Dalai Lama, Lo spirito tibetano è nel nostro sangue

“Penso che spazzare via sei milioni di tibetani sia molto difficile. Anche se ne eliminano un milione, ne restano cinque! Lo spirito tibetano è nel nostro sangue. Più ci sopprimono e più emerge la forza di autodeterminazione della nostra gente”. A dirlo, in un’intervista esclusiva al settimanale il Punto, diretto da Alessandro Cicero e Antonio […]

“Penso che spazzare via sei milioni di tibetani sia molto difficile. Anche se ne eliminano un milione, ne restano cinque! Lo spirito tibetano è nel nostro sangue. Più ci sopprimono e più emerge la forza di autodeterminazione della nostra gente”. A dirlo, in un’intervista esclusiva al settimanale il Punto, diretto da Alessandro Cicero e Antonio Pitoni, e’ il Dalai Lama, il leader tibetano in esilio. Il Premio Nobel per la pace nel 1989, nel corso del colloquio con il Punto nel numero che sara’ in edicola da domani e di cui e’ stata fornita un’anticipazione, ha ricordato i suoi circa venti anni di vita all’interno del Potala, il Palazzo delle ‘mille stanze’ a Lhasa: “Ci eravamo irrigiditi nei formalismi, là dentro. In un certo senso la fuga da Lhasa è stata salutare, mi ha permesso di comprendere più a fondo la religione, la caducità delle cose. La mia non è stata una vita così felice, ma in tutti questi anni ho imparato che la pace interiore, la fiducia in se stessi sono di grande aiuto per mantenere la mente libera, aperta. E questo atteggiamento mi ha aiutato molto a preservare la mia salute, e anche una posizione equilibrata. La pace nel mondo deve venire dalla pace interiore. Non dalle armi, non dalla forza”.

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