Corte dei Conti boccia ultimi provvedimenti economici del governo Monti

La Corte dei Conti ha bocciato gli ultimi provvedimenti economici approvati dal governo Monti, il decreto Sviluppo e la legge di Stabilità. Sulle coperture rileva un “impiego in modo improprio di fondi di tesoreria per coprire oneri di bilancio” e l’utilizzazione “di cespiti, come i proventi dei giochi e le accise sugli idrocarburi, il cui […]

La Corte dei Conti ha bocciato gli ultimi provvedimenti economici approvati dal governo Monti, il decreto Sviluppo e la legge di Stabilità. Sulle coperture rileva un “impiego in modo improprio di fondi di tesoreria per coprire oneri di bilancio” e l’utilizzazione “di cespiti, come i proventi dei giochi e le accise sugli idrocarburi, il cui gettito è calante e le cui stime appaiono per conseguenza non affidabili”. Inoltre secondo i magistrati contabili la legge di Stabilità “non realizza la ‘manovra’, collocata o anticipata com’è nei decreti-legge, ma finisce con lo svolgere o un ruolo attuativo di decisioni già prese o meramente distributivo di risorse raccolte”.
La Corte dei Conti, che si è riunita lo scorso 2 maggio, elenca anche altri “inconvenienti” legati alle misure del governo tecnico, come “il frequente rinvio a provvedimenti secondari di attuazione”, le “continue variazioni di leggi anche recenti, con riflessi sull’attendibilità delle stime circa gli effetti finanziari recati dalle norme” e la “approvazione di emendamenti privi della relazione tecnica o per i quali la relazione tecnica risulta essere stata vistata negativamente dal Ministero dell’economia”.
In particolare sulla legge di Stabilita la Corte afferma che “risulta calibrata essenzialmente sul primo anno, senza un respiro pluriennale; l’estrema eterogeneità dei suoi contenuti (articolati in 561 commi di un unico articolo) non si pone in linea con le prescrizioni della legge di contabilità, che ne prevede un contenuto snello e di manovra”. “Quanto alle disposizioni di carattere fiscale- proseguono i magistrati contabili – il profilo della quantificazione degli oneri è decisamente da migliorare, soprattutto per gli aspetti tributari”. In particolare la Corte solleva dubbi sul gettito in arrivo dalla cosiddetta Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, le cui previsioni “sembrano ottimistiche”.

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