Il negro, il colpevole perfetto

Che cosa ami negli altri? Le mie speranze. (Nietzsche) Vi ricordate di Roverto Cobertera, l’’uomo di colore con doppia cittadinanza domenicana e statunitense condannato all’’ergastolo? Per dimostrare la sua innocenza la scorsa estate aveva portato avanti uno sciopero della fame per due mesi e mezzo e per le sue condizioni di salute era stato ricoverato […]

negroChe cosa ami negli altri? Le mie speranze. (Nietzsche)

Vi ricordate di Roverto Cobertera, l’’uomo di colore con doppia cittadinanza domenicana e statunitense condannato all’’ergastolo?

Per dimostrare la sua innocenza la scorsa estate aveva portato avanti uno sciopero della fame per due mesi e mezzo e per le sue condizioni di salute era stato ricoverato all’ospedale per ben due volte.

Per lui la Redazione di “Ristretti Orizzonti” aveva lanciato un appello esortandolo a interrompere il digiuno e chiedendo al Presidente della Camera dei deputati di intervenire in tal senso.

Tempo fa, dopo che ci aveva confidato che voleva iniziare di nuovo lo sciopero della fame per riaffermare la sua innocenza gli avevamo detto:

Roverto, se sei innocente, vale solo per te, per noi e per chi ti crede. A molti là fuori non interessa sapere se tu sei innocente. Gli basta sapere che non eri uno stinco di santo, oltretutto sei pure negro. Ai buoni basta poco per farti sparire dalla società.

E lui scrollando la testa con tristezza ci aveva risposto:

L’’avvocato mi aveva detto che saremmo stati assolti parlando in plurale, invece sono stato condannato e la condanna la sto scontando solo io al singolare.

La sua risposta ci ha fatto sorridere amaramente e gli abbiamo replicato che gli avvocati perdono la causa ma la galera la scontiamo noi.

Ebbene, per lui ora ci sono delle importanti novità perché il suo accusatore, e reo confesso di quell’omicidio, per cui era stato condannato all’ergastolo, ha ritrattato le accuse. E di suo pugno ha scritto all’’avvocato di Roverto affermando: (…) Io non so niente della vita del signor Cobertera Roverto, ma so che in quell’’omicidio lui non ha partecipato (…) In tutto quello che io ho detto sull’omicidio non c’è neanche una verità, tutto ciò stato inventato da me e questo è un peso che non sopporto (…)”.

Da un paio di giorni Roverto è ringiovanito e non smette più di sorridere perché a giorni il suo avvocato presenterà la richiesta di revisione del suo processo.

E la sua gioia è diventata anche la nostra perché quando esce, e noi speriamo davvero che esca, un ex ergastolano, è un po’ come se uscissimo tutti noi.

 

Biagio Campailla e Carmelo Musumeci

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