Commercio: rischio desertificazione centri storici

L’Italia corre il serio rischio di assistere alla “desertificazione commerciale” dei suoi centri storici, con la conseguente riduzione dei livelli di servizio offerti ai cittadini. A lanciare l’allarme e’ Confcommercio, che questa mattina ha presentato un’analisi sulla demografia d’impresa nei centri storici di 39 comuni di medie dimensioni, dove risiedono circa 7 milioni di abitanti. […]

L’Italia corre il serio rischio di assistere alla “desertificazione commerciale” dei suoi centri storici, con la conseguente riduzione dei livelli di servizio offerti ai cittadini. A lanciare l’allarme e’ Confcommercio, che questa mattina ha presentato un’analisi sulla demografia d’impresa nei centri storici di 39 comuni di medie dimensioni, dove risiedono circa 7 milioni di abitanti. In sette anni, ha spiegato il direttore del centro studi dell’associazione, Mariano Bella, ha chiuso il 16,7% delle imprese di commercio al dettaglio con sede fissa, contro il 13,9% di mortalita’ registrato nelle periferie, ma in alcune citta’ capoluogo si sono toccate punte di oltre il 20%. A Trieste, ad esempio, tra il 2008 e il 2015, hanno chiuso i battenti il 25,2% dei negozi del centro storico (-16,7% nella periferia), a Perugia quasi il 23%, a Firenze il 19,8%, a Genova il 18,2%. Sui 39 comuni presi in considerazione dall’indagine, in controtendenza solo quello di Pescara, dove sono stati registrati lo 0,6% di esercizi a sede fissa in piu’.

A compensare moderatamente questo trend negativo, la “supplenza, a volte disordinata” del commercio ambulante, che nel periodo di tempo considerato e’ cresciuto del 73% nei centri storici e del 37,7% nelle periferie. Sia nelle medie citta’ che nel resto del paese si ripopola invece la dimensione turistico-ricettiva (alberghi, bar, ristorante), che fa registrare un +9,8% nei centri storici e un +3,4% altrove. “Questo dato – ha spiegato Bella – conferma una vocazione produttiva importante specifica del paese, quella turistica”.

A spiegare questi trend, sottolinea Bella, non basta chiamare in causa “l’effetto-crisi”, poiche’ se cosi’ fosse “dovremmo avere una distribuzione omogenea del segno meno, e comunque, la moria dei negozi in termini percentuali e’ superiore ai punti di Pil che abbiamo perso negli stessi anni a causa della crisi”. A pesare in modo sostanziale e’ l’elevato costo degli affitti che i commercianti devono sostenere soprattutto nei centri storici: “il problema degli affitti – conclude Bella – e’ molto molto serio”.

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