L’Aquila, migliaia di visitatori al Mammuthus del Castello/video

In occasione della prima Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo a L’Aquila è stato aperto, per la prima volta dal sisma del 2009, la sala del Forte Spagnolo che ospita il Mammuthus. Migliaia di visitatori con tanti bambini hanno atteso in un clima festoso l’ingresso al museo per poter ammirare  un reperto di eccezionale importanza, […]

In occasione della prima Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo a L’Aquila è stato aperto, per la prima volta dal sisma del 2009, la sala del Forte Spagnolo che ospita il Mammuthus. Migliaia di visitatori con tanti bambini hanno atteso in un clima festoso l’ingresso al museo per poter ammirare  un reperto di eccezionale importanza, attualmente in fase di restauro grazie alla generosità dei finanzieri di tutta Italia, che in segno di solidarietà con le popolazioni colpite dalla tragedia di quattro anni fa hanno deciso di sostenere il recupero e il riallestimento espositivo dell’eccezionale reperto preistorico.
Rinvenuto nel 1954 in località Madonna della Strada nel comune di Scoppito, a circa 15 chilometri da L’Aquila, lo scheletro del Mammuthus meridionalis “vestinus”, conservato dal 1958 nel bastione Est del Forte Spagnolo, è uno fra gli esemplari più completi rinvenuti in Europa. Databile intorno ad un milione e trecentomila anni fa (Pleistocene inferiore), lo scheletro è in buono stato di fossilizzazione ed appartiene ad un esemplare di maschio adulto alto 4 metri al garrese e lungo 6,50 metri dalla punta della zanna all’estremità della coda, del peso di oltre 10 tonnellate (la sola zanna destra originaria ha il peso di 100 chili).
Gli interventi in corso sul prezioso reperto fossile si dividono sostanzialmente in due fasi; la prima è quella dedicata ad un’accurata serie d’indagini diagnostiche propedeutiche alla seconda fase, quella del vero e proprio restauro conservativo. Le diverse analisi – monitoraggio del microclima, radiografie, campagna fotografica a luce normale, radente e ultravioletta, analisi chimico-fisiche e mineralogiche e un rilievo laser scanner 3D – consentono di verificarne lo stato di conservazione, e quelle che utilizzano il modello tridimensionale dello scheletro, consentono di valutare il comportamento dinamico della struttura di supporto, sotto sollecitazione sismica simulata, indirizzando la progettazione di eventuali elementi integrativi o sostitutivi.
Succesivamente si procederà con la pulitura, il consolidamento del tessuto osseo, le microintegrazioni delle singole parti scheletriche e la revisione delle parti integrate. È previsto anche il riposizionamento corretto degli arti anteriori.

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