Tredicesima quest’anno più leggera, l’81% utilizzata per pagare tasse

Brutte notizie per i lavoratori dipendenti italiani: rispetto al 2011, la tredicesima di quest’anno sarà più leggera. I calcoli, realizzati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, ci dicono che un operaio specializzato, con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.600 euro, si troverà con una tredicesima decurtata di 21 euro. Un impiegato, con […]

Brutte notizie per i lavoratori dipendenti italiani: rispetto al 2011, la tredicesima di quest’anno sarà più leggera. I calcoli, realizzati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, ci dicono che un operaio specializzato, con un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.600 euro, si troverà con una tredicesima decurtata di 21 euro. Un impiegato, con un imponibile Irpef annuo leggermente superiore ai 25.100 euro, perderà 24 euro. Un capo ufficio, invece, con un reddito lordo annuo di quasi 49.500 euro, percepirà una tredicesima più leggera di 46 euro. È quanto si legge in una nota.
“Quali sono le ragioni di questa decurtazione? Purtroppo – sottolinea il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – quest’anno l’inflazione è cresciuta più del doppio rispetto agli aumenti retributivi medi maturati con i rinnovi contrattuali. Se nei primi nove mesi di quest’anno il costo della vita è cresciuto del 3,1%, l’indice di rivalutazione contrattuale Istat è salito solo dell’ 1,4%. Pertanto, nei primi nove mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti è diminuito”.
Dall’Ufficio studi della Cgia fanno notare che le retribuzioni del 2012 sono state “ritoccate” all’insù, grazie all’applicazione dell’indice di rivalutazione contrattuale Istat che è aumentato del + 1,4%. Dopodichè, il valore delle tredicesime riferite al 2012 è stato deflazionato, utilizzando l’indice generale dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati cresciuto, secondo l’Istat, del + 3,1%. Non essendo ancora disponibilela variazione annua riferita a tutto il 2012, i due indici sopra descritti sono stati calcolati sulla base del confronto ottenuto tra i primi nove mesi del 2012 e lo stesso periodo del 2011.
Da uno studio realizzato dall’ADICO in questi giorni emerge che “il 81% della tredicesima sarà utilizzata per pagare tasse, bolli, canoni, mutui e rimborsi dei debiti accumulati lungo il corso dell’anno (+ 2 rispetto l’anno scorso)”.
“Resta quindi poco per festeggiare”, avverte il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini “dopo un anno durissimo di rincari e aumenti speculativi che hanno falcidiato i redditi delle famiglie costrette a indebitarsi per sopravvivere, con una perdita ulteriore del potere d’acquisto”.
Quello che rimarrà in tasca alle famiglie, vale a dire circa un quinto del monte tredicesime “non servirà a rilanciare i consumi” spiega il presidente dell’ADICO visto che “almeno tre famiglie su quattro taglieranno le spese per l’incerta situazione economica”.

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