L’Aquila, ricostruzione: migliaia di pratiche bloccate

Che bella trovata quella del Sindaco Massimo Cialente per risolvere i problemi della ricostruzione! Ha inviato una nota di 5 (cinque) righe per convocare una serie di autorità – tre pagine di indirizzi – a una riunione sulle problematiche connesse alla ricostruzione, in particolare alla luce dell’ultima ordinanza del Presidente del Consiglio dei minisitri, per […]

Che bella trovata quella del Sindaco Massimo Cialente per risolvere i problemi della ricostruzione!
Ha inviato una nota di 5 (cinque) righe per convocare una serie di autorità – tre pagine di indirizzi – a una riunione sulle problematiche connesse alla ricostruzione, in particolare alla luce dell’ultima ordinanza del Presidente del Consiglio dei minisitri, per venerdì 27 gennaio, all’assessorato all’Ambiente.
Tra i destinatari della convocazione al tavolo ci sono otto Senatori, quattordici deputati, undici tra Consiglieri e Assessori regionali, una serie di altri soggetti istituzionali – tra cui Presidente e Giunta della Provincia e alcuni Sindaci del territorio – e, da ultimo, i Consiglieri comunali, cioè quelli che devono fornire gli indirizzi necessari alla ricostruzione.
Credo che stiamo oltrepassando ogni limite.
I rappresentanti dei cittadini dell’Aquila, quelli che hanno il dovere di poter formulare i necessari atti per la rinascita del Capoluogo d’Abruzzo, sono relagati a mero ruolo di comprimari. Ritengo che l’intero Consiglio comunale debba opporsi a questa metodologia, in modo tale che vengano evitati ulteriori danni di immagine e di sostanza al Consiglio medesimo, al suo ruolo e alle sue funzioni.
Nel frattempo, apprendiamo dalla stampa – e solo dalla stampa, senza nessuna comunicazione ufficiale – che la ricostruzione cosiddetta “fuori le mura” è pressoché pronta per essere avviata, ma le migliaia di pratiche presentate dal primo settembre 2011 in poi giacciono senza che vengano esaminate dalla filiera (Reluis, Cineas, ecc.). Il contratto con queste strutture scadrà il 31 marzo e, prima di allora, alle medesime è interdetto l’esame di tali pratiche.
Discorso a parte, poi, merita la questione dell’avvio della ricostruzione del centro storico, a iniziare dalle pratiche conseguenti alla deliberazione del Consiglio comunale sull’”asse centrale”, per le quali, pur essendo le stesse state presentate entro i sei mesi previsti per la loro progettazione, il Comune non è riuscito a rilasciare neanche un buono contributo per la ricostruzione.

Enzo Lombardi

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