Anziana truffata. Adico: “Ecco le nuove regole dei furbetti del cambio contratto”

Oggi la nuova frontiera delle tecniche truffaldine con cui gli operatori del mercato libero di gas, energia e telefono cercano di estorcere nuovi contratti di fornitura ai consumatori è un’altra, e mira a toccare nel vivo uno dei tasti più deboli dell’italiano d’oggi: il portafogli. Ua signora, 78enne e con problemi di salute, ha creduto […]

Oggi la nuova frontiera delle tecniche truffaldine con cui gli operatori del mercato libero di gas, energia e telefono cercano di estorcere nuovi contratti di fornitura ai consumatori è un’altra, e mira a toccare nel vivo uno dei tasti più deboli dell’italiano d’oggi: il portafogli. Ua signora, 78enne e con problemi di salute, ha creduto all’operatrice e ha firmato la richiesta: ma era passare a un altro gestore. La tenacia poi l’ha ripagata.
All’inizio era un fantomatico controllo del contatore, poi si è passati a una non meglio precisata verifica sulla bolletta. Come racconta C.N., di Marcon, che si è recata appositamente alla sede Adico di via Volturno 33 a Mestre per denunciare la brutta avventura accaduta all’anziana zia, residente a Marghera. Con una operatrice che, per tentare di estorcerle il passaggio da Enel Energia a Eni, le ha promesso un inesistente rimborso di 60 euro. Le campagne di informazione che invitano gli anziani a prestare molta attenzione a ogni richiesta insolita, però, hanno fatto il loro dovere, e infatti l’anziana è riuscita a bloccare il passaggio di operatore. Ma solo in un secondo momento, e dopo molte notti insonni.
Era la mattina del 12 ottobre scorso, in un condominio di via Calvi a Marghera una giovane trova il cancello aperto e inizia a bussare a ogni porta. Ad aprirle alla fine è una signora di 78 anni: vive da sola, ha problemi di udito e tra l’altro è appena tornata a casa dopo un ricovero in ospedale. Niente di meglio per la scaltra ragazza, che passa subito all’attacco. Come racconta la nipote: «Mia zia non ricorda che si sia presentata, aveva un cartellino appuntato alla maglia ma non è riuscito a vederlo, e così di punto in bianco le ha chiesto se avesse già ricevuto il rimorso di 60 euro da Enel mercato libero, che fatalità è il suo attuale fornitore di gas ed elettricità. Così mia zia ha creduto che la ragazza fosse stata mandata da Enel stessa, e ha risposto di no». Tutto secondo copione. A quel punto l’operatrice chiede alla residente l’ultima bollette e la carta identità per poter inoltrare la richiesta di rimborso: la donna firma, l’operatrice intasca il documento e se ne va senza lasciarle né una copia, né una ricevuta ma solo una vaga promessa: “Nei prossimo giorni verrà contattata da un nostro incaricato che le chiederà conferma”. Di cosa, la zia non ha la prontezza di chiederlo. Una volta che si è chiusa la porta di casa alle spalle, la 78enne però viene assalita dai dubbi: nel 2009 infatti aveva fatto un cambio di operatore, passando da Eni a Enel mercato libero, e inizia a temere di essere caduta nella trappola di una nuova fornitura. «Ha chiamato subito il numero verde di Enel e ha spiegato l’accaduto – racconta ancora la nipote, che si è rivolta all’Adico a suo nome – e l’operatore l’ha rassicurata, garantendole che se fosse arrivata una richiesta di disdetta del contratto non sarebbe stata presa in considerazione, e spiegandole che se anche avesse davvero avuto diritto a un rimborso, di certo non sarebbe stato fatto porta a porta».
E qualche giorno dopo la sgradita visita, la signora di Marghera la telefonata da Eni in effetti l’ha ricevuta, e ha affermato di non voler procedere. Ma i timori non l’hanno abbandonata: aver aperto la porta di casa a una sconosciuta, averle dato le sue bollette e i suoi documenti di identità le facevano temere di poter essere vittima di furti. Così è intervenuta la nipote, che ha chiamato il call center di Eni: e lì la conferma involontaria di tutto l’accaduto: «Ho voluto verificare che non ci fossero pendenze sul vecchio contratto, che naturalmente non c’erano, e alla fine hanno dovuto confermarmi che avevano annullato il nuovo. A quel punto non ci ho visto più perché va bene essere furbi, ma cosí si raggirano le persone facendo leva su un presunto diritto della persona. Non so se l’operatrice ha agito di sua iniziativa o su direttive della società, fatto sta che hanno tenuto una persona anziana senza il sonno per un mese».
Il presidente dell’Adico Carlo Garofolini plaude al comportamento della signora di Marghera, che non ha avuto paura ad andare fino in fondo. E soprattutto ricorda le regole d’oro per evitare di incappare in queste spiacevoli situazioni: «I furbetti che cercano di estorcere cambi di contratto o di operatore ne inventano sempre una di nuova. Quindi la prudenza, soprattutto per gli anziani soli, non deve mai essere troppa. Mai aprire la porta a persone che non si qualificano in maniera chiara ed esaustiva, controllare che abbiano la divisa della società per cui dicono di lavorare e un cartellino di riconoscimento ben visibile – spiega Garofolini – se si hanno dei dubbi, meglio chiedere all’operatore di tornare e fare una telefonata al call center della società per verificare che siano in atto, effettivamente, operazioni porta a porta. Ricordare, comunque, che nessun operatore manda il proprio personale per verifiche su bollette, rettifiche o rimborsi. Mai firmare carte, consegnare le proprie bollette o documenti di identità e mai far entrare in casa sedicenti operatori che non abbiano un’autorizzazione verificabile. Meglio apparire prevenuti che rischiare di essere truffati, o peggio, derubati».

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