L’evento ha visto come madrina d’eccezione la vicepresidente della Camera dei Deputati Rosy Bindi: la sua presenza è stata fortemente voluta come importante veicolo di comunicazione […]

Si è tenuta giovedì 27 ottobre, presso la Sala Polifunzionale della Casa del Volontariato e dell’Associazionismo, la presentazione del secondo numero della rivista “Progetto Città. Quaderni del dopo terremoto”. L’evento ha visto come madrina d’eccezione la vicepresidente della Camera dei Deputati Rosy Bindi: la sua presenza è stata fortemente voluta come importante veicolo di comunicazione in Parlamento delle proposte di ricostruzione della città discusse durante il nutrito convegno.

Riunirsi attorno ad un tavolo e parlare concretamente di proposte fattibili per ripristinare un senso dello “abitare”, che è stato spazzato via nel giro di pochi secondi a seguito del sisma del 6 aprile e che, nei fatti, non è stato recuperato tramite un’azione sinergica tra comunità di cittadini e istituzioni: questo l’obiettivo comune di alcuni degli autori di “Progetto città” presenti ieri, che hanno voluto confrontarsi tra di loro e con i cittadini intervenuti, esponendo la propria analisi del territorio e le eventuali modalità di ricostruzione.

 

L’obiettivo è quello di fornire dei documenti di riflessione, operazione opportuna per una presa di coscienza collettiva della situazione che stiamo vivendo. -ha affermato Carlo De Matteis, coordinatore editoriale della rivista- I contenuti si esprimono lungo tre direttrici, l’analisi, la denuncia e la proposta, entro contenitori che sono il quadro sociale, quello economico, quello politico-amministrativo, quello culturale”.

La rivista vuole dare uno sguardo complessivo della situazione attuale tramite i diversi punti di vista e le diverse proposte, pur guidate dallo stesso obiettivo: il ripristino di un legame positivo tra abitanti e territorio e le molteplici competenze professionali. Tre le sezioni previste all’interno del fascicolo: analisi e ricostruzione sociale; ricostruzione, urbanistica e pianificazione; economia e lavoro.

 

Gianvito Pappalepore, presidente del CSV-Aq, ha aperto il convegno sottolineando l’importanza di percorsi partecipati di ricostruzione. “Dal volontariato e dalla mobilitazione diretta della cittadinanza che ha in massa ritrovato in questi due anni la voglia di partecipare, di organizzarsi in comitati e di intervenire in prima persona nella vita della comunità, emerge un segnale importante che nessuno, e soprattutto il mondo della politica dovrebbe sottovalutare. (…) I cittadini sono stanchi di essere messi da parte nell’amministrazione di qualcosa che non possono considerare come proprio”, questo è quanto si legge nell’articolo presente in rivista.

 

Paola Inverardi, Preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università dell’Aquila. Partendo da un organico studio dell’Ocse pubblicato nel luglio 2009,  ha proposto un progetto sperimentale che ha suscitato discussione e qualche polemica nel corso del convegno. Avendo individuato nell’Università l’elemento predominante in una strategia di ripresa, la Inverardi ha pensato  ad uno sviluppo dell’Università dell’Aquila a prescindere dalla depressione del territorio su cui sorge. Tre gli obiettivi cardine da perseguire: ristrutturazione dell’offerta formativa, caratterizzazione dell’offerta formativa nel panorama internazionale, spendibilità del titolo di studio e della qualità delle conoscenze a livello internazionale. Tali strategie che mirano a loro volta ad ampliare la capacità dell’Università di attrarre studenti da tutto il mondo, sarebbero perseguibili soprattutto tramite un’apertura a collaborazioni esterne: altre università, istituti di ricerca, imprese ad alto contenuto tecnologico.

 

Alessandra Rossi, Presidente dei Giovani Imprenditori dell’Aquila, ha snocciolato dati significativi sull’attuale depressione economica che investe il cratere: “Quello che viene detto il cantiere più grande d’Europa vede 8 mila operai dell’edilizia in cassa integrazione e imprese di calcestruzzi costrette a chiudere. Quando c’è attività d’impresa c’è un fervore che porta ad uno sviluppo complessivo” , ha aggiunto la Rossi prospettando, con grande pragmaticità, le direzioni entro cui si dovrebbe lavorare: la necessità di avere a disposizione risorse economiche e una burocrazia più snella che non ostacoli le capacità di iniziative delle aziende che si propongono di lavorare sul territorio aquilano.

