Natale, cenone cresce del 3%

Un ‘indagine dell’Adoc afferma  che i costi del cenone di Natale si preannunciano più onerosi di circa il 4% rispetto allo scorso anno. Secondo l’Istat il prezzo dei beni alimentari è nuovamente cresciuto, raggiungendo il massimo dal 2009. “Per il cenone di Natale la spesa crescerà del 3,8% rispetto al 2010 – commenta Carlo Pileri, […]

Un ‘indagine dell’Adoc afferma  che i costi del cenone di Natale si preannunciano più onerosi di circa il 4% rispetto allo scorso anno. Secondo l’Istat il prezzo dei beni alimentari è nuovamente cresciuto, raggiungendo il massimo dal 2009. “Per il cenone di Natale la spesa crescerà del 3,8% rispetto al 2010 – commenta Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – per un totale di circa 170 euro a famiglia.  I prezzi elevati costringeranno una famiglia su tre a rinunciare al cenone, rivedendo drasticamente il menù casalingo e magari trasformandolo in un “cenino”, preferendo la qualità alla quantità.Tra i prodotti che hanno subito gli aumenti più eclatanti troviamo i classici panettoni (+3,8%), salmone affumicato (+10,3%), datteri (+14,8%) e spumante (+13,2%), ribassi invece per cotechini (-2,5%) e torrone (-13,4%). Sebbene non sia una prodotto tradizionale, dobbiamo registrare l’aumento record del riso, che oggi costa il 25,7% in più del 2010. Per sostenere tutte le spese, in alcuni casi, non basterà neanche l’apporto della tredicesima, che per l’85% sarà dedicata a coprire le spese ordinarie. Un salasso per le famiglie, che praticamente l’hanno già spesa prima di incassarla e che oggi più che mai fanno affidamento sul surplus di stipendio per fronteggiare la crisi. Un surplus che riteniamo debba essere detassato, in modo da fornire un minimo ritorno economico. E sulle tavole si vedranno sempre meno i prodotti di lusso come caviale e champagne. Natale non è più tempo di spese folli e grandi libagioni. Anche a Natale continua, dunque, la contrazione dei consumi alimentari, pari al 4% nell’ultimo anno.” Secondo l’Adoc ci sarà un forte calo della presenza di avventori nei ristoranti, in media del 25%. “Mangiando fuori casa, una famiglia di 4 persone spenderebbe poco meno di 300 euro, pagando in media tra i 70 e gli 80 euro a persona – prosegue Pileri – una cifra al di là delle possibilità di molte famiglie che, pur volendo, non potrebbero sostenere una spesa simile, soprattutto considerando che con circa la metà si può cenare senza farsi mancare nulla, e va bene anche per una tavolata di 8-10 persone. E’ quindi naturale che a Natale e a Capodanno molte famiglie rimarranno tra le mura domestiche”. Infine l’Adoc traccia il quadro dei locali dove si effettueranno gli acquisti per i cenoni. “Il 35% dei consumatori sceglierà il discount per fare la spesa, l’unico locale a dare la possibilità alle famiglie di soddisfare le proprie esigenze alimentari senza rimetterci lo stipendio – conclude Pileri – per chi volesse invece acquistare prodotti tipici, come i cestini, direttamente online (8%) consigliamo di appurare che il sito sia verificato e di preferire l’acquisto delle marche più note. Inoltre bisogna stare attenti alla scadenze indicate e occhio alle confezioni con prodotti di seconda scelta, magari mascherati dalla presenza di un prodotto “civetta”, di prima qualità, che può ingannare il consumatore e portarlo all’acquisto di un insieme di alimenti di valore inferiore a quello pagato”.
Lo rende noto l’Adoc.

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