I rumori delle centrali a biomasse procurano stress ai camosci

MW Abruzzo ha chiesto all’Ente Parco Nazionale e Gran Sasso della Laga di opporsi alla costruzione della centrale a biomasse prevista in località Corazzano, a 300 mt. circa dal perimetro dell’area protetta, approvata dal Consiglio comunale di Castelli nella seduta del 22/04/2013 perché rappresenterebbe una reale minaccia alla sopravvivenza dei camosci che abitano stabilmente da […]

MW Abruzzo ha chiesto all’Ente Parco Nazionale e Gran Sasso della Laga di opporsi alla costruzione della centrale a biomasse prevista in località Corazzano, a 300 mt. circa dal perimetro dell’area protetta, approvata dal Consiglio comunale di Castelli nella seduta del 22/04/2013 perché rappresenterebbe una reale minaccia alla sopravvivenza dei camosci che abitano stabilmente da 21 anni sull’impervia bastionata Monte Coppe – Monte Tremoggia – cresta nord Dente del Lupo. L’assordante rumore prodotto dalla centrale notte e giorno per venti anni vanificherebbe l’operazione reintroduzione del Camoscio d’Abruzzo sul versante medio-orientale del Gran Sasso d’Italia, avviata con successo il 29 luglio 1992, dopo cento anni dall’uccisione dell’ultimo esemplare sul vicino Monte San Vito. Operazione riuscitissima sotto il profilo scientifico, appoggiata fin dall’inizio dal Club Alpino Italiano, dal WWF, dal Comitato Nazionale Parchi e da Mountain Wilderness, fatta propria successivamente dall’Ente Parco che sul logo ha voluto fissare l’immagine del “camoscio più bello del mondo”. Il Camoscio d’Abruzzo è rigorosamente protetto da norme nazionale ed europee e pertanto il sindaco di Castelli, nella veste di autorità ambientale e sanitaria locale, ha il compito istituzionale di tutelare la salute delle persone e degli animali. Lo stress causato da rumore, oltre a creare problemi sanitari e psicologici alle persone e ai camosci, rappresenterebbe la perdita della qualità dell’ambiente naturale, dell’aria e della quiete, valori che, una volta perduti, non si possono riconquistare. Mountain Wilderness invita i sindaci dei comuni limitrofi, il mondo della scuola, gli operatori turistici, il mondo alpinistico ed escursionistico, a far sentire la propria voce in difesa di uno dei paesaggi più belli del Gran Sasso d’Italia. La mitica parete nord del Monte Camicia non deve diventare il muro assorbente del rumore di una centrale che potrebbe anche divorare le foreste basali della grande montagna appenninica.
Tutti i cittadini e le Associazioni sono chiamati ad agire per impedire lo scempio annunciato.
Mountain Wilderness Abruzzo continuerà questa nobile battaglia civile supportata dall’idea –progetto di fare delle montagne d’Abruzzo il Patrimonio dell’UNESCO.

Marano Mario Viola
Responsabile Mountain Wilderness Abruzzo

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