 

Rita Innocenzi, segretario generale Fillea Cgil L’Aquila, ha denunciato un proliferare degli individualismi e di una logica di convenienza personale che sta demolendo la capacità di convivenza comune. Ha parlato di attività lucrose che sorgono indiscriminatamente nel centro storico, in assenza di una pianificazione partecipata, ostacolando il desiderio dei residenti di tornare a popolare in un futuro il cuore della città. “E’ necessaria una pianificazione territoriale che funga da guardiano comune, tutelando l’interesse comune, non quello dei privati”. Anche lei come Alessandra Rossi vede l’imprenditoria edilizia come volano dell’economia e aggiunge l’ipotesi di una città che sia il maggiore centro di attrazione europeo da parte di ricercatori e restauratori. Una città aperta agli apporti esterni, non multiculturale ma interculturale, che raccolga la sfida di uno scambio tra culture a partire dall’accoglienza e dall’insediamento delle manovalanze straniere. Questo il modo di far convergere ricchezza nella città e non di disperderla all’esterno tramite l’allontanamento di coloro che si spostano temporaneamente in città per studiare o lavorare.

 

Lina Calandra, docente di Geografia all’Università dell’Aquila  invita a prendere nuovi punti di vista nella valutazione degli effetti del sisma, partendo dalla dolorosa e vissuta consapevolezza che l’identità dell’individuo è possibile tramite un identificazione territoriale: “Chiediamo ai nostri scienziati di produrre conoscenza utile per interpretare la realtà. Raccogliamo la sfida cambiando le parole che descrivono i nostri luoghi. Mettiamo in campo la creatività” .

 

Betty Leone, della Presidenza nazionale di “Sinistra Ecologia e Libertà”, ha parlato dell’urgenza di una riforma nelle politiche sociali per la ricostruzione di una fitta rete di relazioni che leghi gli abitanti del territorio, con l’obiettivo di assolvere a esigenze comuni e ad un aiuto reciproco. Ha sottolineato i benefici che tale sistema porterebbe, in particolare, sulla popolazione anziana: questa parte di cittadini, usufruendo di due risorse fondamentali, l’esperienza e il tempo libero, assolverebbero a molti bisogni di tutta la popolazione.

 

Isabella Tomassi, referente dell’associazione MISA, ha dimostrato come una cittadinanza partecipata e una maggiore consapevolezza e rispetto del territorio abbia portato, in concreto, alla costruzione di EVA (eco villaggio auto costruito) e ad intraprendere il ripopolamento e la valorizzazione dei piccoli borghi.

 

A chiudere l’intervento tanto atteso dell’onorevole Rosy Bindi: “ Le crisi non dovrebbero cambiare le priorità. Le idee ci sono, gli aquilani non rinunciano ad essere protagonisti della riprogettazione di sé e questo è un segno di vitalità importante. Ma non possiamo girarci intorno: L’Aquila non riparte senza risorse adeguate. C’è bisogno della vecchia, antipatica, odiosa tassa di scopo”. Ha affermato: “va restituita la responsabilità alle istituzioni locali accompagnate dalle competenze. Basta alle strutture commissariali”. La Bindi ha aggiunto: “Tutto ciò di cui L’Aquila ha bisogno è ciò di cui ha bisogno il nostro Paese. Potreste essere una scuola di ricostruzione”. Il vicesegretario della Camera ha chiuso confermando la discussione alla Camera della legge sulla ricostruzione entro il mese di novembre.

Non è voluta entrare però nelle problematiche che il PD affronta sul territorio; a chi le ha chiesto:“ Oliviero Beha all’Aquila pochi giorni fa all’Aquila ha detto che l’opposizione all’Aquila dovrebbe incatenarsi e presidiare la città per cambiare lo stato delle cose. L’opposizione è disposta ad incatenarsi per l’Aquila?”  risponde: “Siamo incatenati dove lavoriamo, per tutto il Paese, perché oltre L’Aquila ci sono tanti altri problemi da risolvere”.

Elisa Giandomenico

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