Disordini mentali, una road map europea

Meeting europeo AFaR (associazione Fatebenefratelli per la Ricerca) oggi a Venezia, occasione per discutere di disagio mentale a livello internazionale. Secondo le ultime stime, sono 165 milioni le persone che ogni anno soffrono di disordini mentali in Europa (il 38% della popolazione). Tra i disturbi più frequenti, ansia, insonnia, depressione maggiore, disturbi psicosomatici, dipendenza da […]

Meeting europeo AFaR (associazione Fatebenefratelli per la Ricerca) oggi a Venezia, occasione per discutere di disagio mentale a livello internazionale. Secondo le ultime stime, sono 165 milioni le persone che ogni anno soffrono di disordini mentali in Europa (il 38% della popolazione). Tra i disturbi più frequenti, ansia, insonnia, depressione maggiore, disturbi psicosomatici, dipendenza da alcol e droga, disturbo da deficit di attenzione/iperattività (nei giovani) e demenza. E le previsioni stimano un ulteriore aumento in percentuale per il futuro. 

È proprio da questo che nasce il progetto “Roamer – road map europea per la ricerca sulla salute mentale”, di cui i centri Fatebenefratelli di Barcellona, Brescia e Roma sono punti di riferimento e organizzatori. L’iniziativa, che conta su un finanziamento di due 2 milioni di euro in tre anni, ha l’obiettivo di sviluppare una “mappa” finalizzata alla promozione e all’integrazione della ricerca, a partire da una analisi dettagliata dello situazione attuale. Ricerca biomedica, neurobiologica, farmacologica e clinica, trattamenti in psicologia, salute pubblica, benessere sono alcune delle aree coperte da questo studio, con attenzione anche agli aspetti economici e sociali, alla qualità della ricerca, alle infrastrutture, alle possibilità di sviluppo, alle strategie di finanziamento nella ricerca per la salute mentale.

“I progressi e le novità della ricerca devono essere finalizzate ad alleggerire l’impatto dei disordini mentali e migliorare la salute mentale e il benessere degli europei” ha spiegato oggi il coordinatore del progetto, Josep Maria Haro, del Parc Sanitari Sant Joan de Déu di Barcellona. Ed è proprio dalla Spagna, oltre che da Italia, Regno Unito, Francia, Olanda, Germania, Finlandia, Ungheria, che si esplica il progetto, “che combina un approccio metodologico oggettivo con un ampio coinvolgimento di gruppi di interesse (stakeholder) nell’attività di consultazione e divulgazione” ha spiegato ancora Haro. Per ulteriori informazionihttp://www.afar.it/. (gig)

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